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Blancò e Pallino: una coppia speciale

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Oggi lascio spazio a una storia a lieto fine: quella di Blancò e Pallino, i fortunatissimi mici adottati in coppia da Dario C., giornalista ferrarese. Forse qualcuno di voi ha già letto la loro storia tra quelle partecipanti a "Gatto nero 2012", ma vorrei riproporla su questo blog perchè mi ha colpita particolarmente, facendomi sorridere per le marachelle dei due "sgherri" pelosi, ma anche riflettere su quanto sia unico il temperamento di ogni micio... Ma lascio la parola al bel racconto di Dario, che ringrazio per avermi autorizzato a riprodurlo anche qui.

Blancò il panterino e Pallino la tigre in miniatura, nella simpaticissima vignetta di Dario.

“Va bene….prendiamo un gatto…”
Capitolo così con due parole dopo un lungo ed estenuante lavoro ai fianchi subìto in casa.
Nessun gatto “a pagamento” comunque… Si va al gattile. Ma questa precisazione fortunatamente non ebbi bisogno di farla... Tutti la pensiamo allo stesso modo.
Nemmeno il tempo di riordinare le idee e ripensare a tutti i gatti che mi han fatto compagnia per lunghi tratti della mia vita e siamo lì.
Non me ne vogliano tutti i gatti già cresciuti che cercan casa. Anche io faccio parte di quelli che preferiscon prender un cucciolo… Vi chiedo scusa e prometto che vi aiuterò comunque...
E’ fine novembre e di gattini ce ne son pochi... a dire il vero solo due. Son fratellini, trovati abbracciati in un angolo del parcheggio di un ipermercato. Forse la mamma li aveva sistemati al caldo nel vano motore di un auto e muovendosi si son persi…


A dire il vero nella gabbia se ne vede uno solo. E’ tigrato, grande – o piccolo - come la mia mano. Sembra un pelouche della “Trudi” ma soffia come un gatto “vero”. "Ma non eran due?” chiedo al volontario, che mi invita a guardare bene…
E infatti nascosto dietro al fratellino intraprendente e mezzo coperto da uno straccio ce n’è un altro. “Nero come un prete del Congo in una notte senza luna”, direbbe un giornalista affermato. Chiaramente impaurito, dà l’idea di voler diventare invisibile nella penombra della stanzetta… Noi ne possiamo prendere uno solo; la scelta cade sul tigrato e ci danno un appuntamento telefonico fra qualche giorno per andarlo a prendere, quando avrà completato il ciclo di profilassi necessarie.
Passano i giorni ed il telefono tace. La smania per avere il nuovo ospite cresce e tutti, compreso il sottoscritto che per età e passato dovrebbe esser più moderato, siamo in fermento.. Niente..Silenzio.. Finché non decidiamo di ritelefonare noi.


“Il gattino è a posto – ci dicono dall’altra parte del filo – ma siamo in pena per il fratellino. Sono attaccatissimi, sempre uno appiccicato all’altro e separarli è pericoloso. Chi subisce l’abbandono può ammalarsi e non vorremmo che…”
“Capisco – ribatto alla prima sospensione del discorso... quasi per buttare un telo su un quadro che non mi piace – la richiamo fra alcuni minuti”. Picchio sul tam tam casalingo per riunire la mia tribù ed espongo i fatti. Nessuno ha il coraggio di osare una idea, così parto per primo. “Non posso pensare di dividere due fratellini. Se siete d’accordo li prendiamo entrambi”. La possibilità di avere magari un rimorso mai conclamato è forte e non mi va. Il sorriso della tribù conferma che tutti la pensan come me. Solo che non avevano il coraggio di dirlo, pensando fossi io di idea contraria. Richiamo, comunico e faccio felice l’addetto che non smette di ringraziarmi alla notizia.
Quando li portammo a casa, “la tigre” sulla porta del trasportino aperto soffiava come un matto, ma era buffo come un cartone animato. La “pantera” invece non ne voleva sapere di uscire. Quando successe fu per trasferirsi col fratellino fra creme e shampoo nel mobiletto del bagno, scelto come “tana” provvisoria. 


