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Channel: Rumore di fusa
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Una stagione: la primavera (2013 - 3)

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Tra grandine, trombe d'aria, temporali, nuove scosse di terremoto e taaanta aria umida, continua questa primavera 2013... l'afa compare non appena le nuvole si aprono, il sole pizzica sulla pelle e non si respira bene: sarà un problema solo di Ferrara o è da voi anche così? 


Comunque sia, le frequentissime piogge hanno hanno regalato ai giardini un tocco di verde lussureggiante, che fa risaltare ancora di più le fioriture...

Iris e viburno (le "palle di neve")
Un gradito ospite sull'iris!

Quest'anno poi il glicine ha dato spettacolo, raggiungendo anche i rami alti del pioppo bianco lì vicino... notate la fioritura su più piani!



 

Prima che il clima diventi troppo torrido già dal mese prossimo, è questo il periodo giusto per godersi la primavera... Un pò di giardinaggio, una bella passeggiata o un giro in bici, leggere un buon libro seduti sotto un albero, un picnic... oppure cimentarsi con un piccolo orto, prendendosi cura della terra. Se non avete spazio a disposizione, vi suggerisco di scoprire qualche tecnica di coltivazione sul terrazzo!

Paciocca controlla che le erbe aromatiche crescano bene!
Un soffice tappeto profumato
L'umidità che impregna l'aria mi ricorda le giornate pesanti e afose della scorsa estate africana. Speriamo che la prossima estate non replichi!  Le previsioni mettono nuova instabilità al nord già a partire da questa sera... approfittiamo dunque di questo pomeriggio per fare qualche attività all'aria aperta. Buon weekend a tutti!

Gravidanza, neonati e gatti: la speciale testimonianza di Laura!

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E' con immenso piacere e gratitudine che oggi posso proporvi un'intervista speciale a una giovane foodblogger diventata da poco mamma: la mia amica Laura di "Zampette in Pasta". Insieme vogliamo lanciare un messaggio importante, ma anche di grande gioia: la maternita è un momento unico nella vita di ogni donna, che può (e dovrebbe) essere condiviso anche con gli animali di casa. Laura, all'arrivo del suo piccolo Pietro, non ha avuto dubbi e ha fatto sì che i suoi due gatti Marvin e Nerello facessero parte fin da subito della vita del suo bimbo. A voi quest'intervista, che a me ha emozionato davvero... 

Pietro e i suoi due "mici custodi" Nerello e Marvin

Cara Laura: da poche settimane hai avuto la grande gioia di diventare mamma del piccolo Pietro. Accanto a lui in famiglia hai i tuoi adorati mici Marvin e Nerello: come hanno reagito alla nascita di Pietro? A te erano state date particolari raccomandazioni?
Non ti dico quante ne ho sentite a riguardo, nessuna positiva naturalmente, tant'è che al momento della nascita avevo delle perplessità su come sarebbe andata... naturalmente anche nella peggiore delle ipotesi ero sicura che avrei trovato la soluzione per tutto!!! Invece è stato tutto semplice e naturale e ancora una volta sono rimasta colpita da quanto la natura ci insegna e quanto dovremmo imparare dagli animali che hanno molta più umanità di noi!!! Mi avevano parlato di gelosie, di aggressività, di vendette per cui bisognava allontanare i gatti dal bimbo e che mentre dormiva potevano togliergli il respiro andando nella culla!!!!!!!!!!!!! Quando sono tornata a casa dall'ospedale con Pietro nel passeggino, Marvin e Nerello sono scappati.....poi piano piano hanno cominciato ad avvicinarsi e a annusare con molto timore, io ho lasciato fare con molta calma, parlando e accarezzandoli e amicizia è stata fatta. Non sono mai saliti sulla culla!!!, girano intorno, dormono vicino, seguono tutti gli spostamenti e condividono la nostra quotidianità. Soprattutto Nerello, come già ti ho detto, è sempre presente in prima linea anzi se Pietro è in camera e io sono in salotto ancor prima che cominci a piangere, se vedo Nerello che corre in camera so che Pietro si sta svegliando!!!

Nerello e Pietro!
Spesso i gatti sono considerati i principali responsabili del "pericolo toxoplasmosi", mentre ormai è dimostrato che bastano alcune accortezze per evitare ogni rischio e che può essere molto più pericoloso mangiare frutta e verdura non ben lavata. In gravidanza come ti sei regolata per questo problema, che in genere porta tante donne incinte ad allontanare i gatti di casa? I medici che suggerimenti ti hanno dato?
Nonostante tanti anni in compagnia dei miei gatti e al volontariato al gattile non ho mai contratto la toxoplasmosi per cui durante la gravidanza sono stata molto attenta ad evitare un possibile contagio, non tanto dai miei gatti ma curando molto l'alimentazione, ossia cuocendo bene la carne cruda e mangiando solo verdura cotta e frutta sbucciata. L'unico problema relativo ai gatti era di evitare il contatto con le feci, per cui non pulivo io la lettiera, benchè avrei potuto farlo con i guanti. Per il resto mi lavavo bene le mani dopo averli toccati, anche se i miei gatti non escono mai di casa e quindi non hanno contatti con la terra che può essere mezzo di infezione. In tutto questo ho seguito le indicazioni della ginecologa che non ha ritenuto un problema avere i gatti.

Pietro, il piccolo capolavoro di Laura, e il rosso Marvin
Gli animali di casa possono sentirsi "messi da parte" con l'arrivo di un bimbo, perchè comprensibilmente cambiano le priorità in famiglia. Che consigli daresti perchè si crei un nuovo equilibrio senza "traumi" per tutti?
Come ho già detto, avevo molti dubbi a come poteva essere la nuova convivenza, ma per fortuna è andato tutto bene!!! Tutto è stato fatto con molta calma e tranquillità e questo penso sia fondamentale per ricreare il nuovo equilibrio. Da subito li ho resi partecipi della nostra quotidianità, hanno condiviso tutto fin dall'arrivo a casa dopo l'ospedale. Nessuna porta è stata chiusa, la camera di Pietro è aperta anche a loro. All'inizio ho controllato le reazioni e il comportamento. Non sono mai entrati nella culla o nel passeggino!!! Trovo il tempo per coccolare anche loro così non sembra cambiato nulla e non ci sono esclusioni. La soddisfazione più grande è stata vedere Nerello mettere la zampina, senza unghie fuori, sulla testina di Pietro.....un gesto di una dolcezza infinita che magari manca a tanti umani!!!

Ancora Pietro e Nerello, chissà cosa si dicono!
Qualche medico, amico o parente ti ha parlato dei lati positivi della convivenza con un animale, per la crescita e l'educazione dei bimbi? Oppure hai sentito piuttosto parlare di lati negativi?
Un bel messaggio positivo me l'ha dato l'ostetrica del consultorio che è venuta a casa per la visita domiciliare dopo il parto. I gatti sempre presenti, Nerello in prima linea. La loro presenza, secondo lei, aiuterà Pietro a crescere con una maggiore sensibilità e sarà comunque un grande arricchimento.

Qual è un messaggio che vorresti dare a tutte le donne che aspettano un bambino e che possono avere perplessità rispetto alla convivenza con i loro animali, gatti in particolare?
La nascita di un bimbo è un'esperienza unica e sconvolgente che porta tantissima felicità, se in famiglia sono già presenti degli animali, penso sia giusto condividere questa gioia anche con loro, che saranno pronti, dipende da noi, a farlo!!!
Dal punto di vista pratico, osservando delle semplici raccomandazioni e curando di più la pulizia, non penso ci debbano essere perplessità riguardo una serena convivenza tra il bimbo e i gatti, mentre sicuramente non ha prezzo la bellissima esperienza di vita che si andrà a vivere assieme!!!


A me non resta che ringraziare davvero molto Laura, che ho il piacere di conoscere da tempo e si è sempre rivelata in tante occasioni una persona dal cuore d'oro! Tutte le foto pubblicate in questo post sono di Laura: non è meraviglioso vedere il bellissimo Pietro nella dolce e discreta compagnia di Nerello e Marvin? Faccio tanti complimenti a Laura per le sue scelte esemplari, anche grazie alla sua sensibilità e il suo buonsenso nel gestire la nuova vita, tra bimbo e mici di casa. Che la sua esperienza possa essere d'esempio positivo per tante altre future mamme!

Non dire gatto, se non ce l'hai... nella borsa!

