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Channel: Rumore di fusa
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"Un gatto a Parigi", meraviglia dell'animazione tradizionale

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Dallo scorso dicembre e ancora in questi giorni sta uscendo, solo in alcune delle sale italiane, un lungometraggio animato che merita più di un applauso: Un gatto a Parigi (titolo originale Une vie de chat, la vita di un gatto), prodotto dallo studio francese Folimage. Candidato agli Oscar come miglior film d'animazione 2012, si tratta di una perla dell'indimenticato cinema animato "tradizionale": interamente disegnato a mano e realizzato con tecniche d'animazione classiche, riesce a incantare lo spettatore grazie a colori, scene e scelte prospettiche che dipingono personaggi e ambientazioni parigine in modo semplicemente magico. La storia è un vero e proprio noir animato e, pure con l'atteso e immancabile lieto fine, riesce a non essere banale o infantile; merito anche dei personaggi estremamente credibili e ben approfonditi, pure nell'arco di solo un'oretta di film. Il gatto Dino è solo uno dei protagonisti ed è, con buona pace delle solite versioni antropizzate e favolistiche degli animali, un vero e proprio felino: caccia e uccide, graffia e soffia, fa la fusa solo alle persone di cui si fida e diffida delle altre, con il buio scorrazza sui tetti ma al mattino torna sempre a dormire tra le braccia della sua "padroncina".


Come quasi tutti i gatti che si rispettino, Dino si divide tra due vite: sornione e placido di giorno accanto a Zoe la sua padroncina, al calare della sera il gatto balza e vagabonda sui tetti di Parigi, accompagnando nei suoi furti il ladro gentiluomo Nico. Entrambi ignari della doppia vita di Dino, sono vane le richieste di Zoe e di Nico rivolte al micio di stabilirsi, per più di mezza giornata, nell'una o nell'altra casa: segno inequivocabile che il gatto è così per natura, domestico e selvatico, mite e irrequieto, coccolone e, talvolta, anche un pò delinquente. Dino si muove con eleganza e furbizia tra le vicende umane: consola la sua amata padroncina Zoe, chiusa in un mutismo a seguito dell'uccisione del padre; accompagna Nico nella sua avventurosa vita notturna; osserva in silenzio gli sforzi di Jeanne, madre di Zoe, che cerca di tenere insieme una vita da mamma ma anche da poliziotto, con il proposito di catturare una volta per tutte Victor Costa, il criminale che ha ucciso suo marito e padre della sua bimba. E così, quando arriva a Parigi per un'esposizione il Colosso di Nairobi, un'improbabile statua bramata da Victor Costa, gli eventi condurranno tutti i personaggi ad incontrarsi e scontrarsi. Il fine è lieto ma non troppo zuccheroso, rendendo Un gatto a Parigi un film animato capace di piacere a tutti, senza distinzioni di età.


La sceneggiatura è di Alain Gagnol e di Jacques-Rémy Girerd, mentre alla regia troviamo Jean-Loup Felicioli e di nuovo Alain Gagnol. Qui potete vedere il trailer. Che dirvi? Se il film arriva anche nella vostra città, non lasciatevelo sfuggire: sarà una visione interessante ed esteticamente pregevole, una storia ben articolata, gentile ma non scontata, che vi conquisterà fino all'ultimo fotogramma... lasciandovi con un pizzico di nostalgia per il buon cinema d'animazione tradizionale: segno che, anche a confronto con le nuove tecnologie, quando una cosa è davvero bella, tale resta nel tempo.
Jean-Loup Felicioli, Alain Gagnol
Alain Gagnol, Jacques-Rémy Girerd
Alain Gagnol, Jacques-Rémy Girerd

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