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"Nata Libera: la straordinaria avventura della leonessa Elsa" di Joy Adamson

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Best-seller degli anni '60, "Nata Libera"è un romanzo autobiografico della naturalista e pittrice inglese Joy Adamson sulla "sua" leonessa Elsa, dall'adozione fino al riadattamento alla vita selvatica. La vicenda ha inizio in Kenya dove il marito di Joy, George Adamson - anch'egli naturalista e oggi ricordato come uno dei più attivi promotori della conservazione della fauna selvatica - svolge il ruolo di guardiacaccia. Proprio per via del suo lavoro deve uccidere una coppia di leoni, accorgendosi solo in seguito che i due avevano al seguito tre cucciole. George decide allora di portarle con sè per allevarle, facendo la gioia di sua moglie Joy che adora gli animali. Le tre leonesse, tra qualche difficoltà e molti disastri, crescono bene e in fretta, diventando ben presto tre cicloni inarrestabili: troppo domestiche per essere re-introdotte in natura, troppo impetuose per continuare a vivere insieme agli uomini, Joy e George decidono a malincuore di affidarle ad uno zoo in Europa. Ma Elsa, la più piccola, ha fatto talmente breccia nei cuori dei due Adamson che decidono di tenerla con loro.

Edizione Bompiani del 2000. L'edizione originale è del 1960.

"Nata Libera"è quindi la storia della felice e sorprendente convivenza tra gli Adamson ed Elsa, che nonostante la sua specie e le sue dimensioni, si comporta più o meno come un grosso cane affettuoso ed esuberante. Ma naturalmente il titolo fa riferimento a qualcosa di più: Elsa è un leone e come tale non è adatta a vivere a stretto contatto con gli uomini. Senza alcuna cattiveria nè violenza, inizia infatti a spaventare altri animali - come gli elefanti - che a loro volta, presi dal panico, creano diversi incidenti nei villaggi. Gli Adamson si vedono quindi costretti a un'alternativa: mandare anche Elsa in uno zoo, oppure tentare la disperata impresa di insegnarle a diventare un leone selvatico, per ridarle la libertà. Joy non ha dubbi: dovranno provare il tutto e per tutto affinchè Elsa possa vivere libera, seppure tra i pericoli della vita selvaggia. Lo stesso George nutre forti dubbi: la giovane leonessa non sa cacciare, non ha idea delle dure regole della natura selvatica, nè delle leggi sociali che regolano la vita dei leoni. Ma soprattutto: come si potrà indurre Elsa ad abbandonare gli umani che ama, per farle preferire la vita libera?

Gli attori Virginia McKenna, Bill Travers e Girl, leonessa che interpreta Elsa nel film "Nata Libera". Fonte QUI
Le pagine che raccontano del graduale processo di adattamento di Elsa alla vita libera sono insieme buffe e commoventi, piene di preoccupazioni e di speranze: come reagirà la leonessa al primo incontro con i suoi simili selvatici? E come percepirà il temporaneo "abbandono" nella savana da parte di Joy e George, quando arriva il momento di testare la sua capacità di adattamento? Riuscirà ad imparare a cacciare? Sarà ferita dagli altri animali selvatici, lei che è così giocherellona e non ha mai imparato quanto la vita possa essere dura? Tutte domande a cui, non senza qualche incidente, verrà data una risposta positiva. Elsa, e sta in questo la straordinarietà della sua storia, dalla piacevole ma pur sempre cattività nella quale era cresciuta domestica, inoffensiva e giocherellona, riuscirà infatti a diventare un leone selvatico a tutti gli effetti, integrandosi in un branco di suoi simili e diventando lei stessa madre. Gli ultimi capitoli di"Nata Libera" sono colmi di commozione e affetto per Elsa che, nonostante sia ormai diventata una leonessa selvatica, non ha mai dimenticato Joy e George. I due naturalisti torneranno infatti più o più volte nel territorio di Elsa, la quale li accoglierà sempre con un incredibile affetto e giocosità, in memoria dei tempi trascorsi insieme. 

Da sinistra: Virgina McKenna, George Adamson, Bill Travers e Joy Adamson. Fonte QUI
La capacità di Elsa di essere sia una letale cacciatrice nella savana, ma anche un'affettuosa giocherellona con i suoi amici di un tempo, fu qualcosa di eccezionale per l'epoca (ma anche oggi, se ci pensiamo), poichè testimoniava non solo un'intelligenza non comune dei leoni, ma anche una loro spiccata personalità. Dall'immagine stereotipata e generalizzata dei "leoni mangiatori di uomini", si passò a considerare ciascun leone come un individuo singolo, dotato di un proprio carattere, sentimenti e volontà ben specifici: Elsa, tornata selvatica, avrebbe facilmente potuto aggredire Joy e George ma non lo fece mai, proprio perchè l'affetto intercorso tra i tre si era conservato e li riconobbe sempre come parte del suo branco.
Il libro ha avuto talmente tanto successo che ne è stato fatto un film omonimo, interprertato da Virginia McKenna e Bill Travers, che ha avuto la stessa strepitosa popolarità. Nonostante il film risulti inevitabilmente un pò datato, anch'esso merita di essere visto, ma magari solo dopo aver letto il libro, avvicente ed interessante.

La locandina italiana del film (1966)
La storia di Elsa ha contribuito a dare vita a una serie di importanti associazioni e attività per la conservazione della fauna selvatica, avendo messo in luce come l'uomo può influire fortemente sull'habitat e la vita degli animali selvaggi. Ad esempio gli stessi attori del film, i coniugi Virginia MCKenna e Bill Travers, hanno fondato la "Born Free Foundation", tutt'oggi attiva in una serie di importanti campagne a favore degli animali selvatici. Naturalmente anche i coniugi Adamson, i quali hanno dedicato l'intera loro vita alla difesa della fauna selvatica, si sono attivamente impegnati in questo: oggi continuano ad operare sia la "Elsa Conservation Trust" che la "George Adamson Wildlife Preservation Trust". Vi suggerisco di visitare tutti questi siti, ricchi di belle foto di Elsa e degli Adamson, nonchè degli altri animali di cui si sono occupati. All'avventura di Elsa si collega anche la celebre vicenda del leone Christian, di cui vi parlerò prossimamente. Chiudo questo post con una citazione, tra le più belle, di "Nata Libera", un libro che merita di essere letto e conservato, preziosa testimonianza non solo di una straordinaria vicenda, ma anche del nascere di una nuova consapevolezza rispetto agli animali selvaggi.