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Un post magari un pò frivolo, ma che non può mancare al mio blog per gatti e gattofili. Ormai avrete capito che ogni oggetto dalle vaghe sembianze feline richiama l'attenzione del gattofilo: una saponetta, uno stampo per torte, un pettine, un ombrello... se "gattoso" diventa preda irresistibile per chi ama i gatti!
Ora, alla luce del fatto che tanti gattofili sono donne, forse indovinate dove vado a parare: le borse "a tema felino" sono semplicemente irresistibili, unendo l'atavica passione femminile per le borse e la gattofilia in un solo, mirabile oggetto... come questo: 



In realtà il gatto è un soggetto che si presta anche a borse meno impegnative e più scanzonate, come questa shopper molto resistente con vari gatti stilizzati, accompagnati da un nomignolo simpatico:



Conclude il mio trio di "borse-gattose" questa tracolla in tela fucsia, che ha stampato l'assioma universalmente valido: "Diffida di chi non ama i gatti".

 

Facendo ricerche in internet ho comunque appurato che il gatto come soggetto di borse, shopper e tracolle è molto diffuso. Tra i modelli più curiosi che ho rintracciato:

Foto dal sito "Smagatto", Borsa con gatti di Laurel Burch

Foto da web. Borsa artigianale, la trovate QUI

Foto da web, questa shopper la trovate su Amazon (Extragift)

Foto da web. Questa era diffusissima anni fa (assieme al portamonete abbinato)
Diverse shopper a tema gattoso spesso si trovano tra gli oggetti in vendita per le associazioni animaliste, come questa di Enpa:


E anche "A Coda Alta" non si fa mancare la sua shopper gattosa, in pannolenci, interamente realizzata a mano da una delle nostre volontarie:



Ma per concludere, penso che la più bella borsa gattosa del mondo sia sempre e solo un modello del genere:

Foto da web
E voi? Avete borse gattose o... gatti in borsa? ;-)

Comunicazione di servizio: scusate la mia latitanza dai blog (mio e vostri), è per me un periodo particolarmente intenso, ricco di impegni, tensione ma anche belle soddisfazioni. Vi ringrazio per seguirmi sempre, anche se sto mancando un pò dal web... si tratta di un "calo fisiologico" e temporaneo dovuto al periodo, rimedierò presto. Intanto vi auguro di cuore un buon weekend!

Scatti con i baffi 2013... il video delle foto!

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Buongiorno a tutti! Ieri pomeriggio si è tenuta la premiazione della terza edizione del concorso "Scatti con i baffi"... se volete conoscere i vincitori di quest'anno, vi invito ad andare a visitare la pagina a loro dedicata... ma dato che ogni micio è speciale, per allietare questo lunedì mattina vi propongo il video che riunisce tutti gli scatti dei fantastici mici iscritti al concorso!


 


Se invece volete guardarvi con calma tutte le foto di questa terza edizione... potete andare qui. Intanto auguro a tutti una buona settimana!

Giochi per il gatto in casa: attrezzature e oggetti appositi

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Qualche settimana fa vi ho proposto divertenti passatempi per il micio con oggetti d'uso comune nelle nostre case, sottolineando l'importanza del gioco nella vita del nostro amato felino domestico: serve per mantenere pronti i riflessi e allenato il sistema muscolo-scheletrico, contrastare la ciccia, evitargli stress e tedio se chiuso in casa da solo. Sempre tenendo presente tutto ciò, oggi vi parlo di altri tipi di giochi, quelli appositamente studiati dall'uomo per il gatto... con una punta di ironia: per la mia esperienza, il micio che può scegliere tra oggetti "comuni" e oggetti "studiati" per lui, sceglie sempre i primi. E' famosa infatti la frustrazione dei "padroni" benintenzionati, davanti al disinteresse del loro micio di fronte a questi giochi "appositi". Ad ogni modo, ecco una piccola rassegna dei più comuni giochi per gatti.

Topi per gatti. Immagine da web

Tra gli oggetti più diffusi, che si trovano a pochi centesimi nei negozi per animali, ci sono gli onnipresenti topi: ricoperti di pelo, imbottiti di erba gatta, duri per farsi le unghie, con sonaglini o senza, le combinazioni sono infinite. Come reagiscono i vostri mici? La mia gatta Paciocca ci gioca con moderato interesse, anche se difficilmente si metterebbe a giocarci senza un mio stimolo. Invece Sissi, la mia precedente gatta, odiava ogni tipo di topo "artificiale", essendosi follemente innamorata di un topo che le avevo cucito io stessa quando era cucciola: un vecchio calzino imbottito di stoffa, con un pezzetto di cuoio per coda. Basta poco per far felice un gatto... e quanto potremmo imparare noi uomini dallo spirito indipendente e anticonformista del gatto!



Altri giochi molto diffusi sono le varie palline: in gommapiuma, rimbalzine, con sonagli, morbide, piumate... con le piume si trovano anche tutta una serie di bacchette o pendagli che attirano il gatto. Anche in questo caso, io posso testimoniare solo un successo limitato di questi oggetti con i miei mici... ma del resto la cosa non dovrebbe meravigliarci: come i bambini, anche gli animali sono più stimolati a giocare se in compagnia di noi umani o altri loro simili. Quindi non dipende tanto dagli oggetti stessi, dipende piuttosto dalla situazione che riusciamo a creare!

Palline per gatti. Immagini da web

Stesso discorso vale per le meravigliose "palestre" o tiragraffi per gatti, vere e proprie costruzioni architettoniche con amache, pendagli, nascondigli, scivoli, scalette e ogni altro ben di Dio... il tiragraffi viene sfruttato molto dalle cucciolate di gattini o da coppie di mici giocosi. Un gatto adulto, solo, piazzato davanti a un tiragraffi, sarà più propenso a usarlo come cuccia piuttosto che come luogo di folli giochi. Ci tengo comunque a sottolineare l'importanza di questi oggetti per i gatti d'appartamento che non hanno la possibilità di sfogare la loro esuberanza all'esterno: il tiragraffi, specie se di buona qualità, diventa un oggetto indispensabile per permettergli di farsi le unghie senza che ne risentano divani o mobili.

Un grande e articolato "tiragraffi". Immagine da web

Insomma, per concludere: tiragraffi, topi, palline e altri tipi di gioco sono fondamentali (e consigliati) soprattutto per stimolare il movimento fisico di quei gatti che non hanno la possibilità di arrampicarsi sugli alberi, rincorrere farfalle o balzare su poveri animaletti malcapitati. Se il vostro gatto invece ha a disposizione questi passatempi "naturali", è probabile che questi oggetti artificiali non riscuotano un immediato successo.
Per finire, vi lascio appunto un video di Paciocca e un topo finto, interessante perchè vi fa anche vedere i tipici movimenti felini che si attuano anche nella vera e propria caccia. Per fortuna, in questo caso la preda non ne ha risentito!


Concludo con una riflessione. Esistono in commercio giochi anche molto sofisticati, interattivi e parecchio costosi, dedicati ai gatti. Personalmente sono contraria a questo tipo di articoli, perchè ritengo non siano necessari per il benessere psicofisico del gatto... è giusto preoccuparsi della sua salute e felicità, ma tenendo sempre presente che non si tratta di un bambino da viziare (cosa da evitare comunque e, per fortuna, il gatto stesso non vi chiederà mai di comprargli l'ultimo modello di topo). Perciò cerchiamo sempre di essere ragionevoli,  ricordandoci che per rendere felice il nostro gatto bisogna dargli soprattutto affetto e attenzioni quotidiane, non l'ultimo gingillo sul mercato!

Adottare un gatto adulto o anziano: tante buone ragioni!

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Generalmente, quando si decide di adottare un animale, è pensiero comune che si debba preferire un cucciolo: perchè è più tenero e accattivante, perchè è più facilmente "educabile" (così si pensa), perchè ha ancora tutta la vita davanti, perchè semplicemente si pensa che un animale adulto sia troppo "complicato" da gestire e inserire in famiglia. In realtà, una volta soppesata bene la decisione di adottare un animale (che sia gatto o cane), non si dovrebbe dare per scontato di adottare un cucciolo!
Sulla pagina FB di "A Coda Alta", qualche giorno fa, Valentina T., una nostra follower ci ha lasciato un bel commento a proposito dell'adozione di un gatto adulto, corredato dalla foto del suo bel gattone Moka:

"Salve a tutti, mi chiamo Valentina e da due settimane ho adottato un gatto dal gattile di Rimini. Seguo da tempo la vostra pagina e fino all'ultimo sono stata indecisa se venire a prendere un micio da voi. Alla fine, per vicinanza, ho trovato il mio Moka quaggiù. Vi scrivo perché vorrei consigliare a tutti coloro che pensano di adottare un micio, di non fissarsi solo sui piccoli, anzi, pensate seriamente di prendere un adulto. Il mio micio ha circa 10 anni e, ora che è qui, non lo cambierei con nessun batuffolino piccolo! Non sapete che gioia averlo tolto da quella gabbia e che "affare" trovarsi un bel gattone già educato e tranquillo! Salvate un gatto adulto, lo dico con tutto il cuore!"
 