Son passati ormai 2 anni; la tigre “Pallino”, nome derivato dal giro vita del cucciolo, e la pantera Blancò (facile intuire il perchè del nome…) sono inseparabili; han trasformato in meglio la nostra vita e mai scelta fu migliore. Se Pallino, sta mai zitto e fermo pieno di esuberanza, Blancò sembra muto e riservato anche se di notte scopriamo che si diverte a scalare tutti gli 8000 di casa (armadi doppia stagione compresi) saltando poi giù con la sua tuta alare naturale... Un misto peloso fra Messner e Patrick De Gayardon... Uno se la cava in ogni frangente come monello navigato e l’altro prima si frattura in due punti una zampa posteriore in un radiatore, poi si riduce quella anteriore come Gatto Silvestro dopo una martellata, per via di una puntura di vespa. 

Che tenerezza!!!
Uno è plateale come una sceneggiata napoletana e l’altro è invisibile, trasparente come un cristallo di Boemia. Uno è “tutto subito”, l’altro è “dopo se ne rimane”.  Ma è proprio il suo modo di esser riservato anche nelle manifestazioni d’affetto che ci riserva, che ne fan un compagno speciale. Un “miao” sommesso e due passi a coda alta fino al tappeto del bagno scenario delle coccole mattutine pancia all’aria, sono preziosa concessione. Di cui siam grati. Ed anche se da buon sportivo son superstizioso, il gatto nero per me vuol dire qualcosa di speciale.

Pallino e Blancò, due meraviglie uniche e inimitabili!
Spero che la storia di Blancò e Pallino vi sia piaciuta quanto è piaciuta a me, non solo per il suo lieto fine ma anche perchè è uno splendido racconto di un'adozione in coppia... una scelta fortunatissima che ha reso la vita di Dario doppiamente speciale!

Consigli per regali di Natale... a tutto gatto!

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Oggi vi propongo qualche ideuzza in vista del Natale, per fare regali utili, magari a sfondo benefico, non troppo costosi e soprattutto azzeccatissimi per un gattofilo/a! Siete pronti?
Naturalmente inizio con un regalo che in realtà è un oggetto indispensabile e adatto a tutti, grandi, piccoli, famiglie e single: il calendario 2013 di "A Coda Alta", disponibile sia in versione da muro che da tavolo, potete trovare tutte le informazioni QUI. Ricco di bellissime foto di gatti, vi terrà compagnia un anno intero e intanto aiuterà noi volontari a prenderci cura dei mici abbandonati: un regalo di Natale per chi lo riceverà e per i mici di cui ci occupiamo!


Per le amanti della cucina e dei gatti, un'idea originale è regalare i tagliabiscotti a forma di gatto: si trovano nei negozi di casalinghi oppure direttamente su internet. Sicuramente chi li riceverà sarà felice di poter introdurre uno stile "gattoso" anche nella preparazione di biscotti e torte, per deliziare palato e vista:


Sempre per restare in ambito casalingo, esistono tanti e bellissimi articoli dedicati al micio... ad esempio, Bassetti ha tutta una linea strepitosa (lenzuola, copripiumoni, asciugamani, ecc.) che sicuramente farà innamorare tutti gli amanti degli animali. Dato che vorrei dare consigli per semplici "pensierini" e non per corredi nuziali, qui mi limito a mostrarvi queste deliziose presine... 


Sotto l'alberto non possono mancare i libri! Perchè non abbinare, anche in questo caso, la beneficenza alla lettura? A questo proposito vi propongo, direttamente dallo shop della LAV - Lega Anti Vivisezione, il dizionario "Bambino-Gatto" o "Italiano-Gatto". Un'altra idea sono i tre libri di Licia Colò ("Cuore di gatta", "L'ottava vita", "C'era una volta una gatta"), la cui vendita andrà a favore della sua associazione animalista "Animali&animali". Non vi ho ancora parlato dei libri della Colò, ma vorrò farlo presto, perchè sono davvero bellissimi.


