Nelle scorse settimane mi è capitato per le mani un libro leggero, frizzante, curioso e per nulla superficiale, che ho letto volentieri e con una certa dose di meraviglia, più proseguivo nella lettura: "Quattro chiacchiere con la mia gatta"è il titolo che mi ha catturata, ma non avevo altissime aspettative. Credevo fosse un romanzetto di intrattenimento, quelle storie romanticheggianti di donne incasinate che magicamente trovano "la chiave" per dare una svolta alla loro vita. E, in una certa misura, di questo si tratta: Sara Leon, la protagonista quarantenne spagnola emigrata a Londra per lavoro, in pochi giorni perde il fidanzato, l'appartamento, la stabilità economica e soprattutto tutte le certezze che credeva di aver sempre avuto. In un momento di profonda crisi esistenziale, Sara incontra Sibilla: una gatta abissina misteriosa, affascinante, testarda e... parlante, dal momento che la micia si rivela una grande dispensatrice di consigli! Inizia con il loro incredibile rapporto, tra piccole sfide quotidiane e qualche battibecco, un percorso che condurrà l'umana a riscoprire il mondo e la vita come dovrebbero essere vissute: annusando a fondo ogni giorno, assaporandone lentamente il gusto, spalancando gli occhi su ciò che davvero ci circonda, aprendoci ad ogni possibilità dell'esistenza, nel bene e nel male.

Scritto dallo psicologo spagnolo Eduardo Jauregui, pur essendo un vero e proprio romanzo può essere letto anche come un saggio di "psicologia positiva", in cui i personaggi svolgono in realtà un percorso psicologico ben preciso: Sibilla, per scuotere Sara dalla sua crisi, le proporrà ogni giorno piccoli esercizi e prove curiose a cui sottoporsi, per rimettere nella giusta prospettiva tutta la realtà della protagonista umana. La gatta, esperta conoscitrice dell'arte zen ma soprattutto saggia maestra del vivere intensamente e autenticamente il presente, chiederà a Sara di imparare daccapo a camminare, ad osservare, ad annusare, ad ascoltare, perfino a mangiare e, in un senso più lato, a nutrirsi, di cibo e di stimoli vitali. La nostra umana, dapprima scettica e perplessa nel sentir parlare una gatta, procederà non senza intoppi sulla "via" indicatale da Sibilla, arrivando però a comprenderne il senso più profondo: presi da mille impegni quotidiani, appesantiti da rimpianti e preoccupazioni, disorientati dalle nostre stesse convinzioni e pregiudizi, noi esseri umani non riusciamo più a "vivere vivendo", ossia a essere presenti a noi stessi, dando quotidianamente un senso alla nostra esistenza.
Nel corso dell'"allenamento" a cui Sibilla sottopone Sara, vengono trattati - con insospettabile disinvoltura - tanti problemi purtroppo comuni a tante storie umane: solitudine e tradimento, incomprensioni famigliari, incertezza del futuro, instabilità economica, pregiudizi, compromessi a cui crediamo di dover scendere, lutti non del tutto risolti. In questo romanzo trovano posto perfino tematiche importanti come la coscienza ecologica, l'animalismo e il vegetarianesimo, nonchè una buona dose di spiritualità e poesia.
"Quattro chiacchiere con la mia gatta" mi ha sorpresa in modi e maniere che non credevo possibili, regalandomi una delle letture più originali e inaspettate di quest'anno: ve lo consiglio caldamente! E, sinceramente, mi è anche venuta voglia di provare io stessa qualcuno dei bizzarri "esercizi" di riscoperta del mondo che Sibilla propone a Sara... scommettiamo che vi farete coinvolgere anche voi?