Ecco Moka!

I micini di poche settimane sono ovviamente irresistibili, ma l'adozione di un cucciolo richiede una disponibilità non indifferente di tempo ed energie da dedicargli. Il gattino va seguito e considerato nei suoi bisogni di sfogare energie, vitalità e giocosità, per sua natura ha bisogno di giocare e di socializzare. Spesso si va nei gattili e ci si lascia catturare dall'aspetto tenero e "batuffoloso" del cucciolo... ma un'adozione dovrebbe essere più di questo: si tratta di scegliere un compagno con cui dividere parte della propria vita. Allora perchè non valutare soprattutto le reali esigenze di vita, nostre e del gatto che accoglieremo?
L'adozione di un micio adulto è un'ottima scelta per chi ha particolari esigenze famigliari o lavorative: un gattino è un vero e proprio "terremoto" da gestire e non necessariamente sarà così "educabile" come ci si aspetta! Il micino, così tenero a vedersi, è un concentrato di energie che si potranno sfogare su mobili, tende, letti, gambe umane, qualsiasi oggetto che possa suggerirgli un gioco. Un gattone adulto o anziano è invece generalmente più tranquillo e, a dispetto di quanto si pensi, ha ugualmente una grande capacità di adattamento. Si è portati a ragionare come se i gatti anziani fossero come gli uomini anziani: cioè spigolosi, già fissati nelle loro manie ed abitudini, poco propensi ad adattarsi. Non è così! Un micio anziano è un amico di cui prendersi cura che apprezzerà prima di ogni altra cosa il vostro affetto e le comodità della vostra casa, inserendosi nella vostra famiglia con discrezione.
Ogni gatto ha poi la sua personalità: ci sono gatti che amano solo poltrire e gatti che si sentono condannati alle pene dell'inferno per non avere accesso al giardino. Il carattere di un gatto adulto è già formato: non sottovalutate questo aspetto, è importante per una serena convivenza scegliere un micio "adatto" al vostro ambiente e alla vostra famiglia. Avete un appartamento senza giardino? Avete un balcone? Avete un grande giardino? Avete un monolocale? Avete una villa? Avete un vicino che suona la batteria a tutte le ore del giorno? Avete un bimbo piccolo? Sapendo già il temperamento del gatto potete certamente scegliere con più cognizione di causa, in base alla vostra situazione... garantendo una doppia felicità: la vostra e quella del nuovo inquilino!

Adele, timidina in cerca d'affetto!

Ovviamente è importante conoscere il più possibile il gatto, facendo diverse visite in gattile o alle associazioni prima dell'adozione e chiedendo informazioni sul micio agli operatori: vi racconteranno la sua storia, le sue difficoltà ed eventuali problemi. Chi si occupa dei mici li conosce e saprà consigliarvi al meglio! Un gatto adulto non è necessariamente "problematico": ci sono micioni socievoli e fiduciosi che non aspettano altro che voi! Inoltre non si dovrebbe neppure temere, adottando un micio adulto, una sua mancanza di educazione: praticamente ogni gatto adulto sa usare la lettiera correttamente ed è consapevole di alcune norme "di base" (es. "non è bene graffiare le mani degli umani").

Nina, cerca una buona adozione!

Talvolta ci si fa scoraggiare, nel caso di gatti anziani, dal fatto che potrebbero avere davanti solo pochi anni di vita... in realtà questo dovrebbe essere un motivo in più per adottarli: non ha prezzo il regalare loro amore, cure e coccole, dopo una vita difficile. Purtroppo alla morte dei nostri adorati animali si soffre sempre e molto: ma nella sofferenza, non diventa una minima consolazione pensare di aver salvato davvero la vita a un gatto che, senza di noi, avrebbe finito i suoi giorni in gattile?
I gatti adulti, nei gattili o nei rifugi, osservano con tranquillità e un briciolo di rassegnazione la loro condizione e quando arrivano visitatori, ciascuno a modo suo prova a farsi notare: chi fugge dalla stanza perchè ha troppa paura dell'uomo pur avendo voglia di una famiglia; chi si avvicina fiducioso con la coda dritta, felice di rubare anche solo una coccola fugace; chi guardingo resta a osservare da lontano, sperando di essere notato. 
Scegliere di adottare un gatto adulto è un gesto in sè molto pregievole, perchè stiamo regalando una seconda occasione a un animale che si è già sentito scartato e rifiutato almeno una volta. E il gatto, animale sensibile ed intelligente... lo sa e lo comprende. Un gatto adulto vi amerà diversamente dal gattino di poche settimane: si affezionerà a voi con quella riconoscenza speciale di chi ha sofferto ed è stato salvato, proprio da voi. E' qualcosa di unico, un legame speciale che si crea solo adottando un gatto adulto.

Una stagione: la primavera (2013 - 4)

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E anche maggio, che quest'anno si è rivelato insolitamente freddo e piovoso, è giunto al termine... ma non prima di averci regalato la prima fioritura di rose! E io la mostro a voi...










Purtroppo le nostre rose, oltre che dall'umidità che provoca muffe, sono minacciate anche dalla temibile "Lacnea", insetto molesto e vorace che oltre a mangiare i fiori stessi, è ghiottissimo dei germogli degli alberi da frutto... salvare la crescita di pruno e albicocco è stata un'impresa!



Auguro a tutti voi un sereno weekend, ricco di colori e profumi come un bouquet di rose!

P.s. Siete tutti invitati a leggere la mia intervista su "A Coda Alta" a Emanuela, che ha adottato la meravigliosa cagnolina Mira!

Petfood sostenibile e solidarietà ai mici abbandonati... ALMONATURE!

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Ancora una volta è con piacere che vi parlo di Almo Nature, azienda di alimenti di alta qualità per cani e gatti, da sempre attenta non solo ai bisogni nutritivi degli animali ma anche alle problematiche di abbandono-randagismo. Come già sapete la mia Paciocca adora il cibo della Almo, ma oggi vorrei informarvi che ci sono almeno tre motivi in più per apprezzare questa marca! Scegliendo i prodotti umidi in busta per gatti si hanno tre vantaggi:
  1. - 75% emissioni di CO2 rispetto alle lattine... quindi non solo cibo cruelty-free, ma anche amico dell'ambiente!
  2. Meno spreco: 55g è il giusto fabbisogno per ogni singolo pasto del gatto.
  3. Risparmio: le buste hanno un prezzo più conveniente.


Iniziativa ancora più meritevole è la seguente: per il mese di giugno ogni 2 confezioni di alimenti umidi in busta da 55g o di crocchette per gatti vendute, Almo Nature ne consegnerà una terza gratis all’OIPA e a Gaia, attraverso LOVE-FOOD. Come ogni anno difatti torna Love-Food, la riserva alimentare di Almo Nature per raccogliere pasti per i gatti in difficoltà. La Love-Food nasce come aiuto concreto alle tante situazioni di emergenza nei rifugi.
Oggi, Almo Nature significa Qualità, grazie all'utilizzo di ingredienti in origine provenienti dalla filiera alimentare umana, il controllo meticoloso svolto ad ogni stadio del processo produttivo, l'attenzione dedicata a soddisfare i bisogni dell'animale ad un livello sempre più elevato; Trasparenza, grazie alle Label: quattro colori per rendere immediatamente comprensibile la qualità di ciò che si acquista, per permettere al consumatore di giudicare e scegliere consapevolmente gli alimenti per il suo gatto e il suo cane; ma soprattutto significa Solidarietà perché scegliere Almo Nature per il proprio animale non significa solo avere la garanzia di nutrirlo con un alimento di qualità, ma spingersi oltre: grazie alla Love-Food, la riserva alimentare di Almo Nature, ogni anno l’aiuto ai gatti e cani in difficoltà è grande, l’obiettivo – sempre raggiunto – è quello di raccogliere ogni anno 1 milione di pasti. 




Se un pò mi conoscete, sapete che non mi spingerei a parlarvi di Almo Nature per qualche tipo di ritorno personale... credo davvero che sia doveroso diffondere le buone iniziative e premiare quelle aziende che si occupano di benessere animale da molti punti di vista... e in questo caso la Almo rientra certamente in questa lodevole categoria!

