Non vivere su questa Terra come un inquilino o in villeggiatura nella natura.
Vivi in questo mondo come se fosse la casa di tuo padre.
Credi al grano, alla terra, al mare
ma prima di tutto credi all'uomo.
Ama la nuvola, il libro, la macchina,
ma innanzitutto ama l'uomo.
Senti in fondo al tuo cuore il dolore del ramo che secca,
della stella che si spegne, della bestia ferita,
ma prima di tutto il dolore dell'uomo.
Godi di tutti i beni terrestri,
del sole, della pioggia e della neve,
dell'inverno e dell'estate,
del buio e della luce,
ma prima di tutto godi dell'uomo.
Vivi in questo mondo come se fosse la casa di tuo padre.
Credi al grano, alla terra, al mare
ma prima di tutto credi all'uomo.
Ama la nuvola, il libro, la macchina,
ma innanzitutto ama l'uomo.
Senti in fondo al tuo cuore il dolore del ramo che secca,
della stella che si spegne, della bestia ferita,
ma prima di tutto il dolore dell'uomo.
Godi di tutti i beni terrestri,
del sole, della pioggia e della neve,
dell'inverno e dell'estate,
del buio e della luce,
ma prima di tutto godi dell'uomo.
Nazim Hikmet
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Fonte immagine: QUI |
Una poesia per accompagnare la 45° "Giornata della Terra" che oggi ricorre, per farci riflettere sulla bellezza del mondo naturale che ci circonda, sulla responsabilità che è nelle nostre mani e anche sullo sforzo che dobbiamo fare per dare fiducia all'umanità, nel suo compito di diventare custode (e non più sfruttatore) dell'ambiente. Ne saremo in grado? Io penso che prima ancora di chiedercelo e dubitare, prima ancora di osservare e discutere su cosa facciano (o non facciano) "gli altri", abbiamo il dovere e la responsabilità di agire noi stessi in prima persona, ponderando ogni nostra scelta quotidiana in una direzione di "sviluppo sostenibile". Che la nostra azione sia efficace o meno, di fronte a una collettività apparentemente indifferente, è l'unico primo passo doveroso e possibile, fosse anche solo per dare un esempio diverso a chi ancora non ha la giusta consapevolezza. La collettività siamo tutti noi, l'ambiente è nostro: "viviamo in questo mondo come se fosse la casa di nostro padre".