Questa mattina, uno splendido sabato di primavera, ho inforcato la mia bici e sono partita, con pedalata spedita, per fare una "ricognizione" sul territorio. La campagna ferrarese è caratterizzata dalla presenza di una costellazione di piccole aziende agricole a gestione famigliare, dove acquistare i prodotti locali e stagionali a prezzi abbordabili. Oggi in particolare però la mia meta era un'altra, in vista della mia partecipazione all'Independence Day: a qualche km di distanza da casa mia, da un paio d'anni è attiva un'azienda agricola che vende uova biologiche, da galline allevate all'aperto. Anzi, a dirvi il vero, prima ancora delle uova avevo notato le galline: passando in bici in primavera ed estate era impossibile non notare questi bei polli che razzolavano in un grande prato, tra alberi, cespugli e margherite, costeggiato da un canale. E così oggi, complici le regole dell'Indepencence Day che mi stanno spingendo a "guardarmi intorno" alla ricerca di prodotti locali e possibilmente biologici, sono andata per acquistare qualche uovo... e che bella occasione è stata per scambiare quattro chiacchiere con chi gestisce l'azienda!
L'azienda agricola, a gestione famigliare, è nata quasi per caso: inizialmente i polli erano solo 7-8, per una produzione di uova che doveva bastare alla famiglia e, eventualmente, per soddisfare le richieste dei vicini al bisogno. Quando però le richieste di uova hanno iniziato a diventare regolari - "Avresti mica 5 uova per me oggi?", "Per sabato prossimo posso 'prenotarti' qualche uovo?" - l'idea di farne un'impresa famigliare è arrivata spontanea e naturale: oggi i polli sono ben più di 100 e le uova a disposizione riescono a soddisfare una cinquantina di clienti fissi, oltre che ad essere portate in diversi mercati contadini di Ferrara. Mentre compravo le uova, i proprietari dell'azienda mi raccontavano la loro storia, che parla di amore per la terra e rispetto nell'allevamento degli animali, ma anche di crisi economica e disoccupazione: l'azienda è nata soprattutto dall'iniziativa del figlio più giovane che ha deciso di investire in questa strada, facendo di necessità virtù. Inutile dire che sono rimasta affascinata da questa storia, che dimostra anche come sia possibile - sia come produttori e che da consumatori - maturare una diversa consapevolezza, facendo scelte professionali e alimentari compatibili con uno stile di vita rispettoso di animali e natura.
Colgo infatti l'occasione per parlarvi un pò di uova e galline, per capire perchè un'azienda come quella di cui vi ho appena raccontato rispetti di più gli animali di tante altre. Al supermercato troviamo le uova già belle e pronte, le galline che le hanno deposte sono lontane mille miglia, e a noi non resta che scegliere la confezione che fa più al caso nostro. Come scegliamo le uova? Spesso, e soprattutto in questi tempi di crisi economica, ci facciamo guidare dal prezzo: più basso è, meglio è. E non nego che questo criterio possa avere una sua validità (e necessità). Eppure non dovrebbe essere l'unico criterio, dal momento che le uova sono il "risultato" di un allevamento che può comportare importanti sofferenze animali. Tutte le uova prodotte in Unione Europea, dal 2004, riportano per legge sul loro guscio un codice che ci informa della provenienza e "categoria" del prodotto. In particolare vi faccio notare l'importanza della prima cifra del codice (che può andare da 0 a 3), che informa sulla tipologia di allevamento delle galline e quindi sulle condizioni di vita a cui sono sottoposte:
La maggior parte delle uova che mangiamo in Italia provengono dagli allevamenti identificati dal numero "3", ossia in batteria. Peter Singer denunciò fin dagli anni '70 i dettagli più raccapriccianti di questo tipo allevamento intensivo, come il taglio del becco ai pulcini per evitare il cannibalismo indotto dallo stress. Se consideriamo le galline come creature viventi meritevoli di considerazione morale e non solo come "macchine sforna uova", diventa allora inaccettabile continuare ad acquistare uova ottenute tramite un sistema che le obbliga a sopravvivere stipate in gabbie dove non possono muoversi (di solito peraltro gabbie sovrapposte una sull'altra per 4-5 livelli). Ovviamente se non siamo informati e non badiamo al codice delle uova del supermercato, non riusciamo a capire quali di queste provengano dagli allevamenti in batteria... e allora l'unico criterio che ci guida per acquistare le uova diventa il prezzo, tanto più che sulle confezioni non mancano mai rappresentazioni bucoliche di polli felici che beccano granaglie all'aria aperta.
Tratto dall'opuscolo LAV "Galline Libere" |
In realtà i "polli felici" oggi come oggi sono ben pochi: io ho potuto vederli proprio questa mattina nell'azienda agricola dove ho acquistato le loro uova per 40 cent ciascuno (2,40 euro per 6 uova). Un costo leggermente maggiore rispetto a quelle provenienti da allevamenti in batteria, ma qual è il valore di un uovo ottenuto rispettando la natura ruspante delle galline? E voi fate attenzione alle uova che comprate al supermercato? O ancora, vi siete mai informati se nei vostri dintorni ci siano aziende come quella di cui vi ho raccontato, che vende uova da allevamento biologico? Spesso, anche per chi non abita in campagna come me, vi è la possibilità di acquistare uova "di cascina" ai mercati contadini... insomma, ci sono tante possibilità per chi voglia scegliere bene l'uovo di oggi!