"Pelo e piume" di Anny Duperey

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"Pelo e piume"è il racconto di come l'attrice e scrittrice Anny Duperey ha dato vita, nella sua casa in campagna a la Creuse, a un vero e proprio "eden", dove i gatti convivono pacificamente con pavoni, galline, anatre e piccioni. Il sottotitolo "un libro leggero per tempi pesanti" non vuole essere solo l'intento del libro, ma forse anche un piccolo suggerimento: in periodo di crisi, per addolcire la vita e renderla più leggera non occorre andare in capo al mondo... a volte basta un giardino e qualche creatura di cui prendersi cura, prendendoci cura anche di noi stessi. Questo libro è un garbato "collage" di ricordi d'infanzia, tragedie personali, desideri realizzati, esperienze toccanti e piccole considerazioni sulla vita consumistica e frenetica che siamo portati a fare, senza scadere mai nella banalità. La foto in copertina è scattata dalla stessa autrice e introduce già i veri protagonisti di questo libro: qualche gatto, ma soprattutto i pennuti da cortile... in primis, le tanto bistrattate galline.



Proprio le galline sono le vere star di "Pelo e piume" e molti sono i racconti che la Duperey ci regala su di loro, tra tenerezza e ribaltamento di luoghi comuni: galline di tutti i tipi e colori; piccole come un pugno o grandi come gatti; galline che hanno perso l'istinto alla cova a causa degli allevamenti industriali; galline litigiose, golose e argute; una coppia di gallo e gallina ninfomani; pulcini con grande voglia di vivere. Spinta da felici ricordi d'infanzia, legati ai nonni e alle occupazioni contadine, l'autrice nutre una vera passione per gli animali da cortile e si impegna anche a fornire indicazioni utili per l'allevamento dei gallinacei, attorno ai quali c'è tutto un mondo da scoprire! Ho apprezzato moltissimo le considerazioni che fa in merito al generale dileggio di cui sono oggetto le galline: "Fino a che punto questi animali siano oggetto di disprezzo l'ho potuto constatare io stessa quando ho avuto occasione di parlarne mentre scrivevo questo libretto. Molte persone erano stupite del fatto che io avessi perso il mio tempo a interessarmi di animali, a parer loro, tanto insignificanti. (...) Dunque, quello che di solito si rimprovera alle galline è di essere stupide... Ma in confronto a chi? Se il confronto è con la specie umana, è stupido chi istituisce questo confronto. La gallina possiede semplicemente la sua intelligenza di gallina, il suo sicuro istinto animale (...). Lei sa tutto quello che le serve per vivere bene la sua vita di gallina" (A. Duperey, Pelo e piume, Angelo Colla, pp. 86-89).

Immagine tratta da Wikipedia

Io stessa devo dire di essere rimasta molto affascinata nello scoprire tante cose su galli, galline, chiocce e pulcini, uova e cova, istinti naturali o indotti dall'uomo. Molto interessanti sono anche i racconti su piccioni, anatre e pavoni (paragonati ai gatti, per indole e abitudini, l'avreste mai detto?). Vorrei puntualizzare che è merito di questo libro non scadere mai nè nella retorica, nè nella banalità: non si tratta affatto della "fattoria del Mulino Bianco", nè tutti gli episodi hanno un lieto fine. Quel che è lieto, però, è lo spirito di Anny Duperey nel raccontarci le sue vicende, innamorata della campagna e dei suoi piccoli miracoli quotidiani: come osservare il titanico sforzo del pulcino che rompe il guscio dell'uovo per venire alla vita. Inoltre non manca una certa profondità morale e intellettuale nell'affrontare argomenti più seri. Ma per questi, vi lascio solo un'ultima citazione, invitandovi a leggere questo bel libro: "Mi auguro, per coloro che mi hanno seguita fino a quest'ultima pagina, di essere riuscita, nel mio piccolo, a dissipare un poco del generale misconoscimento che affligge il mondo dei gallinacei. L'ignoranza di ciò che è altro da noi non è forse l'orogine di ogni atteggiamento di disprezzo, di ogni razzismo, non solo nei confronti delle galline?" (A. Duperey, Pelo e piume, Angelo Colla, p. 187).

Quattro anni "A Coda Alta"... fino al gattile!

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Le mie colleghe di "A Coda Alta" lo sanno: io sono fissata con il "compleanno" della nostra associazione, che ricorre proprio oggi per il quarto anno. Trovo importante festeggiare ogni anno di "vita" della nostra associazione, perchè in fondo non è un organismo impersonale, ma è fatta di persone... grazie alle quali "A Coda Alta" è cresciuta sempre più, in termini di impegno, credibilità e risultati seri... fino a vedersi attribuire per un anno (tramite regolare concorso pubblico) la vera e propria gestione del Gattile Comunale di Ferrara. Era un sogno che accarezzavamo da tempo, speravamo davvero di poter fare quest'esperienza... che è per noi sia una grande soddisfazione, ma anche un bell'impegno e una notevole responsabilità.

Asia, ospite del gattile
Ottavio, in gattile sta aspettando adozione
Dal 2009, quando "A Coda Alta" è stata fondata da un gruppo di volontari del Gattile, di strada ne abbiamo fatta... e io spero che sia ancora lunga e costellata da tanti buoni risultati, come quelli ottenuti finora.


Barone, fiv+, di una dolcezza unica
Una micia delle sorelle "Cattivik", un pochino timida...

La gestione del Gattile Comunale di Ferrara affidata ad "A Coda Alta" è partita il 1 giugno 2013... vi invito ad andare a visitare la pagina FB apposita (unitevi agli amici!!)!

Una stagione: l'estate (2013 - 1)

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Ed eccoci di nuovo alla stagione più calda dell'anno... che quest'anno si è fatta così attendere che - forse, e sottolineo forse - anche gli irriducibili amanti dell'inverno come me l'hanno desiderata almeno un pò. Ammetto che a fine maggio, io stessa avevo voglia di caldo!

 

Scorci di campi con papaveri


Purtroppo "estate" qui coincide fin da subito con molta afa, zanzare e tanta fiacca... che sono già mie sgradite coinquiline e rendono più complicato affrontare l'ultimo mese "clou", prima del riposo estivo di agosto. Ahimè, le temperature suggerirebbero un dolce far niente... prospettiva che purtroppo è inconciliabile con i miei obblighi attuali.

Un temporale si avvicina...
Papaveri aspettano la tempesta, dietro casa mia

Come forse vi sarete accorti, sto facendo un pò fatica a portare avanti con regolarità il blog: il tempo è davvero poco, gli impegni sono pressanti, le mie energie limitate... e piuttosto che pubblicare post senza "anima" o solo per il dovere di tenere aggiornata questa pagina, preferisco un riposante e sensato silenzio.

  

Anche passare dai vostri blog mi è difficile, spero mi perdonerete... quindi prendete il mio "esserci-non esserci" come una conseguenza naturale di un anno ricchissimo di impegni e prove, che si avvia alla conclusione, mentre il caldo appesantisce ogni iniziativa.

Papaveri alla fermata dell'autobus
Per celebrare l'arrivo dell'estate, vi lascio i papaveri che ho fotografato nell'ultimo mese, senza troppa cura (alcune sono scatti del cellulare)... non ho neppure più il tempo per fare foto dignitose! Che l'acceso colore di questi fiori mi sia di buon auspicio per concludere con energia e forza gli ultimi impegni... e giro l'augurio a tutti voi che vi apprestate a vivere questa nuova stagione!

"La sedia di Lulù" di Marina Casciani e Alessandra Santandrea

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Ci sono storie che colpiscono dritte al cuore perché sono positive, piene di vita, ricche di emozioni e pregne di valore... soprattutto  perché sono vere. Così autentiche che faresti fatica ad immaginarne di migliori, così speciali da essere qualcosa di prezioso e unico, d’ispirazione per tante altre persone. Quella di Alessandra e di Lulù, e di tutte le persone che fanno parte della loro vita, come Marina, Mauro e Daniela, è proprio una di queste storie.
Più di dieci anni fa, l’11 settembre 2002, Alessandra ha un incidente stradale in seguito al quale perde l’uso delle gambe: deve reinventarsi tutta la sua vita, da seduta in carrozzina. La forza di volontà e soprattutto la voglia di trovare il lato positivo non le mancano: fin da subito reagisce bene e si impegna nella riabilitazione. Tuttavia abituarsi a vivere “da seduta” è difficile, soprattutto perché il mondo non è a misura di disabile: le barriere grandi e piccole si trovano ovunque, nell’ambiente come negli sguardi delle persone. Allora, come rinascere a nuova vita dopo il dramma?