"George e io ci guardammo in silenzio. Aveva trovato il suo destino? Molto probabilmente ci aveva sentiti, ma seguendo i leoni aveva deciso del proprio avvenire. Significava questo che le nostre speranze di restituirla alla sua vita naturale erano esaudite? Eravamo riusciti ad allontanarla da noi senza ferirla? 
Tornammo al campo soli e molto tristi. L'avremmo lasciata, ora, chiudendo così un importantissimo capitolo della nostra vita? George suggerì d'aspettare ancora qualche giorno per assicurarci che Elsa fosse stata accettata dal clan.
Tornai al mio studio sul fiume e continuai a scrivere la storia di Elsa, che era stata con noi fino a quella mattina. Ero triste d'essere sola, ma cercai di rincuorarmi immaginando che proprio in quel momento Elsa strofinava la sua soffice pelliccia contro la pelliccia di un altro leone e riposava con lui all'ombra, come spesso aveva riposato con me"(Joy Adamson, Nata Libera, Bompiani, 2000).

Una stagione: l'inverno (2014 - 1)

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Scatti di un insolito gennaio, mite e umido, mentre la campagna sembra stiracchiarsi pigra in un lungo autunno costante... 


  





L'erba è ben verde, ci si imbatte senza troppa difficoltà in colori accesi, le giornate di sole si alternano a quelle di nebbia, che pare immergere piante e animali in una strana sauna, che di invernale ha ben poco.





Arriverà il freddo "vero"? 
Buona settimana a tutti voi!

La frase del giorno: David Almond

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"Quando i nostri giardini e i nostri campi, le nostre fattorie e i nostri boschi saranno distese incolte, quando anche il parco in fondo a Falconer Road sarà una landa selvaggia, quando le nostre città saranno cadute in rovina, gli uccelli continueranno a volare e a cantare, a fare il nido, deporre le uova, allevare i piccoli. Forse, qualunque cosa accada alle altre creature, gli uccelli esisteranno per sempre, finchè esisterà la Terra stessa. Sono creature eterne. Ecco come la penso: se esiste un Dio, forse è attraverso gli uccelli che ha deciso di parlare".
 David Almond (da "La storia di Mina")




Ho scelto questa bella citazione di David Almond - famoso e pluripremiato autore di letteratura per l'infanzia, di cui "La storia di Mina"è un vero capolavoro - per accompagnare pochi scatti di una cinciallegra nel mio giardino. Quest'anno il tempo piovoso e nebbioso mi ha reso ancora più difficile fotografare questi graditi ospiti, per i quali metto sempre a disposizione palle di grasso e semini. Quest'anno poi ho appeso anche due piccole mangiatoie, ma ancora non hanno riscosso lo sperato successo tra i piccoli volatili del giardino.

 

Per il momento, oltre alle intraprendenti cinciallegre, ho avvistato anche un pettirosso che abita nel grande cespuglio di alloro... ma, a differenza dello scorso anno, ancora nessuna cinciarella. Chissà, magari nelle prossime settimane avrò il piacere di avvistare anche questo tipo di uccellino!

Le piante da esterno tossiche per gli animali

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Approfitto di questa bella giornata di sole per uscire nel mio giardino e, passeggiando tra cespugli, orto e alberi, incontro diverse piante che possono rivelarsi tossiche per gli animali...  ed ecco quindi lo spunto per questo post. Come già vi ho scritto a proposito delle piante d'appartamento tossiche per cani e gatti, anche in questo caso il pericolo maggiore dipende dal temperamento del vostro animale: un cane irrequieto e giovane tenderà ad "assaggiare" le varie piante molto più di un mansueto cagnolone adulto e ben educato. Bisogna poi specificare che la maggior parte di queste piante risultano pericolose per gli animali erbivori, come i cavalli: sarebbe molto inusuale trovare un gatto che inizia a brucare foglie di quercia o di ippocastano! 


Per fortuna non tutte queste piante sono letali e bisogna sempre considerare che non tutta la pianta può essere velenosa, ma solamente sue parti specifiche. Il grado di tossicità dipende anche dal quantitativo di foglie o bacche ingerito, nonchè dalla specie animale interessata (alcune piante tossiche per i cavalli non lo sono per i gatti). Senza pretese di esaustività, ecco un elenco delle più comuni piante "da esterno" che possono risultare tossiche per gli animali:
  • Acero rosso (Acer rubrum)
  • Agrifoglio (Ilex aquifolium)
  • Albero del sapone (Sapindus saponaria)
  • Albicocco ornamentale (Prunus armeniaca)
  • Alchechengio (Physalis longifolia)
  • Alloro (Kalmia, tossico per cavalli ma non per cani e gatti)
  • Alloro ciliegia (Prunus Caroliniana, tossico per tutti gli animali)
  • Alogeton (Halogeton glomeratus)
  • Amaranto (Amaranthus retroflexus, Sarcobatus vermiculatus)
  • Amarillide (Amaryllis)
  • Arisaema (Arisaema triphyllum)
  • Astràgalo (Oxytropis)
  • Azalea (Rhododendron albiflorum, Rhododendron macrophyllum)
  • Bergenia (Bergenia cordifolia)
  • Campanella rampicante (Ipomea)
  • Cardo giallo (Centaura solstitialis)
  • Chelreuteria (Koelreuteria elegans, Koelreuteria paniculata, Koelreuteria bipinnata)
  • Cicuta velenosa (Conium maculatum)
  • Ciliegio d'Inverno (Solanum capsicastrum)
  • Ciliegio dolce (Prunus avium), Ciliegio acido (amarene) (Prunus cerasus)
  • Cipero o -impropriamente- Papiro (Cyperus alternifolius)
  • Cipolle (coltivate e selvatiche)
  • Colocasia (Colocasia esulenta)
  • Coriaria (Coriaria myrtifolia)
  • Crisantemo (Chrysanthemum mortiforium, Chrysanthemum morifolium)
  • Datura (Datura candida)
  • Dicentra (Dicentra cucullaria)
  • Digitale (Digitalis purpurea)
  • Dulcamara (Solanum dulcamara)
  • Edera (Hedera helix, Hedera helix "Needlepoint", Hedera helix "Ripple")
  • Erba di San Giovanni (Hypericum perforatum)
  • Erba morella (Solanum nigrum)
  • Euforbia spinosa (Euphorbia milii)
  • Felce aquilina (Pteridium aquilinum);
  • Filadelfo (Philadelphus)
  • Fitolacca (Phytolacca americana)
  • Fotinia (Photinia fraseri, P. Serrulata, P. glabra)
  • Fungo prataiolo (Psalliota campestris)
  • Gelsomino diurno e notturno (Cestrum diurnum, Cestrum nocturnum)
  • Gelsomino giallo (Gelseminium sempervirens)
  • Glicine (Wisteria floribunda)
  • Ippocastano (Aesculus glabra, Aesculus hippocastanum)
  • Lìcium (Lycium barbarum)
  • Ligustro (Ligustrum)
  • Lisichiton o Simplocarpo (Symplocarpus foetidus o Lysichitum americanum)
  • Lupino (Lupinus)
  • Mandorlo, noccioli (Prunus amygdalus)
  • Melia (Melia azedarach)
  • Menispèrmo rampicante (Menispermum canadense)
  • Momordica (Momordica charantia)
  • Mostarde, crociferi e crescioni (Brassica, Raphanus, Descurainia)
  • Narciso, bulbi (Narcissus)
  • Noce moscata (Myristica fragans)
  • Noce nera (Juglans nigra, pare sia tossica per gatti e cavalli, non per i cani)
  • Noce vomica (Strychnos nux vomica) contiene stricnina
  • Oleandro (Nerium oleander)
  • Patata comune, tubero (Solanum tuberosum)
  • Pervinca (Vinca minor)
  • Pesco (Prunus persica)
  • Pittosporo (Pittosporum tobira)
  • Podofillo (Podophyllum peltatum)
  • Quercia (Quercus)
  • Rabarbaro (Rheum rhaponticum)
  • Ranuncolo (Ranunculus)
  • Ricino (Ricinus communis)
  • Robinia (Robinia pseudoacacia)
  • Solanacee: molte piante appartenenti a questa famiglia sono tossiche, come la Belladonna, la Ciligia di Gerusalemme (Solanum pseudocapsicum), ma anche il pomodoro e la patata possono rivelarsi nocivi per gli animali.
  • Speronella o Delfinio (Delphinium bicolor, Delphinium glaucum, Delphinium menziesii)
  • Spinacio, foglie crude (Spinacia oleracea)
  • Stramonio (Datura stramonium)
  • Susino (Prunus domestica)
  • Tabacco ornamentale (Nicotiana tabacum)
  • Tasso (Taxus baccata, Taxus canadensis, Taxus brevifolia)
  • Trifoglio spumoso (Daubentonia unica)
  • Uccello del Paradiso (Strelitzia reginae) 


