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Channel: Rumore di fusa
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Autunno, andiamo: è tempo di migrare...

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"Settembre, andiamo. E' tempo di migrare", diceva la poesia di D'Annunzio. E ora che siamo in ottobre e l'autunno prende forma ogni giorno di più, gli uccelli sono continuamente indaffarati: chi è già partito, chi invece è tornato (come il Pettirosso, che arriva da noi a fine settembre), chi si sta preparando a migrare proprio in queste settimane, affrontando un lungo volo pieno di pericoli per raggiungere luoghi più caldi. Spesso nella mia campagna, in particolare a fine ottobre, posso osservare ed ascoltare centinaia di uccellini tutti appostati sui fili dell'alta tensione: il loro chiacchiericcio concitato e i loro piccoli voli frenetici sui fili sembrano proprio essere grandi riunioni collettive, per prendere gli ultimi accordi prima di spiccare, tutti insieme, un volo che li metterà a durissima prova ma che, se arriveranno a concluderlo, garantirà loro la sopravvivenza.

Immagine da wikipedia, QUI
Le grandi migrazioni sono un imponente e antichissimo fenomeno che riguarda centinaia di specie di uccelli, che con il cambiare delle stagioni o con l'avvicinarsi del periodo riproduttivo, partono per un viaggio capace di coprire fino a 3000 km al giorno. Sorvolano boschi, fiumi, montagne, oceani ed interi continenti, deserti e città, seguendo rotte millenarie ed orientandosi grazie ai campi magnetici, ai riferimenti geografici e alle stelle. Un vero e proprio esodo che gli uccelli compiono due volte all'anno, in primavera ed in autunno, che li sottopone ad un'enorme fatica e a pericoli letali, e non sempre si conclude felicemente. Eppure migrare è un impulso antichissimo che risponde proprio all'istinto di sopravvivenza, alla ricerca di cibo e temperature più miti, luoghi più ospitali e adatte alla riproduzione... e per noi uomini è ispiratore di libertà, fonte di grande fascino e mistero. 

Immagine tratta dal sito LIPU
Recentemente ho visto uno straordinario documentario dedicato alla migrazione degli uccelli, "Il popolo migratore" (2001), di Jacques Perrin: "Da ottanta milioni di anni gli uccelli attraversano i cieli, superano montagne, sorvolano terre e mari. Ogni primavera essi coprono distanze enormi per raggiungere i luoghi in cui nidificare. In Autunno si involano di nuovo a ritroso verso le stesse rotte. Questo film è il risultato di 4 anni di lavoro inseguendo la straordinaria impresa degli uccelli migratori negli emisferi nord e sud attraverso mari e continenti". Il film documentario è veramente qualcosa di unico: fenomenali riprese ravvicinate di stormi in pieno volto, paesaggi mozzafiato della più selvaggia ed incontaminata natura, tramonti fiabeschi e tempeste di neve che fanno da cornice al viaggio di oche selvatiche, rondini, cigni, svassi, cicogne, gru, rapaci, pappagalli, pinguini e tantissime altre specie avicole. 

La locandina del film
Il film è parlato veramente pochissimo e lascia spazio soprattutto alle immagini, perchè parlano da sole: e, alla fine, ci si abitua ad ascoltare solo il frullare continuo delle ali, lo stridore dei canti degli uccelli, i suoni dell'oceano, delle montagne e dei fiumi. Le scene sono eccezionali: svassi che corrono letterlamente sull'acqua, come se potessero camminare su di essa; francolini di monte durante il corteggiamento, spettacolari come opere d'arte, ma anche l'abominio della caccia e l'ingiustizia della cattività sono mostrati con poche, paradigmatiche riprese. Dopo aver visto questo film, oltre ad essere rimasta a bocca aperta per l'enorme varietà di specie di uccelli e per la meraviglia del nostro pianeta, mi è parso davvero di essere tornata "a terra" dopo un lungo e libero volo. "Il popolo migratore" si trova anche su youtube, ma io vi consiglio di cercarlo in dvd (magari in biblioteca, è un film assai diffuso), perchè per apprezzarne in pieno la visione serve ammirarlo ad alta risoluzione.
Se volete saperne di più sulla migrazione, vi consiglio questo articolo della Lipu, che vi svela tutti i segreti della migrazione. D'ora in poi, in autunno e in primavera quando vedrete uno stormo di uccelli volare verso l'orizzonte, augurate loro buon viaggio e buona fortuna: è la loro sfida più grande, ma anche la loro migliore chance di sopravvivenza, da secoli.

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