Ora ci spostiamo verso idee per regali specificatamente femminili, con le trousse ICONS a forma di gatto di Deborah: linea disegnata da Stefano Giovannoni, hanno colori, dimensioni e prezzi diversi, ma sono tutte meravigliose! Si trova anche la trousse a forma di cane, ma naturalmente qui vi mostro il micio: è in diversi colori metallizzati e gli occhi sono brillantini. Inoltre, nella versione "mini" sono disponibili anche renne, pinguini, orsi polari... aaah, se mi truccassi di più le comprerei tutte!


Dato che sono convinta che i regali di Natale, oltre ad essere sempre utili, dovrebbero anche cercare di essere "davvero buoni", ci tengo a suggerirvi un'altra idea legata alla beneficenza... come ad esempio una bella t-shirt OIPA con citazione di Gautier:


Che ne dite? Avete trovato qualche spunto per i vostri regali? 
In questo post vi ho mostrato tutti oggetti "gattosi", ma ci tengo a sottolineare che si trovano bellissime idee regalo in tutti i siti delle associazioni onlus, che scenderanno sicuramente anche nelle piazze italiane nelle prossime settimane: LIPU con le sue lenticchie ad esempio, UNICEF, WWF, Lega Nazionale per la Difesa del Cane... per dirne solo alcune di molto conosciute. Perchè non informarsi dalle associazioni di beneficenza locali e non diffondere le loro iniziative tramite i nostri blog? Per regali utili, intelligenti ma soprattutto buoni!

Una stagione: l'autunno (2012 - 4)

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Domani inizia dicembre e con lui possiamo dire di entrare a pieno titolo nel periodo natalizio! Prima di abbandonarci ad atmosfere luccicanti, festose e zuccherine, vi mostro un ultimo scorcio d'autunno, dopo le abbondantissime piogge dei giorni scorsi.


Le foglie del melograno risplendono nel cielo azzurro

Trasparenze per nulla autunnali...
L'ultima resistenza prima di cadere....

Naturalmente mentre io scatto, la mia fedele assistente mi segue ovunque e si dà alla perlustrazione del giardino, che con l'autunno assume l'aspetto di un piccolo boschetto... con angoli suggestivi e quasi "magici".



Un rumore improvviso e la coda si gonfia!

Tane di topo sotto di noi?
Vi auguro un bellissimo weekend d'autunno inoltrato!

"Cuore di gatta" e "L'ottava vita" di Licia Colò

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Come vi avevo promesso, ecco che mi appresto a scrivere dei due libri di Licia Colò dedicati alla sua gatta, Pupina. Non credo che l'autrice abbia bisogno di presentazioni: famosa e amata conduttrice televisiva, è da anni impegnata in iniziative a favore di animali e ambiente. Da leggersi rigorosamente in ordine cronologico, "Cuore di gatta. Una storia d'amore" prima e "L'ottava vita. I nostri animali vivono per sempre" poi, sono il racconto della brava Colò sulla sua esperienza e sul significato di avere un gatto nella propria vita.... e oltre.
Devo essere sincera: non riesco a separare il giudizio "letterario" su questi libri da quella che è stata la mia esperienza "privata" di lettura. Ho letto questi due libri in un periodo particolare della mia vita e faccio fatica a spiegarvi cos'hanno significato per me. Diciamo che ho ritrovato tanto di me dentro quelle pagine, alcune frasi potrei averle pensate io stessa, senza una sola virgola diversa.

Licia e Pupina. Fonte web: QUI
Se dovessi scrivere "solo" una recensione e darvi un consiglio letterario, vi direi che questi libri meritano di essere comprati, letti e magari anche regalati, perchè sono deliziosi, pieni di vita e di amore reciproco non solo tra uomo e animale, ma anche tra persone. "Cuore di gatta" narra del legame tra la Colò e la gattina Pupina: del loro primo, quasi casuale, incontro, alle loro prime abitudini condivise. Narra anche di qualche errore che Licia ha compiuto con Pupina: ho trovato questa parte eccezionalmente meritevole, dato che raramente si trova, in questo tipo di storie, l'ammissione di errori palesi da parte di noi umani. Ma "Cuore di gatta", sottotitolata "Una storia d'amore", è soprattutto questo: la storia di come il legame d'affetto che si instaura solido, tra gatto e uomo, possa rivoluzionare la vita, in piccolo e in grande. 