Ed ecco irrompere nella vita di Alessandra e di suo marito Mauro una piccola rivoluzione, nera, pelosa e adorabile: Lulù, cucciola di labrador incrociata con un pastore tedesco. E da qui, giorno per giorno, mentre si cementa il rapporto speciale con la cagnolina, nasce una nuova Alessandra: “Lulù più di chiunque altro cominciò a conoscere i miei segreti, le mie giornate buie, i miei pianti e i miei sorrisi. (…) Fu l’inizio di un legame intimo ed esclusivo. (…) Io avevo fatto enormi progressi, mi sentivo più padrona di me e anche la capacità di prendermi cura di Lulù lo confermava agli occhi di tutti. Mi resi conto che, in qualche modo, quel cane stava diventando lo specchio di alcune mie capacità  che avevo creduto perse. La guardavo e ne ero fiera. Ci stavamo prendendo cura di noi. Vicendevolmente. Ma non potevo ancora rendermi conto di dove mi avrebbe portata, quanto veramente sarebbe stata in grado di fare per me” (La sedia di Lulù, pp.57-59).

Sandra e Lulù
Ed infatti, cogliendo l’occasione di “educare” maggiormente Lulù, Alessandra conosce Daniela Scanelli, istruttrice cinofila del centro Green Paradise. La grande sensibilità ed intelligenza di Lulù suggeriscono a Daniela che la cagnona può diventare un utile “cane da supporto”, aiutando Alessandra a ridurre il suo handicap nelle attività quotidiane: riportarle oggetti caduti, aprire e chiudere le porte, chiamare i famigliari in caso di difficoltà, portarle il cellulare quando suona (e riporlo in un cassetto terminata la chiamata!), addirittura aiutare a caricare la lavatrice e stendere.
La bravura di Lulù e la sintonia con Alessandra sono tali da condurre la coppia a vere e proprie gare di “obedience”, disciplina sportiva che punta sull’affiatamento cane-uomo e sulla capacità del primo di rispondere in modo rigoroso a richieste e ordini del secondo. Alessandra, insieme a Lulù, è oggi la prima ragazza disabile in Italia a svoligere gare di obedience a livello agonistico in classe II.

Un momento della presentazione del libro: Marina, Alessandra e Lulù
Lulù “regala” ad Alessandra non solo supporto pratico, ma anche amore, dedizione e fedeltà allo stato puro: Lulù comprende in modo imperscrutabile i limiti di Alessandra e se ne fa carico, amandola con tutta se stessa. La vita di Alessandra è rinata anche grazie a Lulù, con la quale ha scoperto di nuovo la possibilità di mettersi alla prova, appassionandosi e impegnandosi per raggiungere insieme un obiettivo comune… ma non è tutto. Alessandra viene in contatto con Marina Casciani di ChiaraMilla, associazione di promozione sociale sportivo diletantistica, che si occupa di Pet Therapy.  Marina chiede ad Alessandra di scrivere la sua storia in un libro, credendo che possa essere d’esempio per tante altre persone e pensando anche ad un progetto concreto: i fondi del ricavato del libro dovranno servire a rendere “a misura di disabile” la struttura di ChiaraMilla, oltre che per addestrare altri cani da supporto per disabili.
E continua così la meravigliosa avventura di Alessandra e Lulù, che grazie al libro cominciano a girare per scuole, città, eventi, incontri, addirittura studi televisivi Rai. Ho incontrato Alessandra, Marina e Lulù proprio venerdì scorso in una serata di presentazione del libro… inutile dire che sono rimasta senza fiato nel conoscerle, il cuore gonfio di commozione e gratitudine, un incontro che continua ad emozionarmi ed ispirarmi leggendo le pagine del loro libro “La sedia di Lulù”.


Alla presentazione del libro ho anche assistito di persona a una “dimostrazione” del legame straordinario che ha Alessandra con Lulù: al di là dei sorrisi spontanei che nascono vedendo questa cagnolona svolgere esercizi complessi (talvolta buffi, come aiutare Alessandra a stendere i panni!), passa un dirompente amore che è impossibile non cogliere… un sentimento capace di rivoluzionare davvero la vita.
Vorrei chiudere questo post con alcune frasi tratte dal libro, invitandovi però ad andare sulla pagina facebook di “La sedia di Lulù” e quella dell’associazioneChiaraMilla e cliccare un bel “mi piace”. Se voleste acquistare il libro, che è un concentrato di emozioni, forza di vivere e amore allo stato puro tra uomo e cane, potete andare sul sito: http://www.itacaedizioni.it/catalogo/la-sedia-di-lulu-2013/

“I cani hanno il potere di dimostrare con assoluta e ingenua purezza tutto ciò che sentono senza alcun condizionamento. (…) Lei non ti parlava di amore, era amore e basta, non ti parlava di felicità, era felicità e basta. (…) A volte si dice che i cani, al contrario degli umani, non vedono la differenza tra le persone; io invece vi dico che non è questo il miracolo di quelle menti straordinarie. Ciò che è soprendente, invece, è il fatto che i cani la vedono perfettamente e miracolosamente la comprendono senza spiegazione né giudizio, ecco ciò che più li distingue dall’essere umano” (La sedia di Lulù, pp. 46-61).

"Storie che illuminano la vita"... il giveaway estivo di Rumore di Fusa!

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Sono finalmente riemersa dalla serie di impegni, crucci e imprevisti che mi hanno tenuta occupata nelle ultime settimane... e quale modo migliore per festeggiare se non con un bel giveway? L'estate è un periodo perfetto per prendersi una pausa dalla vita frenetica e dedicarsi alla lettura, meglio se di storie che emozionano e fanno riflettere... In realtà questo giveaway è solo un pretesto per diffondere ulteriormente la meravigliosa storia di Alessandra e Lulù, di cui vi ho parlato nello scorso post. Non a caso questo giveaway si chiama "Storie che illuminano la vita", perchè quella raccontata nel libro "La sedia di Lulù" di Marina Casciani e Alessandra Santandrea è sicuramente una di queste. Inoltre il ricavato della vendita del libro servirà per rendere “a misura di disabile” la struttura di ChiaraMilla, oltre che per addestrare cani da supporto per disabili. Mi sembra un progetto importante! Volentieri indico quindi questo giveaway estivo, ecco il banner da prelevare:


Le regole: 
- Dato che lo scopo di questo giveaway è far conoscere il libro "La Sedia di Lulù", devo restringere la partecipazione solo a coloro che possono pubblicizzare l'iniziativa su un blog, un sito o un profilo facebook.
- Se avete facebook, andate subito sulla pagina facebook di “La sedia di Lulù” e quella dell’associazioneChiaraMilla e cliccate un bel “mi piace”.
- Prelevate questo banner, mettetelo sulla vostra homepage linkato a questo post.
- Lasciate un commento di partecipazione sotto questo post;
- Diventate sostenitori di questo blog (se non lo siete già), sia con Google Friend Connect che con Bloglovin;
- Pubblicizzate il più possibile il libro "La Sedia di Lulù", magari condividendo sui vari social network questo post oppure quello dedicato al libro.
- L'iniziativa dura un mese e quindi scade il 10 agosto 2013: ci si può iscrivere fino alle ore 19.30 di tale giornata.
- Il vincitore sarà estratto in base all'estrazione del Lotto del 10 agosto 2013, ruota nazionale: il primo numero "utile" (rispetto al numero degli iscritti al giveaway) risulterà vincitore e riceverà a casa il libro "La sedia di Lulù".
Tutto chiaro? Vi aspetto numerosissimi!!!

Lista partecipanti:
  1. Robby - Hay Lin
  2. Martina 
  3. Cristina B.
  4. Lu
  5. Mary - La Pansè di Mary
  6. Antonella - Wolfsrain
  7. Daniela - Decoriciclo
  8. Mirtilla - Le cose di Mirtilla

Il barbagianni, magnifico re bianco della notte

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La Natura è un'imbattibile creatrice di bellezza: tutta la varietà degli esseri viventi, interi ecosistemi ma anche paesaggi naturali, vanno a comporre un puzzle d'infinita meraviglia. In tutto questo, ci sono animali che più di altri affascinano, grazie al loro aspetto e alle loro capacità... e, in alcuni casi, troviamo delle costanti che riescono a colpire l'uomo: eleganza e bellezze innate, mistero, abilità predatorie ma anche capacità adattive all'ambiente umano. Sto parlando di un felino? Non esattamente! Oggi vi parlo del barbagianni, splendido rapace notturno che condivide con i felini alcuni tratti fondamentali.

