Tratto dall'omonimo romanzo di Yann Martel, questo film è un capolavoro. Giuro che fatico a trovare la parole per descriverne la straordinarietà, la ricchezza intellettuale e filosofica, la perfezione estetica, le emozioni che scatena con una forza inaudita.
E' la storia di Pi, diminutivo di Piscine, ragazzo indiano che si trova ad attraversare il Pacifico assieme alla famiglia e agli animali dello zoo che i genitori gestivano in India. La nave, nel corso di una tremenda burrasca - quasi castigo divino - fa naufragio: Pi è l'unico sopravvissuto su una scialuppa, in compagnia di una zebra, un orango, una iena e la tigre del Bengala chiamata Richard Parker.
Detta così sembra quasi una favola, una versione modernizzata dell' "arca di Noè", ma ben presto lo spettatore, mentre resta senza fiato per le immagini spettacolari e magnifiche, prende un pugno nello stomaco di fronte a quella che chiamiamo "crudeltà" della natura.
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Locandina, immagine da web |
Tutto il film è, formalmente, la storia di Pi e della tigre, di come devono imparare a sopravvivere in mare aperto, di come il pericolo possa scatenare una maggior voglia di vivere, di come si diventi preda o predatore a seconda dei casi della vita. Il film è un inno alla magnificenza della Natura, al suo efferato equilibrio, ma anche alla sua ricchezza eccezionale e ineguagliabile bellezza: vedrete tramonti da mozzare il fiato, l'universo stellato specchiarsi sull'oceano, creature marine che, dagli abissi, riescono ad emulare il firmamento, pesci volanti e iridescenti, suricati curiosi, tempeste apocalittiche.
Ma è anche un inno alla Speranza, alla forza titanica che può scatenarsi nel cuore umano di fronte alle situazioni più disperate... questo film capolavoro è sicuramente un inno alla Fede e alla sua ricerca nella vita di ciascuno, anche per chi decide di negarla e di abbracciare la visione del mondo più razionale.
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Immagine da web |
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Immagine da web |
Guardatelo, se possibile in 3D: due ore impagabili. Al più presto leggerò anche il libro da cui è tratto, spero che sarà un'esperienza altrettanto bella e arricchente. Vi lascio il trailer, se le mie parole fin qui non fossero state abbastanza convincenti da spingervi ad andare al cinema:
Si tratta di un film fortemente metaforico, che si presta a più letture e interpretazioni: al termine, lascia lo spettatore libero di scegliere se fare “atto di fede” o decidere per la via più razionalmente credibile.
Per chi decide di scegliere “la storia che piace di più anche a Dio” aggiungo quanto segue. Ho trovato straordinaria (come tutto il resto) la brusca uscita di scena della tigre e l'umana disperazione di Pi per non essere riuscito a darle il “giusto addio”... Metafora possente di quei legami che ti salvano la vita ma che a un tratto debbono finire, lasciando un dolore che può gareggiare solo con la gratitudine.
Quando la tigre, salva, non si volta indietro prima di sparire nella foresta, capisci che per certi incontri in fondo non sono previsti “giusti addi”: forse perché le esperienze che ti cambiano la vita hanno un inizio, ma mai una fine.