Focalizzando la nostra attenzione sui mici, se volete approfondire i sintomi che alcune di queste piante provocano solo nei gatti (non altri animali quindi) vi consiglio di leggere anche il post di Ilaria dedicato all'argomento. Spero che questa lista possa esservi utile per dare un'occhiata più approfondita ai vostri giardini ed orti, ma come già ricordato nel post scorso sulle piante d'appartamento, è inutile creare allarmismi: animali e piante convivono da secoli con ottimi risultati. Spesso un animale in buone condizioni psicofisiche sa distinguere, grazie all'olfatto, le piante tossiche da quelle commestibili. L'importante, da parte di noi "padroni" coscienziosi, è essere consapevoli dell'ambiente nel quale i nostri animali circolano, così da saper valutare gli eventuali pericoli o intervenire prontamente in caso di emergenza.

L'Oca dal Becco di Rame... una fiaba, anzi una storia vera!

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C'era una volta un'oca, un'oca molto coraggiosa, che si trovò a difendere tutto il suo pollaio da un pericolo mortale: una volpe che, in una terribile notte, era riuscita a superare la rete e minacciava di divorarsi l'intero pollaio. L'oca riuscì nell'impresa, salvando se stessa e tutti i suoi amici, ma ad un gravissimo prezzo: il suo becco si spezzò irreparabilmente. Come avrebbe fatto a nutrirsi? Quale sorte attendeva la nostra oca coraggiosa? Una sorte sorprendente, quella sorte riservata a chi osa e si butta nelle imprese più ardue senza pensare troppo ai "ma" e ai "se"... come l'oca si era buttata a difendere il pollaio, così si "buttò" anche il veterinario che cercò una strada per salvare l'oca, a tutti i costi. E così ideò una protesi in rame, qualcosa di innovativo e mai visto prima d'ora, una protesi a forma di becco che oggi permette alla nostra oca coraggiosa di nutrirsi e vivere normalmente. 

L'Oca dal Becco di Rame, foto tratta dal sito: www.beccodirame.com
Questa è la storia vera dell'oca "Becco di Rame" e del bravissimo dott. Alberto Briganti, il veterinario che l'ha salvata ideando appunto questa protesi di rame unica al mondo, che oggi permette a questa pennuta da 8 kg di alimentarsi e vivere perfettamente la sua vita. Briganti, protagonista di questa straordinaria impresa, ha poi avuto l'ottima idea di raccontare questa storia in forma di fiaba per bambini, rendendosi conto di quanto avrebbe potuto essere importante una tale testimonianza di coraggio e audacia, buona volontà, creatività, empatia, rispetto per tutte le forme di vita e voglia di superare positivamente le avversità. Esiste a proposito un sito dedicato a Becco di Rame, che vi invito a visitare: www.beccodirame.com, ricco di foto, video, testimonianze, rassegna stampa e altri interessanti materiali. Queste sono le storie che fanno bene al cuore, non solo perchè a lieto fine: sono le storie in cui finalmente l'uomo dimostra di saper impiegare la sua intelligenza e le sue capacità tecniche per salvare gli animali, sono le storie in cui gli animali continuano a dimostrarci di saper reagire alle difficoltà in modo sempre nobile e positivo.

Becco di Rame e il dott. Briganti, foto tratta dal sito: www.beccodirame.com
La copertina del libro della fiaba, tratta dal sito www.beccodirame.com
Da questa storia vera è nata anche una fondazione omonima, finanziata con le libere donazioni e con i proventi dati dall'acquisto del libro della fiaba. Gli obiettivi della fondazione sono nobili e meritevoli di attenzione, ve li riporto citandoli direttamente dal sito: "La Fondazione Becco di Rame vuole aiutare tutto il mondo sportivo dei giovani atleti appartenenti al mondo dei protesici-disabili. La Fondazione, oltre a diffondere i valori contenuti nella favola e ad esaltare quelli presenti nel mondo dei disabili, vuole sostenere il loro mondo sportivo con iniziative e aiuti economici per permettere loro una vita normale. Questi giovani atleti devono vedere nello sport un'altra grande opportunità   di vita. Becco di Rame sarà   quindi per loro una vera conferma che, nonostante le difficoltà, il valore del loro impegno supera tutti gli stili di vita che per noi sembrano normali e che sono loro le persone veramente speciali che affrontano e vincono gare sportive e le grandi sfide che la vita gli riserva. Il personaggio Becco di Rame dimostra nella favola, cosi come i disabili nella vita, che, dopo incidenti così gravi, si possa essere migliori di prima e vuole diffondere questo valore. Becco di Rame rappresenta un giusto esempio per il genere umano che al momento affronta una fase di grave degrado dal punto di vista sia fisico che morale". 
Una storia vera e straordinaria che merita di essere conosciuta, divulgata e sostenuta, non credete?