Il barbagianni, foto da Wikipedia

Il barbagianni (Tyto Alba) è un meraviglioso rapace dal caratteristico piumaggio pallido, dal volo silenziosissimo e oscillante e dal tipico "disco facciale" a forma di cuore: il suo aspetto è inconfondibile e parte integrante del suo fascino. Vive in aperta campagna, ai margini di boschi e in ambienti rurali, ma anche in giardini cittadini sufficientemente tranquilli; nidifica in tronchi cavi, fienili, campanili, rovine e costruzioni antiche: anche questo va a comporre l'immagine di una creatura misteriosa e affascinante, capace di vivere - silenziosamente - ai margini dell'ambiente umano. E' un superpredatore notturno e crepuscolare, in grado di cacciare anche una ventina di topi a notte, specie se ha da sfamare una prole. Fa un verso particolarmente acuto e stridulo, non molto piacevole da sentirsi, talvolta inquietante.

Il maestoso volo di barbagianni, foto da Wikipedia
La sua spiccata attitudine predatoria ne fa un animale molto utile per l'uomo, specie in ambito agricolo: i barbagianni si nutrono di piccoli roditori, come topi, talpe e ratti, e quotidianamente hanno bisogno di mangiare indicativamente tre topi a testa. Proprio questa sua "utilità" ne fa un animale generalmente benvoluto dai contadini, che in certi casi ne incoraggiano la presenza predisponendo appositi nidi sul fianco dei fienili. Ma la storia del barbagianni è costellata anche da note negative, un pò come per il gatto nero: il suo aspetto vagamente spettrale, abbinato alle sue abitudini notturne e alla sua capacità di volare senza fare alcun rumore, comparendo all'improvviso nella notte, hanno fatto sì che fosse visto come portatore di sfortuna, vera e propria presenza maligna o fantasma dal quale difendersi.
A dispetto di queste dicerie, come sempre frutto di una certa ignoranza, per fortuna il barbagianni ha dalla sua una bellezza e un'eleganza straordinarie. Viene anche impiegato nella falconeria... e appunto questo barbagianni addestrato e questo micio nero vi danno una dimostrazione stupefacente di quella meraviglia della Natura di cui parlavo all'inizio del post.



Felini sulla terra, rapaci in cielo... tra le creature più affascinanti del pianeta! Non siete rimasti incantati da tanta eleganza, sintonia e completa assenza di pregiudizi, anche tra due specie diverse?

Una stagione: l'estate (2013 - 2)

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Il fascino senza tempo dei campi di grano mietuti, i covoni composti che quasi luccicano al sole, il cielo senza nuvole, l'ordine pulito delle vecchie case di campagna, colori accesi e sgargianti che colmano lo sguardo, fino all'orizzonte...



Una versione volutamente "anticata", per suggestioni d'altri tempi...


Le cicale friniscono senza posa e il caldo si fa sentire, ma sotto gli alberi (o vicino alle aiuole!) basta poco per trovare frescura. La sera poi si sta in terrazza, aspettando il calare del sole...



L'afa africana è in arrivo per la prossima settimana ma, per adesso, al pomeriggio si alza sempre una gradevole brezza di vento ed è un piacere inforcare la bici, ammirando il paesaggio.


Per chi non parte per mete lontane e passa l'estate in campagna, godere di un paesaggio del genere ogni giorno è comunque un regalo da apprezzare e condividere. 
Buonissima estate a tutti voi!

A cosa serve un gattile? (L'importanza dei rifugi per animali abbandonati)

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Questa domanda a molti sembrerà una provocazione... eppure è una domanda che altrettante persone si pongono, e in buona fede: forse per superficialità e un pizzico di ignoranza, ma proprio non riescono a cogliere la necessità di una struttura come il gattile, che viene vista come inutile attività, spreco di tempo, di risorse umane e soprattutto di soldi. Ebbene, dal momento che una delle prime armi per combattere il pregiudizio è l'informazione, ecco un post che vuole rispondere in modo accurato (e il meno polemico possibile) alla domanda.


Che cos'è un gattile?
Un gattile è una struttura chiusa dotata di più stanze, tra cui un'infermeria e una cucina, solitamente provvista anche di uno o più giardini recintati dove i gatti possono circolare liberamente, ma non uscire e scappare. Il gattile ospita gatti abbandonati e randagi con accertate abitudini domestiche; mici ceduti dai proprietari (per morte, malattia, problemi personali di vario tipo); gatti smarriti in attesa di ritrovare il proprietario; mici incidentati o gravemente malati, dei quali non è possibile risalire al proprietario. Le funzioni principali di un gattile sonola cura e il ricovero temporanei di tutti questi gatti, fino ad una loro adozione, che si auspica sia più la veloce possibile e resta l'obiettivo primario

Il gattile di Ferrara - gestione di "A Coda Alta"
Al Gattile Comunale di Ferrara, ad esempio, in un anno transitano circa 300 gatti: la maggior parte di questi trova famiglia solo grazie alle adozioni promosse dagli operatori del gattile, la cui struttura riesce a ospitarne indicativamente solo 80 (quindi ben più del triplo dei gatti “passati” per il gattile, trova casa!). Un gattile, in sintesi, non è una prigione per gatti, nè un luogo dove vengono portati indiscriminatamente tutti i gatti "liberi": non si pensi che esista un servizio accalappia-gatti che non vede l'ora di catturare ogni gatto libero sul territorio per "imprigionarlo" in gattile! Solo i mici abbandonati, smarriti o randagi vengono ospitati nella struttura e si tratta di un ricovero temporaneo, che spesso salva loro la vita.


Uno dei cortili interni del gattile di Ferrara
Che differenza c’è tra il gattile, la colonia e l’oasi felina?
Il gattile, come già detto, è una struttura che ospita temporaneamente gatti randagi con accertate abitudini domestiche o privi di padrone: questi mici sono tenuti all’interno di stanze, spesso comunicanti con giardini esterni dotati di recinti e reti, dai quali gli animali non possono uscire. La colonia felina invece è composta da un gruppo più o meno consistente di gatti liberi sul territorio, tutti concentrati in un solito posto, dove generalmente una “gattara” porta con regolare frequenza cibo e acqua. La colonia felina di solito si forma in modo spontaneo e viene dotata di casette per riparare gli animali dalla pioggia. Per approfondire, si veda anche la legge regionale n. 27del 2000. L’oasi felinaè una struttura come un gattile, dal quale però è possibile per i gatti entrare e uscire liberamente. Le oasi feline sono ambienti ideali se e solo se collocate in una zona lontana dal traffico e dai predatori naturali dei gatti: ecco perché oggi come oggi è difficile trovare le condizioni giuste per un’oasi felina.

Rita, una dei mici fiv+ del gattile di Ferrara

Come faccio a riconoscere un gatto di proprietà libero sul territorio da un gatto randagio bisognoso di aiuto?
Prima di tutto vanno osservate le condizioni del gatto: se sembra complessivamente in buona salute (pelo lucido, assenza di ferite visibili, occhi e orecchie sani senza parassiti o infezioni), anche se magari è magro, non necessariamente si tratta di un gatto randagio. In tale caso si può aspettare qualche giorno, osservando se il micio continua ad aggirarsi da solo, smarrito e affamato (probabile abbandono) oppure se sembra a suo agio (probabile gatto di proprietà “in libera uscita”). Un gatto che invece riporti ferite, evidente stato di denutrizione, eventuali infezioni o zoppie, miagoli in modo insistente e disperato, è probabile che sia un gatto randagio o abbandonato, o eventualmente un gatto di proprietà smarrito che non riesce a ritrovare la strada di casa. In tale caso, piuttosto che lasciarlo in strada, il gatto va soccorso il prima possibile e portato in gattile. Il gattile, tra le altre cose, raccoglie gli annunci di gatti smarriti e li diffonde sui canali web: è buona regola consultare sempre questi avvisi, capita spesso che i proprietari ritrovino il loro micio smarrito tramite questi canali.

Due miciotti un pò diffidenti del gattile di Ferrara
Perché i gatti randagi o smarriti vanno portati in gattile? Non se la cavano da soli?
Il gattile ha un’importanza fondamentale per salvare la vita agli innumerevoli gatti che vengono abbandonati o smarriti sul territorio: diversamente da quanto si può pensare, un gatto non ha sette vite, né è un animale in grado di “cavarsela da solo”. Un gatto abbandonato (che sia ferito o meno) ha scarse possibilità di sopravvivenza senza l’aiuto umano: rischia continuamente di essere investito dai veicoli creando pericolo anche per le persone in transito, ha difficoltà a reperire cibo e acqua, nonché un riparo dalle intemperie, rischia di essere ferito da altri animali, contraendo anche malattie mortali. I gatti randagi che girano per strada, a cui spesso erroneamente si fa poca attenzione, certamente non se la passano bene: spesso sono in stato di denutrizione, non è insolito che abbiano in corso malattie più o meno gravi e rischiano ogni giorno di restare feriti o uccisi. Il gattile, accogliendo e curando questi gatti in difficoltà, non solo li salva, ma dà loro la possibilità di essere adottati e di ricominciare una “vera” vita. Quanti adotterebbero un gatto randagio che gira per strada con aria selvatica, malridotta e sofferente? Magari è lo stesso gatto che, se rimesso in sesto e curato in gattile, verrebbe adottato senza problemi dopo qualche mese.

