"In un tempo di crisi e di cose opache c'è bisogno di qualcosa di luminoso..." scrive Susanna Tamaro a proposito di questo libro, che è davvero una piccolo gioiellino in grado di regalarci attimi di leggerezza, riflessione e speranza. "Il grande albero"è una storia insolita, che riesce a catturare il cuore e l'attenzione di tutto coloro che amano la natura e che, di fronte alle troppe storture di questo nostro mondo, non smettono di credere che sia ancora possibile salvarci.
Tutto parte da un seme, un piccolo seme trasportato dal vento, al centro di una radura nel bosco: siamo a qualche secolo di distanza dal presente, perchè questa è una storia che richiede i tempi della natura, non i tempi umani. E così Susanna Tamaro, per tutta la prima parte de "Il grande albero", con immancabile poesia ci descrive il crescere di questo abete secolare, che tra le sue fronde ospita uccellini e covate, ma è anche testimone dei cataclismi naturali e degli innamoramenti umani. La prima parte del libro è semplicemente incantevole e ci fa riflettere sul valore del tempo che scorre, sugli sforzi della vita che cresce e che sfida la morte ogni giorno, sulla forza, l'equilibrio e la bellezza di una natura che verrà sempre più messa da parte dall'uomo. E sulla tristezza che questo comporta.

E, pagina dopo pagina, cambiamento dopo cambiamento, arriviamo ai giorni nostri: si avvicina il periodo natalizio e il grande abete secolare sente di essere arrivato alla fine dei suoi giorni. E' sopravvissuto a intemperie, siccità, perfino alle due guerre mondiali... e ora cadrà per mano umana, come la maggior parte degli alberi. Verrà tagliato e portato nella piazza che più di ogni altra si affolla di fedeli: San Pietro. Il destino del grande abete è infatti quello di diventare un enorme e maestoso albero di Natale, a Roma. E nel momento in cui le motoseghe abbattono l'abete, ecco che il Grande Albero esce di scena: la linfa che scorreva dentro di lui si ferma, i rami coperti di aghi iniziano impercettibilmente ma immancabilmente a spogliarsi, la vita tace.
Il libro qui continua in maniera più favolistica, quando lo scoiattolo di montagna Crik si risveglia, dal suo letargo dentro l'albero, proprio in piazza San Pietro: da qui cercherà instancabilmente un miracolo, per riportare il grande abete al suo bosco, nel disperato tentativo di ridargli la vita perduta.
![]() |
Fonte immagine QUI |
Tutti noi lettori lo capiamo bene, fin dall'inizio, quanto disperata sia l'impresa di Crik. Forse solo i lettori più piccoli potrebbero effettivamente nutrire la stessa speranza dello scoiattolo: noi adulti, disincantati e cinici, non crediamo più nei miracoli e abbiamo smesso di cercarli. Ma Crik no, non sa neppure cosa sia esattamente un miracolo, eppure ci spera con tutte le sue forze... e alla fine? Alla fine non vi rivelo niente, vi dico solo che questo è il libro perfetto per questo Natale.
"Ogni Natale ho avuto davanti agli occhi un magnifico abete come questo. (...) Solo oggi ho aperto gli occhi, solo oggi, all'improvviso, ho capito: questo albero siamo noi! Questo albero senza più radici è la rappresentazione della nostra vita. (...) Cari fratelli e sorelle, senza radici non c'è nutrimento e senza nutrimento non c'è vera vita. Non abbiamo forse ridotto così le nostre esistenze? (...) E se non affondiamo la radici nella terra, come facciamo ad alzare lo sguardo verso il Cielo? (...) La nostra vita è come quella degli alberi, il seme si schiude e cerca la luce. Continua a cercarla e a nutrirsi di lei per tutti i suoi giorni. Per questo vi dico: ricordatevi della luce e del seme. Il seme dell'amore riposa nel cuore di ogni uomo" (S. Tamaro, Il grande albero, pp. 136-137).