La storia di Mick e Michele: quando l'affetto vince la diffidenza!

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Oggi lascio volentieri la parola alla mia omonima, amica nonchè socia di "A Coda Alta", Silvia G.: ha scritto bellissime considerazioni a proposito di Mick, uno dei gattini che negli scorsi mesi aspettava adozione al gattile di Ferrara. Mick era un micino di pochi mesi, spaventatissimo e senza alcuna fiducia verso l'uomo... guardate queste foto: in pochi mesi, mentre nessuno voleva adottare questo cucciolo così timido, stava diventando un gatto adulto diffidente e schivo.

Mick micino di pochi mesi, spaventatissimo...
... e mentre cresceva, la diffidenza non passava...
... e quasi nessuno lo notava, nè considerava di adottare un micio così schivo.

Il destino di Mick era di restare in gattile per sempre? Sì, se non fosse stato per Michele, che tra tanti mici ha scelto proprio lui, senza farsi scoraggiare dal fatto che fosse un gatto poco socievole. Ed ecco cosa scrive Silvia G. a proposito di questa adozione:

Michele ci ha mandato delle foto del micio che ha adottato da noi al gattile e cogliamo l'occasione per condividere con voi l'esperienza di questo splendido micetto, Mick. Mickè stato trovato abbandonato a due mesi e portato da noi in gattile. Ha manifestato fin da subito un'indole selvatica e poco socievole. Possiamo tranquillamente dire che era una piccola, adorabile "iena"! Crescendo, Mick ha smussato un poco il suo carattere, ma è rimasto sempre schivo e dall'aria "aggressiva" (come potete vedere nella prima foto, qui in basso a sinistra). 


Ovviamente veniva ignorato da tutti, nessuno lo voleva adottare. Finchè un giorno è arrivato Michele che si è innamorato di lui a prima vista e l'ha voluto così per come era, senza farsi scoraggiare dal suo caratterino. Michele ha accolto Mick nella sua casa ed ora, con molta pazienza e rispettando i suoi tempi, è riuscito a rendere Mick un perfetto micetto da divano super rilassato (come vedete nella foto a destra)! Diventerà mai un micio affettuoso al punto da farsi prendere in braccio e coccolare? Non lo sappiamo, ma sappiamo per certo che, se non ci fossero persone come Michele che non si fermano davanti alle apparenze, molti mici che ora sono felicemente adottati sarebbero ancora in gattile con tutte le probabilità d rimanerci per sempre. Non ci stancheremo mai di lanciare questo messaggio: un gatto che in gattile è indocile, soprattutto se giovane,  può tranquillamente diventare un micio da compagnia in una casa dove ha costanti attenzioni tutte per sè, cosa che in gattile, anche con tutto il nostro impegno, non riusciamo a dargli al meglio. Basta rispettare i loro tempi e le loro esigenze, non pretendere tutto e subito e soprattutto farli sentire amati, così per come sono. Grazie Michele e buona vita Mick!!

Ed ecco Mick sul suo divano, molto più rilassato!
Che sguardo dolce, finalmente!
Non credo di dover aggiungere altro a questa bella storia vera, se non che ci sarebbe bisogno di molte, molte più adozioni come questa. A questo proposito, se state pensando di adottare un micio e ne avete proprio notato uno timidissimo, vi invito a leggere anche la storia di Tom e Daniela, analoga a quella di Mick e Michele: date un'opportunità ai mici più schivi, ne hanno tanto più bisogno!
In chiusura di questo post auguro a tutti voi una buona ripresa di settimana e abbiate pazienza se sto latitando dai vostri blog... è un periodo un pò complicato, passerà!

"A Coda Alta: Amicizie vere tra gatti e umani": il libro!

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Oggi, in occasione della festa del gatto, sono lietissima di presentarvi il primo libro della mia associazione di volontariato: "A Coda Alta. Amicizie vere tra gatti e umani", edito per Este Edition. 
Si tratta di un'antologia di racconti di gatti, tutte storie vere di vita vissuta a due e quattro zampe, che sapranno divertirvi, commuovervi, allietarvi, farvi riflettere e anche scaldarvi il cuore. L'idea di questo libro è nata tra il 2011 e il 2012 quando, in occasione delle nostre iniziative dedicate alla festa del gatto nero, ci siamo resi conto di quanta voglia c'era da parte delle persone di raccontare la storia del loro micio. Così, mentre intanto la nostra associazione cresceva, abbiamo raccolto sempre più storie, finchè nel 2013 ci siamo buttati nell'avventura di questa pubblicazione, che riunisce alcuni racconti dedicati ai gatti neri ad altri racconti, completamente inediti, che hanno per protagonisti mici di tutti i colori. Siamo davvero tutti molto orgogliosi e contenti di questo nostro primo libro, perchè si tratta di una testimonianza importante di come gatti e uomini possano cambiarsi la vita a vicenda.


Il libro costa 12 euro e, se acquistato direttamente da noi di "A Coda Alta", l'importo andrà completamente a sostegno della nostra associazione onlus, in particolare sarà impiegato per i mici del Gattile Comunale di Ferrara (ne siamo i gestori dal 1 giugno 2013) e per la cura dei gatti abbandonati a carico dell'associazione. Se siete interessati, contattatemi oppure scrivete a info@associazioneacodaalta.it.
La curatrice del libro sono stata io ed è stata una bellissima esperienza poter dare il mio contributo per questo bel progetto. Dal retrocopertina: "Questa nostra antologia narra di gatti: delle loro vite e vicende, tra fortune e disastri, amori e amicizie, addii e piccoli miracoli. In queste pagine troverete i vostri gatti, quelli che ci avete raccontato con passione, tenerezza e, a volte, un pizzico di nostalgia. Leggerete di gatti in balìa del terremoto, oppure di felini che attraversano la Manica e che decollano in business class, e ancora di gatti scampati alla morte più e più volte, ma anche di cuccioli svezzati da mano umana, così come di semplici mici di casa e di cortile, che allietano le nostre vite con la loro straordinaria presenza. Questa antologia di storie, promossa dall’Associazione “A Coda Alta” di Ferrara, vuole raccontare le mille sfumature di quella verità che ogni gattofilo sa per esperienza: non esiste dono più grande dell’amore di un gatto".

Una stagione: l'inverno (2014 - 2)

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Più che inverno, è stato un continuo autunno, che talvolta ha lasciato posto a giornate di anacronistica e improvvisa primavera. Le foto che oggi vi mostro le ho scattate il mese scorso, ma non avevo ancora avuto occasione di pubblicarle... 

