Oggi lascio spazio a una storia a lieto fine: quella di Blancò e Pallino, i fortunatissimi mici adottati in coppia da Dario C., giornalista ferrarese. Forse qualcuno di voi ha già letto la loro storia tra quelle partecipanti a "Gatto nero 2012", ma vorrei riproporla su questo blog perchè mi ha colpita particolarmente, facendomi sorridere per le marachelle dei due "sgherri" pelosi, ma anche riflettere su quanto sia unico il temperamento di ogni micio... Ma lascio la parola al bel racconto di Dario, che ringrazio per avermi autorizzato a riprodurlo anche qui.
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Blancò il panterino e Pallino la tigre in miniatura, nella simpaticissima vignetta di Dario. |
“Va bene….prendiamo un gatto…”
Capitolo così con due parole dopo un lungo ed estenuante lavoro ai fianchi subìto in casa.
Nessun gatto “a pagamento” comunque… Si va al gattile. Ma questa precisazione fortunatamente non ebbi bisogno di farla... Tutti la pensiamo allo stesso modo.
Nemmeno il tempo di riordinare le idee e ripensare a tutti i gatti che mi han fatto compagnia per lunghi tratti della mia vita e siamo lì.
Non me ne vogliano tutti i gatti già cresciuti che cercan casa. Anche io faccio parte di quelli che preferiscon prender un cucciolo… Vi chiedo scusa e prometto che vi aiuterò comunque...
E’ fine novembre e di gattini ce ne son pochi... a dire il vero solo due. Son fratellini, trovati abbracciati in un angolo del parcheggio di un ipermercato. Forse la mamma li aveva sistemati al caldo nel vano motore di un auto e muovendosi si son persi…
A dire il vero nella gabbia se ne vede uno solo. E’ tigrato, grande – o piccolo - come la mia mano. Sembra un pelouche della “Trudi” ma soffia come un gatto “vero”. "Ma non eran due?” chiedo al volontario, che mi invita a guardare bene…
E infatti nascosto dietro al fratellino intraprendente e mezzo coperto da uno straccio ce n’è un altro. “Nero come un prete del Congo in una notte senza luna”, direbbe un giornalista affermato. Chiaramente impaurito, dà l’idea di voler diventare invisibile nella penombra della stanzetta… Noi ne possiamo prendere uno solo; la scelta cade sul tigrato e ci danno un appuntamento telefonico fra qualche giorno per andarlo a prendere, quando avrà completato il ciclo di profilassi necessarie.
Passano i giorni ed il telefono tace. La smania per avere il nuovo ospite cresce e tutti, compreso il sottoscritto che per età e passato dovrebbe esser più moderato, siamo in fermento.. Niente..Silenzio.. Finché non decidiamo di ritelefonare noi.
“Il gattino è a posto – ci dicono dall’altra parte del filo – ma siamo in pena per il fratellino. Sono attaccatissimi, sempre uno appiccicato all’altro e separarli è pericoloso. Chi subisce l’abbandono può ammalarsi e non vorremmo che…”
“Capisco – ribatto alla prima sospensione del discorso... quasi per buttare un telo su un quadro che non mi piace – la richiamo fra alcuni minuti”. Picchio sul tam tam casalingo per riunire la mia tribù ed espongo i fatti. Nessuno ha il coraggio di osare una idea, così parto per primo. “Non posso pensare di dividere due fratellini. Se siete d’accordo li prendiamo entrambi”. La possibilità di avere magari un rimorso mai conclamato è forte e non mi va. Il sorriso della tribù conferma che tutti la pensan come me. Solo che non avevano il coraggio di dirlo, pensando fossi io di idea contraria. Richiamo, comunico e faccio felice l’addetto che non smette di ringraziarmi alla notizia.
Quando li portammo a casa, “la tigre” sulla porta del trasportino aperto soffiava come un matto, ma era buffo come un cartone animato. La “pantera” invece non ne voleva sapere di uscire. Quando successe fu per trasferirsi col fratellino fra creme e shampoo nel mobiletto del bagno, scelto come “tana” provvisoria.
Son passati ormai 2 anni; la tigre “Pallino”, nome derivato dal giro vita del cucciolo, e la pantera Blancò (facile intuire il perchè del nome…) sono inseparabili; han trasformato in meglio la nostra vita e mai scelta fu migliore. Se Pallino, sta mai zitto e fermo pieno di esuberanza, Blancò sembra muto e riservato anche se di notte scopriamo che si diverte a scalare tutti gli 8000 di casa (armadi doppia stagione compresi) saltando poi giù con la sua tuta alare naturale... Un misto peloso fra Messner e Patrick De Gayardon... Uno se la cava in ogni frangente come monello navigato e l’altro prima si frattura in due punti una zampa posteriore in un radiatore, poi si riduce quella anteriore come Gatto Silvestro dopo una martellata, per via di una puntura di vespa.
Che tenerezza!!! |
Uno è plateale come una sceneggiata napoletana e l’altro è invisibile, trasparente come un cristallo di Boemia. Uno è “tutto subito”, l’altro è “dopo se ne rimane”. Ma è proprio il suo modo di esser riservato anche nelle manifestazioni d’affetto che ci riserva, che ne fan un compagno speciale. Un “miao” sommesso e due passi a coda alta fino al tappeto del bagno scenario delle coccole mattutine pancia all’aria, sono preziosa concessione. Di cui siam grati. Ed anche se da buon sportivo son superstizioso, il gatto nero per me vuol dire qualcosa di speciale.
Pallino e Blancò, due meraviglie uniche e inimitabili! |
Spero che la storia di Blancò e Pallino vi sia piaciuta quanto è piaciuta a me, non solo per il suo lieto fine ma anche perchè è uno splendido racconto di un'adozione in coppia... una scelta fortunatissima che ha reso la vita di Dario doppiamente speciale!