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Acqua virtuale: cos'è e perchè è importante conoscerla

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In queste settimane sto portando avanti un progetto nelle scuole superiori che mi sta dando moltissima soddisfazione: si tratta di lezioni di educazione ambientale, sul tema dell'acqua virtuale e dell'impronta idrica. Dato che credo che siano argomenti meritevoli di attenzione e poco conosciuti, ve ne parlo un pò anche qui sul blog. Oggi mi concentrerò sul tema dell'acqua virtuale: ne avevate mai sentito parlare?


Il concetto di "acqua virtuale" è stato studiato e approfondito dal prof. John Anthony Allan: in pratica, si tratta del volume di acqua dolce che è stato consumato nel corso della produzione di un prodotto, nel luogo della sua produzione. Facciamo un esempio concreto... quanta acqua virtuale pensate che possa "nascondersi" in una tazzina di caffè? E' presto detto...

Immagine e dati tratti dalla presentazione generale su www.waterfootprint.org, Hoekstra&Chapagain

Com'è possibile? Si deve pensare che, per avere la nostra fumante tazza di caffè, non consumiamo solo il minimo quantitativo di acqua per la caffettiera. Infatti, per ottenere qualche cucchiaino di polvere caffè, prima di tutto abbiamo dovuto coltivare la pianta del caffè e successivamente raccogliere e lavorare i chicchi, infine confezionare e trasportare fino a casa nostra il pacchetto della preziosa polvere di caffè: tutte queste attività richiedono acqua! Ecco perchè, allora, ogni volta che ci beviamo una tazzina di caffè, ci stiamo anche "bevendo" 140 litri d'acqua.

Si consuma acqua durante tutto il processo produttivo, dalla coltivazione fino alla tazza di caffè.
Se facciamo un breve excursus per immagini di alcuni dei prodotti più diffusi nella nostra giornata, scopriamo che, ahimè, ci "beviamo" moltissima acqua virtuale, che va ad accrescere i nostri consumi idrici in modo estremo: 1 kg di manzo "nasconde" 15500 litri, 1 kg di maiale "nasconde" 5900 litri, 1 foglio di carta A4  nasconde 10 litri, ecc. (dati www.waterfootprint.org).

Immagine e dati tratti dalla presentazione generale su www.waterfootprint.org, Hoekstra&Chapagain

Immagine e dati tratti dalla presentazione generale su www.waterfootprint.org, Hoekstra&Chapagain

Immagine e dati tratti dalla presentazione generale su www.waterfootprint.org, Hoekstra&Chapagain

Immagine e dati tratti dalla presentazione generale su www.waterfootprint.org, Hoekstra&Chapagain
A cosa serve sapere il contenuto di acqua virtuale di un prodotto? Essenzialmente, deve servire per renderci consapevoli del "peso" (in questo caso in termini di consumi idrici) delle nostre scelte e stili di vita quotidiani.
Solo se siamo informati possiamo anche agire in modo responsabile e ridurre i nostri consumi... magari bevendo una tazzina di caffè in meno, oppure scegliendo di consumare meno carne e più verdura, e soprattutto evitando categoricamente ogni spreco di cibo: troppa preziosa acqua si "nasconde" in esso!
Pensate che se lasciamo nel piatto un quarto di pizza margherita, perchè non abbiamo più fame o siamo a dieta, stiamo sprecando circa 300 litri d'acqua!

Immagine tratta da Wikipedia, dati www.waterfootprint.org
Non sprecare acqua e anzi ridurne il consumo è indispensabile, non solo perchè l'acqua è un bene di vitale importanza in sé, ma anche perchè esistono situazioni drammatiche di crisi idrica che portano alla morte di milioni di persone nel mondo. Mentre noi fortunati delle nazioni ricche abbiamo acqua a volontà e ne consumiamo moltissima (su questo tornerò nel prossimo post), pensate che oggi ancora 1 miliardo di persone non hanno l'accesso all'acqua potabile, mentre 2,5 miliardi di persone non hanno una quantità d'acqua sufficiente per soddisfare le minime esigenze alimentari e igienico-sanitarie.

Immagine tratta da web, QUI
Il dato più sconfortante è fornito da WHO e UNICEF: ogni 15 secondi muore un bambino per malattie connesse alla qualità idrica, come colera, malaria, dissenteria. Dovunque manchi acqua potabile, manca anche la vita. Naturalmente non basta consumare meno acqua nelle nazioni ricche per risolvere questi problemi,  che sono questioni soprattutto di giustizia sociale... ma iniziare a ridurre i consumi è il primo passo, come cercherò di spiegarvi meglio nel prossimo post.
Per il momento mi fermo qui, rimandando al prossimo post l'altro argomento strettamente legato all'acqua virtuale, quello di impronta idrica. Nel frattempo, meditate questi dati.

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