Paciocca annusa l'erba e le margherite che, anche in gennaio, hanno continuato a fiorire!
 

Sembrano immagini di primavera, ma sono scatti dello scorso gennaio!
Nelle scorse settimane è piovuto, piovuto, piovuto... i campi si sono inzuppati come spugne, i fossi e i canalini di scolo tra le coltivazioni spesso sono straripati, ma per fortuna dalle mie parti non ci sono stati altri danni, come purtroppo è accaduto in tante zone d'Italia.
 
Paciocca procede incerta sulla terra zuppa e fangosa
Uno stormo di uccelli plana sul campo bagnato, in una giornata che sembra di primavera
Un dettaglio del "laghetto" apparso nel campo dietro casa mia
Le temperature di queste settimane sono state davvero molto al di sopra della norma: da quando è iniziato questo 2014 non abbiamo avuto nessuna gelata e anzi, molto spesso c'era uno strano tepore umido. Gli alberi e le coltivazioni si sono adeguate e tante piante hanno già le gemme gonfie: speriamo che non arrivi un'ondata di gelo proprio adesso!

La calendula, che ha continuato a vegetare e fare fiori da quest'autunno, senza fermarsi mai!
Il giacinto, già spuntato diverse settimane fa
A meno che non arrivino "colpi di coda" invernali in quest'ultimo mese, quest'anno abbiamo avuto davvero una stagione sui generis che, lo ammetto, mi ha lasciata un pò insoddisfatta. Il vero freddo, quella sensazione di gelo limpido e cristallino, mi è un pò mancato... e tra poco sarà già ora di pensare a fiori e rondini!

Paciocca osserva il pelo dell'acqua dello stagno

Vi auguro un buon weekend e vi prego di scusarmi se ormai sono davvero poco presente sui vostri blog... è un periodo pieno di impegni e attività, che durerà almeno per un paio di mesi, perciò anche i miei post saranno meno frequenti... ma spero ugualmente seguiti! Saluti a tutti voi e coccole ai vostri pelosi!

Una stagione: l'inverno...? (2014-3)

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Di solito non mi piace proporvi post ripetitivi, e so che anche l'ultimo post era della serie "una stagione...", eppure le foto che ho scattato oggi meritano davvero di essere pubblicate seduta stante, a testimonianza di quanto sia veramente incredibile questo inverno (?). Il mio albicocco è fiorito già da diversi giorni!!! 



I pioppi bianchi sono già pronti a "scoppiare" di fiori e foglie...


Il tappeto erboso è coperto di fiori sempre più numerosi: violette, margherite, dente di leone e non ti scordar di me...



E mentre continua a piovere e i campi sono pieni di pozze d'acqua, un salice è già pieno di nuove foglie:



Certo che se questo è l'inverno... come sarà la primavera?

Gatti Sostenibili: anche il nostro micio ha un'impronta sull'ambiente!

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Recentemente mi sono imbattuta in un'interessante e simpatica campagna, volta a ridurre l'impatto ambientale dei nostri amici a quattrozampe: "Gatti Sostenibili". La cosa non deve sorprenderci, perchè se ciascuno di noi con i propri consumi e il proprio stile di vita incide sulle risorse e il livello di inquinamento del pianeta, lo stesso vale per i nostri animali domestici. In particolare, è stato calcolato che ogni micio consuma ben 220 Kg di lettiera all'anno: la cosa diventa problematica in quanto i più comuni tipi di lettiera (di origine minerale) non sono  riciclabili e smaltirli è un costo importante. La campagna "Gatti Sostenibili"  promuove ed incentiva l'uso di lettiere completamente vegetali e biodegradabili, che possono essere buttate nel compost domestico: questo abbatte l'impatto dei rifiuti del micio in maniera sostanziale!




Hanno aderito a questa meritevole campagna alcuni Comuni d'Italia, ma tutti noi possiamo informarci e chiedere nei punti vendita specializzati una lettiera vegetale ed ecocompatibile. In questo modo non solo risolveremo il problema dei rifiuti del nostro singolo gatto, ma daremo anche un incentivo alla diffusione di questo nuovo tipo di lettiera. Inoltre, per far diventare "sostenibile" il nostro micio, possiamo osservare anche questi buoni consigli (tratto da www.gattisostenibili.it)

  Scegli LETTIERE VEGETALI

in materiali compostabili come cereali e cellulosa, meglio se prodotte con materie prime italiane:
- tutelano la salute del gatto e dei suoi proprietari: meno polveri dannose per le vie respiratorie, assenza di sostanze pericolose;
- riducono i danni ambientali derivanti dall’utilizzo di lettiere minerali (sfruttamento del suolo, inquinamento dell’aria, produzione di rifiuti non recuperabili).

  MENO SPRECHI per un gatto sano

Circa un gatto su quattro è in sovrappeso, perché riceve più cibo di quanto gliene serva realmente. Chiedi un corretto programma alimentare al tuo veterinario: ridurrai gli sprechi e avrai un gatto più sano e dinamico!

L’importanza di una SPESA CONSAPEVOLE

Nella scelta di prodotti alimentari, giochi ed accessori per il tuo amico, seleziona prodotti con imballaggi ridotti e riciclabili, verificando anche la provenienza e la qualità delle materie prime (es. alimenti “cruelty free”). Acquista solo ciò che è indispensabile e, quando puoi, usa la tua creatività: da oggetti di scarto possono nascere giochi molto interessanti! Ve ne ho parlato anche io QUI e QUI.

La STERILIZZAZIONEè un gesto di responsabilità!

La sovrappopolazione felina è un problema sociale, ma anche igienico-ambientale: facciamo nascere dei piccoli mici solo se siamo in grado di garantire loro una vita dignitosa! In Italia, ogni 9 minuti un gattino viene lasciato a se stesso: promuovi la sterilizzazione, per contrastare abbandoni e randagismo.

"L'educazione felina" di Bertrand Visage

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Scovato sulle bancarelle, questo "romanzo di formazione felina" racconta di come il micino Nelson Olalla impara, giorno dopo giorno ed esperienza dopo esperienza, a diventare un fiero gatto di strada, capace di rubare coccole alle gattare di paese, come di trascorrere impenitenti notti selvagge al chiaro di luna. E' un libro in cui la libertà del gatto randagio si respira in tutte le sue sfaccettature, buone e cattive: dalla fame terribile che morde allo stomaco, all'ebrezza favolosa della caccia alle rondini... e con Nelson, impariamo ad essere gatti adulti, sornioni e saggi.


