Questo film ha la forza di un pugno che arriva dritto nello stomaco. Credi di guardarlo sapendo già tutto, soprattutto se sei una persona informata ed "ecologista": sai già che il cambiamento climatico è un problema globale, urgente e drammatico. Sai anche che, in quest'emergenza mondiale, una grave parte è giocata dall'allevamento industriale, responsabile di esorbitanti emissioni di gas serra in atmosfera, per tacere di inquinamento e consumi idrici legati alle coltivazioni per alimentare gli animali che diventeranno le nostre bistecche. Ma Cowspiracy va oltre questo: oltre a riproporre tali problemi con dati e ricerche, mette in luce come il ridurre la carne dalle nostre diete non basti: bisognerebbe eliminarla del tutto. E afferma quindi, con coraggio e coerenza, che un "ecologista" non può dirsi davvero tale se continua a seguire un'alimentazione onnivora.
Il film passa in rassegna più e più temi, tutti connessi: dall'effetto serra che negli ultimi secoli è "decollato" a causa delle attività umane, al grave impatto che ha in questo senso proprio l'industria della carne; dalla necessità di informarsi e cambiare abitudini alimentari, alla difficoltà di capire davvero quali scelte tutelino l'ambiente e quali invece siano semplici atteggiamenti di facciata. Anche se le motivazioni ecologiste non sempre coincidono con quelle animaliste, in Cowspiracy c'è anche una scena shock nella quale viene mostrata esplicitamente l'uccisione di un'anatra. Peraltro un'anatra allevata in campagna, una di quelle che ha relativamente vissuto un'esistenza piacevole e che non è mai stata sottoposta (fino a quel momento) a sofferenze e trattamenti indicibili. Ci viene mostrato ciò che tutti cerchiamo di ignorare, un atto che pochi di noi si sentirebbero di fare di persona: uccidere a sangue freddo quell'anatra, fiduciosa e inerme, con le proprie mani, per fare diventare quell'animale, vivo e cosciente, un semplice pezzo di carne da consumare. Seguono alcuni secondi di silenzio, di fronte all'insopportabilità della scena che abbiamo visto. E la domanda: "Se non sopporto di farlo io stesso, come posso pensare di farlo fare ad altri per me?".

Il film passa in rassegna più e più temi, tutti connessi: dall'effetto serra che negli ultimi secoli è "decollato" a causa delle attività umane, al grave impatto che ha in questo senso proprio l'industria della carne; dalla necessità di informarsi e cambiare abitudini alimentari, alla difficoltà di capire davvero quali scelte tutelino l'ambiente e quali invece siano semplici atteggiamenti di facciata. Anche se le motivazioni ecologiste non sempre coincidono con quelle animaliste, in Cowspiracy c'è anche una scena shock nella quale viene mostrata esplicitamente l'uccisione di un'anatra. Peraltro un'anatra allevata in campagna, una di quelle che ha relativamente vissuto un'esistenza piacevole e che non è mai stata sottoposta (fino a quel momento) a sofferenze e trattamenti indicibili. Ci viene mostrato ciò che tutti cerchiamo di ignorare, un atto che pochi di noi si sentirebbero di fare di persona: uccidere a sangue freddo quell'anatra, fiduciosa e inerme, con le proprie mani, per fare diventare quell'animale, vivo e cosciente, un semplice pezzo di carne da consumare. Seguono alcuni secondi di silenzio, di fronte all'insopportabilità della scena che abbiamo visto. E la domanda: "Se non sopporto di farlo io stesso, come posso pensare di farlo fare ad altri per me?".
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Fonte: Wikipedia |
Sia chiaro: il film non è perfetto e alcune perplessità me le ha sollevate. Alcune delle maggiori organizzazioni ambientaliste mondiali (e/o americane) vengono accusate di "omertà" a favore delle lobby dell'allevamento industriale, non divulgandone le gravi conseguenze per l'ecosistema. In realtà io stessa ho appreso e ricavato tanti dati a proposito di questo problema proprio sui siti di alcune di queste organizzazioni! Quindi una prima critica va al tono eccessivamente complottistico che fa di tutta l'erba un fascio per quanto riguarda le associazione ambientaliste, accusate di essere complici del sistema industriale della carne.
Un'altra personale perplessità mi è sorta a proposito del finale, una sbrigativa quanto superficiale critica all'alimentazione "solo vegetariana" a favore di una integralmente vegana, sulla base del fatto che tutti i latticini sarebbero nocivi per l'essere umano, poichè derivanti dal latte che è un"fluido di accrescimento per vitelli". Suvvia, il latte è un composto di acqua, grassi e zuccheri! A mio parere questa "fobia antilatticini"è una posizione infondata, vagamente modaiola; condivido molto di più le intelligenti considerazioni di Bressanini.
Se invece parliamo di abbracciare la dieta "vegan" perchè anche uova e latticini possono comportare sofferenza animale e impatto ambientale, è un altro (e a mio parere ben più valido) discorso, fermo restando che ciascuno deve decidere in base alla propria coscienza, convinzione e sensibilità.
Un'altra personale perplessità mi è sorta a proposito del finale, una sbrigativa quanto superficiale critica all'alimentazione "solo vegetariana" a favore di una integralmente vegana, sulla base del fatto che tutti i latticini sarebbero nocivi per l'essere umano, poichè derivanti dal latte che è un"fluido di accrescimento per vitelli". Suvvia, il latte è un composto di acqua, grassi e zuccheri! A mio parere questa "fobia antilatticini"è una posizione infondata, vagamente modaiola; condivido molto di più le intelligenti considerazioni di Bressanini.
Se invece parliamo di abbracciare la dieta "vegan" perchè anche uova e latticini possono comportare sofferenza animale e impatto ambientale, è un altro (e a mio parere ben più valido) discorso, fermo restando che ciascuno deve decidere in base alla propria coscienza, convinzione e sensibilità.
Detto questo, Cowspiracy resta un ottimo documentario che mette in crisi le nostre abitudini alimentari, ma anche la nostra coscienza apparentemente pacificata da quei gesti ecologisti che ci costano meno fatica. Diretto e prodotto da Kip Andersen e Keegan Kuhn, ne consiglio la visione a tutti, poichè trovo sia meglio prendere pugni nello stomaco adesso, vedendo un film che ci mette in guardia sul collasso prossimo del nostro pianeta, piuttosto che domani, quando quello stesso colpo ci sarà inferto dalla catastrofe già avvenuta, ma non potremo più reagire.