E' un tiepido pomeriggio d'ottobre, il momento della giornata in cui la luce si fa più dolce, le ombre si stemperano, morbide, nella campagna dipinta dalla stagione di arancio, rosso e brunito. Una placida brezza, ancora sorprendentemente mite, rievoca quasi una parentesi estiva: giusto il tempo di quell'ora incantata, a metà del pomeriggio. Sono appena tornata a casa, dopo una settimana insolitamente piacevole: leggero il cuore, la testa libera di vagare sui capricci della brezza autunnale, lo sguardo va a cogliere e raccogliere ogni scintilla di luce scappata dalle fronde colorate, nella loro danza autunnale.
Sto per entrare in casa, quando i miei occhi si fermano su un preciso dettaglio, verde, assolutamente fuori posto.
E' una foglia striminzita, ma così verde, posata sulla scatola delle mie scarpe nel grande magazzino polveroso e grigio. Una foglia troppo verde, troppo bella, troppo viva: una mantide religiosa.
E' come stropicciata, le zampette avvolte da diversi fili di ragnatela: si coglie che è avvilita. Una posizione così poco dignitosa non si addice, a Lei, splendida quanto letale predatrice di altri insetti, piccolo gioiello della Natura, profeta* del regno invertebrato. Forse è stata la mia gatta a portarla in magazzino, magari trasportandola tra le fauci delicatamente socchiuse, umiliando il regale portamento della mantide, che poi si è rifugiata tra le scatole da scarpe. Bisogna rimediare! Prendo la scatola e la porto fuori, nell'accogliente luce pomeridiana. La accosto a una grande foglia di Ficus Elastica - è la mia offerta di pace - e attendo, speranzosa, che la proposta alletti la mantide. Senza troppi indugi, ma con nobile calma, la nostra amica conquista la foglia.
La osservo, mi osserva. Sembra davvero guardarmi, con quel capo triangolare e occhiuto, che muove con fare alieno ma, allo stesso tempo, così universalmente famigliare. Mi vede, forse ha paura di me?, penso, vedendola stare rigida per qualche istante. Credo quasi di cogliere la sua tensione nei miei confronti.
Ma è un attimo, forse la mantide ha colto a sua volta la mia inoffensività, perchè inizia a muovere il capo e le taglienti mandibole, pulendosi le zampette e le lunghe antenne con calma, cura e assennatezza. Mi ricorda tremendamente un gatto: la stessa dedizione, lo stesso criterio, quasi gli stessi movimenti, mentre si passa le zampe raptatorie dietro il capo, come fanno i felini per pulirsi le orecchie.
Sorrido, penso che è incredibile come le creature viventi siano così diverse e così simili. Il tempo di scattare qualche foto alla mantide, che ha già recuperato il suo fiero aspetto e si è pulita dai fili di ragnatela, e capisco che è il momento di entrare davvero in casa, lasciando l'insetto alla sua vita, io tornando alla mia.
Il pomeriggio, rimasto sospeso per quei minuti di incontro straordinario, può proseguire, e il sole inizia a diventare sempre più grande, avviandosi verso l'Ovest.
*Il nome mantide deriva dal greco mantis, cioè profeta, per la sua tipica posizione delle zampette, come in raccoglimento religioso.
Ho voluto raccontarvi del mio incontro con questa mantide religiosa perchè mi ha delicatamente emozionata, come solo questi eventi sanno fare... nella speranza di trasmettere anche a tutti voi lettori la meraviglia di un insetto, compiuto capolavoro della Natura, come la mantide religiosa. Credo sia tra gli invertebrati più belli e affascinanti in assoluto, molto conosciuto per le sue abilità predatorie nei confronti degli altri insetti, ma anche per il cannibalismo post-nuziale della femmina nei confronti del maschio. La mantide femmina infatti, dopo l'accoppiamento, divora il compagno: si tratta di una vera e propria necessità, per soddisfare un aumentato bisogno di proteine per la produzione delle uova. Le mantidi vengono anche allevate, segno dell'inconfutabile fascino che esercitano da sempre su noi uomini; interessante è notare che, quando la femmina è ben nutrita (come in cattività) e quindi non necessita di un surplus di proteine, dopo l'accoppiamento può risparmiare il maschio. In natura non esiste crudeltà gratuita: tutto risponde a necessità biologiche!
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Quella che ho incontrato è la comune mantide europea, ma ne esistono tanti altri tipi: alcune sono belle come orchidee, altre talmente mimetiche da sembrare vere foglie o rametti. La mantide, se si sente in pericolo, assume un altro comportamento che ricorda quello del gatto: "l'atteggiamento terrifico", ovvero aumenta le sue dimensioni aprendo le ali, simulando di essere molto più grande di quanto non sia. Pare che oltre a questo "gonfiarsi", la mantide minacciata emetta anche una sorta di soffio, "fff fff": davvero come un gatto! Questi due animali hanno più somiglianze di quanto avrei mai pensato. Una mantide in "atteggiamento terrifico", che forse dovrebbe spaventare i predatori, a me sembra solo ancora più bella!
Per chiudere questo post, che spero vi sia piaciuto tanto più se non amate gli insetti, vi lascio un breve video di Geo&Geo dedicato alla mantide religiosa, dove potrete vedere alcuni esemplari davvero molto belli, non italiani:
A molta gente gli insetti suscitano fastidio o addirittura ribrezzo, mentre altre persone - come me - trovano affascinanti queste incredibili creature, che rendono vivo ogni angolo del nostro giardino. Quella che vi ho raccontato è una storia per tutti - amanti o no degli insetti - perchè anche negli incontri imprevisti tra due specie viventi che non hanno nulla a che fare l'una con l'altra, si ritrova la meraviglia della vita.