Nella sua prefazione, il compianto Giorgio Celli coglie in pieno il merito principale di questo libro: Nelson Olalla, così come tutti gli animali che partecipano alla sua storia, è ben poco "umanizzato". Lea, la gatta randagia che ha partorito Nelson e i suoi fratelli in una condizione di estremo pericolo, mostra tutta la ferocia necessaria all'animale che vuole sopravvivere, a tutti i costi. E gli uomini, che spesso restano solo sullo sfondo delle vicende, non ci fanno una figura più caritatevole: tante volte sono percepiti come lunatiche creature capaci di fare il bello e il cattivo tempo, con gravi conseguenze per tutti gli altri animali. Tuttavia "L'educazione felina", che è stato ripubblicato anche sotto il titolo di "La storia di Nelson Olalla" sempre da Franco Muzzio Editore, non è un libro triste o sofferto... semplicemente molto realistico.


A sorpresa, i capitoli che più mi hanno colpita sono quelli dedicati alla rondine Edith, che deve farsi forza e spiccare il volo dal suo nido... per poi lanciarsi nell'impresa della vita di ogni rondine: migrare, con l'arrivo dell'inverno, dall'Europa all'Africa. La delicatezza e la veridicità con cui Visage racconta di Edith, delle sue pene e del suo coraggio durante quel lungo e disperato viaggio, mi è davvero rimasta nel cuore... e mi ha fatto sognare, per la durata di qualche pagina, di essere veloce, leggera e determinata come una piccola rondine.

"L'uomo che piantava gli alberi" di Jean Giono

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Il post di oggi è un piccolo regalo per tutti coloro che ancora non hanno avuto la fortuna di conoscere il meraviglioso racconto "L'uomo che piantava gli alberi" dello scrittore francese Giono Jean. La storia è toccante: il solitario pastore Elzèard Bouffier, contando semplicemente sulle proprie forze, un'incrollabile convinzione e un impegno quotidiano, dedica l'intera vita a piantare alberi in una regione arida vicino alle Alpi della Provenza. Elzèard parla poco ma lavora sodo; sembra vivere in uno stato di pacificazione e di serenità personale che riescono a garantirgli una determinazione ammirevole nel portare avanti la sua "missione", senza curarsi delle difficoltà presenti o degli eventuali fallimenti futuri. Ed è così che l'arida zona si trasforma, seme dopo seme, anno dopo anno, in una verdeggiante vallata dove la vita - anche umana - si manifesta con gioia e spontaneità. 


Credetemi: le mie parole non bastano per descrivervi quanto bene possa fare leggere questo meraviglioso racconto, facendone proprio lo spirito. Si tratta di una storia talmente bella, sapientemente narrata e poetica, che si spera con tutto il cuore possa essere accaduta realmente. In verità è frutto della fantasia dell'autore, una storia davvero esemplare sul rapporto uomo-natura ma anche sul rapporto di ciascuno di noi verso il resto dell'umanità: il nostro prossimo più immediato, così come le generazioni che verranno. Il libro, edito in Italia da Salani, è lungo circa 50 pagine, le quali racchiudono più e più spunti per preziose riflessioni sul nostro ruolo nel mondo e nella nostra epoca, sull'importanza di essere "gocce nell'oceano" e su quali principi dovrebbero ispirare la nostra vita. Il racconto di Jean Giono è stato poi d'ispirazione per questo cortometraggio del 1987, diretto da Fredric Back, che ha vinto meritevolmente l'Oscar nel 1988.


E io lo propongo a voi, consigliandovi davvero di cuore di prendervi una mezz'ora del vostro tempo per assaporarne la poesia e il messaggio che tutti noi dovremmo fare nostro: "gli uomini potrebbero essere altrettanto efficaci di Dio in altri campi oltre la distruzione". Buona visione, in questo ultimo weekend d'inverno!

La storia dell'acqua in bottiglia

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Oggi ricorre la Giornata Mondiale dell'Acqua, ricorrenza fissata dalle Nazioni Unite fin dal 1992 per stimolare tutta la popolazione del mondo ad un uso più consapevole della più preziosa (e limitata!) risorsa del nostro pianeta. In particolare, quest'anno l'accento è posto sul forte legame tra acqua ed energia: la risorsa idrica è fondamentale in ogni processo produttivo, nonchè nel generare energia. Da parte mia, vi propongo questo interessante video, "La storia dell'acqua in bottiglia", dove vediamo per l'ennesima volta quanti danni possano fare il consumismo e la perenne ricerca del guadagno economico, anche ai danni di persone e ambiente:


Certo, questo video è riferito soprattutto agli Stati Uniti, ma le cose non sono molto diverse nel nostro paese: il concetto è lo stesso! Inoltre, vi invito a rileggervi i miei post su cos'è l'acqua virtuale e come possiamo capire quanta acqua davvero consumiamo con il nostro stile di vita, grazie al calcolo dell'impronta idrica. Buona giornata dell'acqua a tutti, perchè il nostro oro blu non venga sprecato e anzi possa essere disponibile per ciascuno, soprattutto pensando al dramma di chi ancora si vede negato il diritto vitale di avere l'accesso all'acqua potabile.

La storia di Piero e Annamaria: dopo le sofferenze, finalmente la felicità

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E' un pò che non vi racconto una storia vera a lieto fine! Oggi allora ho il piacere di raccontarvi di Piero, questo bel micio rosso che purtroppo ha patito tanto, prima di trovare la felicità. All'epoca della vicenda Piero ha poco più di dieci anni, vissuti sempre da gatto di strada. Ma un giorno accade il dramma: viene investito da una mietitrebbia e portato al gattile di Ferrara dai soccorritori. I veterinari riscontrano gravi ferite da taglio e fratture; viene operato e la prognosi di cura è molto lunga, solo il tempo potrà dire se e quanto Piero si riprenderà.
Il povero Piero è depresso e apatico, il suo sguardo sempre rivolto al muro, sembra preferisca morire piuttosto che combattere per tornare alla vita… ma in realtà è solo un’estrema timidezza, che lo porta a non reagire neppure al dolore. I volontari gli dedicano ogni giorno coccole e attenzioni, ma lui resta sempre acciambellato su se stesso.


A distanza di un mese, Piero zoppica in modo grave e, se nessuno lo adotta, da regolamento andrebbe re-immesso nella sua colonia. Le volontarie di "A Coda Alta" allora decidono di fare un appello disperato per la sua adozione: dopo tanta sofferenza, il suo destino non può essere ancora la strada!
A distanza di pochi giorni, veniamo contattate da Morena… che vuole venire a conoscere proprio Piero! Ci spiega che purtroppo si sta spegnendo la sua gatta Diamante, una micia anziana che soffre di insufficienza renale. L'idea è che Piero potrebbe entrare a far parte della sua famiglia, una volta che Diamante fosse andata sul ponte dell'arcobaleno.
 