Graffio, accoccolata nel giardino esterno della sua stanza, al gattile.
 Oltre ad accogliere e salvare i gatti randagi, quali altre funzioni svolge il gattile?
Una delle funzioni più importanti è il tamponare il problema del randagismo, accogliendo un certo numero di gatti abbandonati ma anche operando le necessarie sterilizzazioni su questi e sui gatti di colonia (che vengono poi re-immessi nell’ambiente originario). Si tratta non solo di una questione di igiene ambientale, ma anche di responsabilità e rispetto per gli animali. Esistono leggi e regolamenti che impongono l’obbligo della sterilizzazione dei randagi, unico strumento efficace per contrastare non solo il randagismo, ma anche il deplorevole fenomeno dell’abbandono.
Il gattile naturalmente promuove le adozioni responsabili di tutti i gatti che ospita: questo è, come già detto, lo scopo prioritario della struttura. Le adozioni di questi gatti sono assolutamente gratuite e questo contribuisce a diffondere anche la cultura del rispetto dell’animale come soggetto di cui prendersi cura in modo gratuito, piuttosto che come oggetto avente valore commerciale.

Tiramisù, aspetta adozione al gattile di Ferrara
Naturalmente il maggior beneficio delle adozioni viene tratto dal gatto, che è un animale domestico e per questo non in grado di vivere dignitosamente senza una propria casa e persone che si prendano cura di lui. Il micio adottato in gattile spesso sa ricambiare le cure con un affetto straordinario e una consapevolezza sorprendente di essere stato tratto “in salvo” da una situazione difficile.
Il gattile, infine, offre occasioni alla cittadinanza di svolgere volontariato a contatto con gli animali, attività educativa per eccellenza, capace di trasmettere l’inesauribile meraviglia del rapporto con un animale sensibile, intelligente e comunicativo come il gatto.

Adottare un gatto diffidente: la storia di Tom (Amelio) e Daniela

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Sono il cruccio di ogni volontario che si occupi di adozioni di gatti abbandonati: quei tanti mici bellissimi, sani, robusti e con tutta la vita davanti... che non appena vedono un uomo fuggono a nascondersi, incapaci di fidarsi di nuovo della mano umana (e come biasimarli?), per nulla desiderosi di farsi osservare, coccolare, adottare. Ed è la loro condanna, talvolta peggiore della FIV+ o dell'avere già una certa età: il gatto diffidente, timido, sfuggente, non incontra quasi mai le simpatie umane e, anche se bello e sano, è il suo carattere difficile a renderlo inadottabile. E sono tanti i mici che così trascorrono l'intera vita in gattile, quasi auto-condannandosi a non trovare più una famiglia. 

Mazzo, micia molto diffidente al gattile di Ferrara
Eppure, se facciamo un passo indietro, capiamo che i mici sfuggenti, dal carattere estremamente timido e pauroso, non hanno nessuna colpa e sta all'essere umano fare uno sforzo in più, per dare un'altra possibilità a questi gatti, che spesso hanno alle spalle traumi e shock di vario tipo. Parte dello sviluppo del temperamento individuale del gatto è un fedele specchio del suo rapporto con l'uomo: quel micio che dalla mano umana ha ricevuto solo amore, tranquillità e sicurezza, sarà affettuoso, fiducioso e socievole. Ma quel gatto che ha avuto dalla vita (e dall'uomo) solo bastonate, fame, abbandono, indifferenza, come diventerà? 

Perla, spaventata dopo la morte del suo padrone, è al gattile di Ferrara.

Adottare un micio diffidente significa cercare di curare la più difficile malattia che può capitare a un gatto domestico: la sfiducia verso il genere umano. Bisogna armarsi di calma e pazienza, quella stessa pazienza che tutti noi crediamo di avere in grandi dosi di fronte a un gatto timido, ma che magari svanisce dopo qualche giorno, quando ci si rende conto che quel gatto non cambierà nel giro di poco: resterà a lungo schivo, timido e fuggirà da noi come il primo giorno. Ma è proprio questo a rendere così importanti e meritevoli le adozioni dei mici diffidenti: dare loro tempo, sicurezza, affetto incondizionato nonostante la loro sfiducia, è l'unica cura che può sgretolare, gradualmente, la loro paura. E, come nel caso di altre adozioni "problematiche", anche in questa circostanza l'adozione salva loro la vita, letteralmente: quanti mici vivono e muoiono in gattile perchè troppo timidi e poco accattivanti per le famiglie?

Adele, bellissima ma un pò timidina, ancora non trova famiglia.

Perchè le mie parole non restino solo una "bella teoria", vi propongo la testimonianza scritta apposta per noi da Daniela (che ringrazio tantissimo!), che ha adottato Amelio (oggi Tom), micio un tempo schivo e diffidente. Leggere la storia di Daniela e Tom è per noi volontari un regalo di inestimabile valore, perchè è una vittoria da tutti i punti di vista... ed oggi Tom, grazie all'infinita pazienza e amore della sua nuova famiglia, ha scoperto la "vera" vita che ciascun gatto si merita.


Ecco Tom-Amelio, quando era all'associazione "A Coda Alta"
"Tutto è iniziato un giorno di agosto, quando mi zia mi dice che hanno adottato una gattina dall'Associazione A Coda Alta. 
Passano i giorni e, così quasi per caso, vado sul sito dell'associazione e per curiosità guardo i gattini in adozione. Scorro tutte le foto e all'improvviso vedo questo gattino Amelio, 6 mesi, identico alla mia Micia che è mancata 3 anni fa.
Ne parlo con mio marito, perchè ci sono anche Tobia e Luna , ma per lui non ci sono problemi. Così decido di telefonare e parlo con Paola che mi dice che Amelio però non è addomesticato, è un po' scontroso e non si fa toccare....io ci penso un po', ma prendiamo un appuntamento per incontrarci. La prima volta che lo abbiamo visto ci ha soffiato e si è nascosto.

Cloe, è la mamma di Tom: per lei ancora nessuna adozione, perchè "troppo timida".

Un po' titubante, perchè era un'esperienza nuova, abbiamo deciso di adottarlo e così dopo una settimana siamo andati a prenderlo. Da qui ha inizio la sua nuova vita con noi!!!

Da Amelio lo abbiamo chiamato Tom che per i primi quindici giorni è stato dietro alla lavatrice, i secondi quindici sotto il divano. Nonostante ciò ha sempre mangiato ed è sempre stato pulitissimo, mai niente fuori dalla cassetta.

Dopo circa un paio di mesi ha iniziato a capire che era amato e non c'era nessun pericolo, che le coccole e il divano non erano poi così male; da qui in poi ha cercato il contatto con noi, le prime coccole, le prime strofinate. Di grande aiuto è stata la presenza di Luna, sua coetanea, grande compagna di giochi e di marachelle.

Ecco Tom nella sua casa!! Mica male la vita in famiglia, eh?

Niente è impossibile, rispettando i suoi tempi e dandogli tanto amore si supera tutto. Da ottobre a oggi abbiamo fatto passi da gigante, è un perfetto gatto di casa. Ora riesco anche a prenderlo in braccio, è la mia ombra. Provo tanta gioia e soddisfazione nel vederlo sano, forte, bello e soprattutto felice. Il ricordo di quel gatto scontroso e impaurito ormai è lontano".

VENTO: la ciclovia più lunga d'Italia

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Come forse già sapete, sono appassionata di bici e pedalate in mezzo alla natura. Oggi vi parlo allora di un progetto davvero meritevole e apprezzabile: la ciclovia "VENTO", che collega appunto VENezia a TOrino grazie a una lunga, lunghissima pista ciclabile lungo il fiume Po. Si tratta di una ciclovia lunga ben 679 chilometri, di cui 632 lungo il fiume, collegata al meglio con stazioni ferroviarie e mezzi di navigazione fluviale.
Il progetto è del Politecnico di Milano e coniuga mobilità sostenibile, turismo, sport, valorizzazione di paesaggio e territorio lungo il più importante fiume italiano, ma anche opportunità occupazionali e di rilancio delle economie locali. Si legge sul sito del progetto: "VENTO è paesaggio, sviluppo, beni culturali, ambiente, agricoltura, fiume, natura, città, piccoli comuni, cibo, tipicità, sole, vento, salute, lavoro, futuro".