L'anziana micia si spegnerà il 30 Dicembre e Annamaria, la mamma di Morena, decide il giorno stesso di portare a casa Piero, a tre mesi esatti dal suo brutto incidente. Quest'adozione, che noi volontari chiamiamo "del cuore" perchè rivolta a un micio in particolare difficoltà, è una delle scelte più belle che le persone decidano di fare! Di solito i mici "da adozione del cuore" sono animali che hanno vissuto esperienze fortemente traumatiche, delle quali possono portarsi i segni in modo duraturo: non adottarli significa condannarli a una lenta morte nell'indifferenza e nella paura. Oggi Piero, anche se zoppica sempre, ha finalmente scoperto cosa vuol dire essere amato: fa le fusa e prende volentieri le coccole. La sua nuova vita, dopo tanto patire, finalmente è cominciata!


Recentemente "A Coda Alta" ha assegnato ad Annamaria un riconoscimento per l'adozione del cuore di Piero, "per aver saputo guardare con gli occhi del cuore e per aver colto la luce di un micio speciale, che pochi sanno riconoscere, aldilà del suo aspetto fisico e del suo stato di salute".

Una stagione: la primavera (2014 - 1)

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Quest'anno è arrivata "ufficiosamente" già da fine febbraio, ma ora che è ufficialmente qui, in questo primo weekend.. festeggiamo la primavera tuffandoci in un mare di margherite!








Sole e cielo azzurro, aria tiepida, tappeti floreali, le prime verdissime chiome degli alberi appena spuntate, gatti e margherite... cosa volere di più? Buon weekend a tutti!

L'uovo di Pasqua per aiutare i delfini!

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Cari amici, ancora poche settimane e sarà Pasqua... avete già comprato le uova di cioccolato?  Cogliete l'occasione di unire l'utile al dilettevole, andando in piazza il prossimo weekend (5 e 6 aprile) e acquistare l'uovo di Pasqua della LAV! La Lega AntiVivisezione sta portando avanti proprio in queste settimane un’importante campagna contro i delfinari, per liberare questi animali speciali, intelligentissimi e sensibili che sono i delfini, che possono vivere una vita degna solo in piena LIBERTA’.



A sostegno di questa campagna, la LAV organizza la tradizionale vendita di uova di Pasqua: costano 11 euro ciascuna e sono di ottimo cioccolato fondente. Il devoluto andrà appunto alla campagna contro i delfinari e ai banchetti potrete anche firmare la petizione (sottoscrivibile subito anche on-line, mi raccomando di firmare!): http://www.lav.it/petizioni/petizione-per-liberare-i-delfini 


Firmando la petizione, chiederemo tutti insieme una nuova legge che vieti l'importazione di delfini, altri cetacei e balene a scopo di esposizione, spettacolo e intrattenimento, nonché il divieto di far riprodurre i delfini in cattività, anche con pratiche di inseminazione artificiale e la chiusura di tutti i delfinari. PER CAPIRE DOVE SI TENGONO I BANCHETTI NELLA VOSTRA CITTA’ consultate: http://www.lav.it/lav-in-piazza . Che ne dite? Questa Pasqua festeggiamo tutti con le uova LAV!

Le api e "Un mondo in pericolo: molto più del miele"

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Negli scorsi giorni ho avuto modo di vedere questo film-documentario: "Un mondo in pericolo, molto più del miele", che mi ha spalancato gli occhi sull'apicoltura e i problemi connessi ad essa. Sapevo già da tempo che la produzione agricola mondiale dipende per ben 1/3 dal "lavoro" degli impollinatori spontanei, come api, farfalle ed altri insetti... sapevo già da tempo che purtroppo gli sciami di api allevate nel mondo (soprattutto in Europa e Nord America) stanno godendo di pessima salute (si stima che lo spopolamento degli alveari sia del 20-50%)... ma non sapevo molto altro! Ad esempio non immaginavo che in America gli apicoltori trasportino le loro centinaia alveari via TIR, spostandoli per tutti gli Stati Uniti a seconda della stagione, "inseguendo" le fioriture sulle quali le api andranno a svolgere la loro indispensabile azione impollinatrice.


Le api infatti, come altri insetti come i bombi e le farfalle, passando da fiore a fiore e "sporcandosi" di polline, riescono a fecondare i fiori delle piante: da ciò dipende in maniera consistente non solo la nostra produzione agricola, ma anche la riproduzione della maggior parte delle piante selvatiche. Capite quindi che, nel momento in cui le api diminuiscono drasticamente, non solo ne risentono le coltivazioni umane, ma scricchiola anche tutto l'equilibrio di un certo ecosistema, dove ogni pianta svolge un suo ruolo.
Si può allora ben capire perchè Einstein abbia detto che: "Se un giorno le api dovessero scomparire, all’uomo resterebbero soltanto quattro anni di vita".

Immagine tratta dal sito ACREMAR
Per realizzare il film "Un mondo in pericolo", che consiglio a tutti sia per le immagini spettacolari delle api ma anche per l'approfondimento dei questi temi, il regista Markus Imhoof ha viaggiato per cinque anni, dal Nord America all’Europa, dalla Cina all’Australia. Il risultato è il racconto non solo dello straordinaria società nell'alveare, ma anche delle vite, vicende e punti di vista di diversi apicoltori nel mondo. C'è ad esempio un apicoltore svizzero che cerca di salvaguardare un particolare tipo di ape autoctona, l'ape nera, che sta scomparendo perchè soppiantata da quella "a righe", meno pungente (letteralmente). Poi vediamo due enormi TIR trasportare per tutti gli Stati Uniti centinaia di alveari: l'apicoltore americano non si vergogna a dire che si tratta di business e poco importa se questo stressa le api e conduce un alto numero di sciami alla morte. Vediamo anche apicoltori austriaci che vendono e spediscono per via postale pacchettini contenenti api regine (appositamente allevate per questo) con un ristretto numero di operaie.

Api morte, foto tratta dal sito http://salviamoleapi.org/
Si tratta veramente di un documentario insolito e interessantissimo, realizzato con professionalità e correttezza scientifica, che getta luce sul grave problema che è oggi la moria delle api domestiche (ossia quelle appositamente allevate dagli apicoltori): non solo sono più "stressate" delle selvatiche (l'esempio del trasporto via TIR è lampante!), ma sono anche più vulnerabili agli attacchi di parassiti e malattie, per questo sopravvivono solo se imbottite di antibiotici. Ma, ovviamente, la minaccia più significativa per le api è costituita dai pesticidi chimici, oggi diffusissimi nella nostra agricoltura industriale. Sembra davvero che ogni attività umana sia diventata talmente invasiva da danneggiare in maniera irreparabile gli equilibri naturali.

Immagine tratta dal sito http://salviamoleapi.org/
Cosa possiamo fare per opporci a questo andamento? Prima di tutto possiamo firmare la petizione che Greenpeace ha attivato per chiedere e ottenere l’eliminazione dei sette pesticidi più dannosi per le api: clothianidin, imidacloprid, thiametoxam, fipronil, clorpirifos, cipermetrina e deltametrina. Su www.salviamoleapi.org, oltre a poter esplorare questo sito ricco di informazioni sulle api e le minacce che stanno mettendo a rischio tutto il mondo, troverete le istruzioni per firmare la petizione: chiedo a tutti i miei lettori di fare questo piccolo gesto! 
Inoltre potete piantare nel vostro giardino o sul vostro balcone qualche pianta fiorita "amica della api": un progetto tutto italiano portato avanti ad esempio da EUGEA, ma potete anche consultare questo elenco di Greenpeace dei fiori prediletti dalle api. L'idea è di creare zone "salva-api" dove questi utilissimi e affascinanti insetti trovino polline e rifugio. Una bella idea è anche di seminarli in un parco pubblico: ravviveranno la zona e aiuteranno le api! Infine, potete scaricare il report "Api in declino" sempre di Greepeace... perchè informarsi non è solo un diritto: quando si tratta della salute del nostro pianeta, è prima di tutto un dovere.

"Nel regno dell'armonia" di Jeffrey Moussaieff Masson

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Ovvero "quello che gli animali possono insegnarci sulle origini sociali della tolleranza e dell'amicizia".  Il celebre J.M. Masson, già autore di numerosi e famosi saggi sulla vita emotiva degli animali, ci narra un suo personale e ardito "esperimento": cosa può succedere se si allevano insieme e fin da piccolissimi alcuni animali "nemici per natura"? Le "naturali" ostilità possono venire appianate e sostituite da una pacifica (o quantomeno indifferente) convivenza, grazie all'abitudine quotidiana a "frequentare" le rispettive diversità? Gli istinti predatori possono venire "dominati" in nome di un riconoscimento reciproco come componenti di una stessa famiglia? E, se gli animali dovessero riuscire proprio in questo, perchè per noi esseri umani è così difficile evitare i pregiudizi, le ostilità, perfino le guerre e i genocidi? Queste le domande a cui questo interessante libro cerca di dare una risposta, partendo proprio dall'esperienza dell'autore nell'allevare insieme un gatto, un cane, due polli, due ratti e un coniglio.


Con stile personale e appassionante, Masson ci racconta di come ha scelto e individuato gli animali che avrebbero fatto parte della sua famiglia per questo "esperimento"... e, pagina dopo pagina, ci narra di come sia complesso, ma anche sorprendente e straordinario il processo che porta diversi animali a riconoscersi a vicenda come parte di una stessa famiglia, superando anche gli istinti primordiali. Uno dei tratti migliori di questo libro è l'obiettivo puntato su ratti e polli, animali di solito bistrattati e disprezzati, che qui dimostrano di avere una personalità e una capacità comunicativa eccezionali. Per non parlare dell'affetto che tutti manifestano verso gli uomini, considerati "i punti di riferimento" della loro piccola ma eterogenea comunità: che si tratti dei "soliti" cani e gatti, oppure degli inusuali ratti, conigli e polli, è all'uomo che tutti guardano come il loro benefattore, il loro capofamiglia, il loro protettore. E' qualcosa che fa riflettere: la fiducia che i nostri animali domestici ripongono in noi ci investe di una grande responsabilità. Ma ancora di più fa riflettere il fatto che gatti e ratti, cani e polli possano trattenere i propri istinti predatori e la propria aggressività nel momento in cui si riconoscono membri di una stessa famiglia. E l'umanità, da sempre attraversata da sanguinosi conflitti, scontri e prevaricazioni di ogni genere, quanta strada ha ancora da fare prima di riconoscersi come un'unica famiglia? Eppure, "contatto, familiarità, conoscenza ed educazione, sotto forma di esperienza diretta, possono racchiudere il segreto della coesistenza pacifica - anche per gli umani" (J.M. Masson, Nel regno dell'armonia, Tropea, p. 126).

Una stagione: la primavera (2014 - 2)

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In questi giorni non posso fare a meno di ammirare e immergermi in questi verdi splendenti delle foglie nuove, che ormai frusciano con gioia e convinzione sugli alberi e fanno bella mostra di sè tra cespugli, piante fiorite e prati erbosi. Purtroppo per i prossimi giorni di Pasqua e Pasquetta le previsioni mettono rovesci e piogge... ma mi consolo anticipatamente con questi scatti.


Che meraviglia la primavera!
Ogni volta che penso di sapere cosa aspettarmi dalla natura nelle varie stagioni, ecco che invece colgo particolari nuovi che mi erano sfuggiti fino a quel momento... quest'anno, ad esempio, mi sono soffermata sulla rinascita primaverile dei noci: le foglie quasi trasparenti mescolano un luminoso verde con una sfumatura rossa... e i fiori sembrano di lana lavorata a ferri.



Sulle strade di campagna, pedalando in bicicletta in queste giornata sfavillanti, resto incantata ad ammirare i bordi erbosi ricchi di ranuncoli fioriti: macchie gialle lucenti che si vedono anche a grande distanza.



Che altro dirvi? Beh, questo...

La frase del giorno: Deepak Chopra

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“Ogni giorno troverò il tempo per entrare in comunione con la natura e per percepire in silenzio l’intelligenza che è in ogni essere vivente. Mi siederò e, in silenzio, osserverò il tramonto, oppure ascolterò il rumore dell’oceano o di un corso d’acqua, o semplicemente sentirò il profumo di un fiore. Nell’estasi del mio silenzio attraverso la comunione con la natura godrò del palpitare eterno della vita, del campo della potenzialità pura e della creatività illimitata.”
  Deepak Chopra



Meditiamo queste bellissime parole, mentre si festeggia la Giornata della Terra... e, proprio a questo proposito, vi propongo un meraviglioso video realizzato dai ragazzi dell'istituto d'arte "Enrico Galvani" di Cordenons (Friuli). Purtroppo oggi qui spioviggina e sembra di essere piombati in autunno... ma cercherò comunque un momento per uscire in giardino: in fondo anche la pioggia fa parte del meraviglioso mondo naturale nel quale viviamo! Buona giornata della Terra a tutti.
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