Il tracciato di "VENTO", immagine tratta da web

VENTO, tuttavia, non è ancora realizzata: per completarla (attualmente solo 102 chilometri sono "pedalabili" in sicurezza, ossia il 15% del totale) occorrono 80 milioni di euro. Per capire il valore concreto di questa cifra, sappiate che gli stessi soldi servirebbero per realizzare solo uno o due chilometri di autostrada. I vantaggi del cicloturismo legati a VENTO sarebbero molti, favorendo ritorni economici anche per gli operatori locali, senza contare la promozione di una mobilità più compatibile con l'ambiente. Interessante, a lato economico, è sapere che la ciclovia che costeggia il Danubio, di 320 km, produce un indottodi oltre 76 milioni di euro annui. Insomma, VENTO sarebbe un guadagno sotto ogni punto di vista: ambientale, economico, sociale. Vi spiega bene il progetto questo video di Luca Gregorio (fonte Youtube):


Non vi sembra un'ottima idea, in un mondo sempre più caotico, sempre più inquinato, sempre meno attento a paesaggi e piccole economie locali? A me sì. Il progetto è approvato da moltissime istituzioni e ed associazioni aderenti (tra cui anche WWF e LIPU), nonchè da privati cittadini. Vi invito dunque ad aderire gratuitamente all'iniziativa, proprio come ho fatto io (insieme ad altre migliaia di cittadini): basta mandare una mail a vento@polimi.it, con scritto:

Io sottoscritto NOME e COGNOME (ed eventuale AFFILIAZIONE) sostengo l'idea della grande opera /ciclovia VENTO e sollecito i Comuni, le Province, le Regioni, gli Enti Fluviali e il Governo a dare avvio alla realizzazione di VENTO nell'interesse di tutti.
Sono consapevole che il Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano, in linea coi propri fini istituzionali ha sviluppato il progetto "VENTO", cui ha dedicato un'apposita sezione sul sito istituzionale dell'Ateneo: http://www.progetto.vento.polimi.it/. Nell'ambito di tale progetto, il trattamento dei dati personali acquisiti verrà effettuato ai sensi del D. Lgs. 30 giugno 2003, n. 196 "Codice in materia di protezione dei dati personali". Al fine di effettuare un sondaggio di gradimento via e-mail, i Responsabili del progetto, previo consenso dell'interessato inviato con questa stessa mail spedita all'indirizzo vento@polimi.it, potranno pubblicare sul sito citato il nome e il cognome del mittente (e se esplicitata anche l'affiliazione). Non verrà invece pubblicato l'indirizzo di posta elettronica del mittente. Ai sensi della presente informativa, resa in ottemperanza a quanto disposto dall'art. 13 del D. Lgs. n. 196/03, l'interessato autorizza quindi alla pubblicazione sul sito http://www.progetto.vento.polimi.it/ del proprio nome e cognome e se esplicitata, anche l'affiliazione. Responsabile del trattamento dei dati è il Dipartimento di Architettura e Studi Urbani - Progetto VENTO.

Buona domenica a tutti!

"Nero Sangue" di Carlo Riberti: il primo romanzo di mio padre

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Dedico questo post a mio padre, che ha appena pubblicato il suo primo romanzo: Nero Sangue, vincitore del Premio Barney 2012, edito da Barbera Editore. In Nero Sangue si alternano la cupa e claustrofobica atmosfera degli Appennini d'autunno e gli assolati paesaggi africani, teatro sanguinoso ed impietoso del colonialismo italiano. Passato e presente si intrecciano, quando al pittore Andrea Molini viene richiesto un affresco commemorativo della famiglia Drago... e intanto a Ca' del Farneto, villa della famiglia Drago, isolata tra i boschi e assediata da cani selvatici, emergono torbide vicende che rendono ben presto Molini uno scomodo testimone.
Molti sono i temi che si sviluppano in questo libro, tra cui anche il randagismo e l'abbandono dei cani: tra le pagine più commoventi di Nero Sangue troverete infatti la storia del cane abbandonato Ebel, vittima incolpevole di un mondo che scarta gli esseri viventi a seconda delle circostanze.
Immagino che, data la mia parentela con l'autore, il mio giudizio possa non essere del tutto imparziale... eppure, se vi piacciono i "neri" intensi e i romanzi storici, questo è un libro che mi sento assolutamente di consigliarvi.



Dal retrocopertina: "Carlo Riberti esordisce con un romanzo thriller ambientato alla fine degli anni Ottanta e che si sviluppa nel confronto mortale fra il pittore Andrea Molini e donna Altera Drago. Molini è un bravo ritrattista, anche troppo. I suoi quadri sembrano fotografie che scavano negli animi umani e spesso gli stessi committenti non acquistano le opere perché messi troppo a nudo. Viene invitato presso una villa sugli Appennini per dipingere l'affresco commemorativo della famiglia Drago, a perpetua memoria del drammatico evento, accaduto al capostipite Giorgio, nella battaglia di Adua. Prigioniero nella villa, isolata da una frana e assediata da famelici cani selvatici, Molini scoprirà segreti familiari e personali della "nobildonna", ambigua, madre, nonna e padrona di oscuri personaggi, che lo indurranno a scappare a rischio della propria vita. La Storia del Novecento fa da cornice a questa saga familiare e alla sua vicenda di famelica vendetta, come in un nero, satanico carnevale".

Paciocca nello studio di mio padre, sui suoi appunti del romanzo

Uno scrittore senza un gatto è inconcepibile. Certo è una scelta perversa, poiché sarebbe più semplice scrivere con un bufalo nella stanza piuttosto che con un gatto. Si accucciano tra i vostri appunti, mordicchiano le penne e camminano sui tasti della macchina da scrivere.
Barbara Holland

Paciocca osserva il pc

Il profilo da musa ispiratrice non le manca!
Anche Paciocca è stata partecipe del lavoro di mio padre: si è accucciata spesso tra i suoi appunti, mordicchiato le sue penne ed è sempre stata molto interessata al pc dove ha scritto il suo primo romanzo.

Almonature: una firma contro la sperimentazione + vincitore giveaway

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Prima di proclamare il vincitore di "Storie che illuminano la vita", vi porto a conoscenza di una nuova iniziativa promossa da Almonature, a favore dei metodi alternativi nella ricerca scientifica per fermare la sperimentazione sugli animali.

Almo Nature prende ufficialmente posizione a favore dei metodi alternativi nella ricerca scientifica.“Quella di Almo Nature è una posizione ideologica” spiega il Presidente Pier Giovanni Capellino “ma oggi occorre fare un salto dimensionale e proiettarci verso una realtà diversa, già parzialmente possibile. Nessun vantaggio, nessun profitto, nessuna idea o religione, niente giustifica la crudeltà. La sperimentazione sugli animali  è crudeltà. E’ un delitto senza firma. Le nostre firme la possono fermare”.


Almo Nature, da sempre impegnata in iniziative ed azioni solidali a favore degli animali, va oltre e scende in campo, al fianco di Stop Vivisection, OIPA Italia e Gaia Animali & Ambiente, con 2500 leggii esposti in altrettanti punti vendita specializzati per raggiungere l’obiettivo di raccogliere 1 milione di firme così da sollecitare la Commissione europea ad abrogare la direttiva 2010/63/UE sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici e a presentare una nuova proposta che abolisca l'uso della sperimentazione su animali, rendendo nel contempo obbligatorio, per la ricerca biomedica e tossicologica, l'uso di dati specifici per la specie umana. Cerca il leggio nel tuo negozio di fiducia e segui poche e semplici istruzioni per essere certo che la tua firma sia valida, leggi qui.

Si può anche firmare on-line, qui, cosa che vi invito assolutamente a fare se non trovate il leggio Almonature. Coraggio, raggiungiamo tutti insieme il milione di firme... perchè, come dice Ilana Yahav in questo video, "Amare gli animali è un bisogno innato della nostra anima".



Ed infine eccoci giunti al momento di premiare il vincitore del mio giveaway "Storie che illuminano la vita"! Sono stata molto contenta della vostra partecipazione e soprattutto di tutto l'interesse e la commozione scaturiti dalla storia di Alessandra e Lulù! Proprio il loro libro "La sedia di Lulù", di Marina Casciani e Alessandra Santandrea, sarà spedito direttamente a casa del vincitore che, in base all'estrazione del lotto di ieri sera (ruota nazionale), corrisponde al n. 14 (primo numero utile tra gli iscritti): Simo di "Valzer di emozioni"! 



Simona, scrivimi via mail il tuo indirizzo (rumoredifusa@gmail.com) così che possa spedirti il premio. Complimenti a te e in ogni caso ringrazio davvero tutti i partecipanti! Buonissima domenica a tutti!
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