La narrazione in "Cuore di gatta" termina con la morte di Pupina, ma la storia è destinata a non concludersi con questo addio terreno. Pupina ha segnato profondamente la vita di Licia, lasciandole in eredità ricordi e uno speciale modo di vivere il rapporto con gli animali. Intanto, tante altre persone che hanno letto "Cuore di gatta", si sono riviste nella loro storia e hanno iniziato a scrivere a Licia di esperienze simili. "L'ottava vita" nasce proprio sulla scorta delle tante testimonianze delle persone che hanno scritto alla Colò, ma anche sulle sue stesse, impalpabili ma innegabili sensazioni. Pupina non se n'è andata, sta continuando ad agire nella vita di Licia: dal momento che si dice che i gatti abbiano sette vite, è come se Pupina stesse vivendo la sua "ottava vita" accanto alla sua amata umana. Ecco perchè "L'ottava vita" racconta di come e perchè davvero "i nostri animali vivono per sempre".


Per darvi un'ulteriore buona ragione per leggere questi due libri, davvero belli, posso aggiungere che i proventi vanno a finanziare il "Fondo Pupina Onlus", speciale fondo creato dalla Colò entro la sua associazione "Animali&eAnimali" e dedicato alla cura veterinaria dei gatti abbandonati. Dato che però non volevo fare "solo" una recensione, vorrei chiudere il post con una pagina di "L'ottava vita", per farvi capire l'alto valore racchiuso nella storia raccontata in questi due libri. E' una storia semplice, una storia che tutti noi viviamo quotidianamente con il nostro gatto... ma è anche una storia irripetibile, speciale, che ci cambia la vita e continuerà a cambiarcela... per sempre.

"Questo libro è per tutti coloro che hanno amato tanto e che ancora amano.
E' per coloro che credono che l'amore non abbia una forma predefinita. Che sia in chi ti è accanto, in nostra madre, in nostro figlio, nel nostro compagno di vita... ma anche in un essere peloso che ogni tanto incrocia il nostro sguardo e ha la capacità di capire i nostri stati d'animo.
E' per tutti quelli che credono che non sia tutto qui...
(...)
Per chi vede la bellezza dove gli altri neppure la immaginano, per chi ride delle superstizioni e per chi piange di chi si fa beffe del valore della vita.
Questo libro è per chi pensa che ci possa essere sempre un altro punto di vista, per chi è amico della scienza ma non ne è succube. E' per chi, come un bambino, è ancora capace di credere che tutto possa accadere...
Questo libro è per chi ama gli animali senza possederne l'anima. Per chi li rispetta e li guarda come compagni di percorso o come semplici vicini di casa.
Per chi ha accanto un essere che non può parlare, o l'ha avuto un tempo. Per chi non l'ha mai dimenticato, o, se l'ha fatto, per ricordarlo ancora.
Questo libro è per la vita, con la speranza che un giorno ci dimostri che il bruco e la farfalla non sono su questa terra per un caso".

(Licia Colò, L'ottava vita, Mondadori, 2008, pp. 9-10)

Addobbiamo gli alberi... anche per gli uccellini!

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Stamattina quasi tutto il nord Italia si è svegliato con la neve e il freddo polare: un perfetto giorno dell'Immacolata, con un clima che ha reso "immacolate" e bianche anche le nostre città e i nostri giardini!



Probabilmente quasi tutti noi - per chi non l'avesse già fatto - tra oggi e domani ci accingeremo a decorare le nostre abitazioni con festoni, stelle di Natale e naturalmente il presepe e l'albero! E a questo proposito non dimenticatevi di "addobbare" anche gli alberi del vostro giardino... ma non con festoni, lucine e fiocchetti, bensì con palline di grasso per gli uccellini!



Queste palline (o "canederli") si trovano in commercio a poco prezzo, sono già pronte da appendere agli alberi o ai cespugli e sono praticissime! Io ho anche aggiunto tra i cespugli qualche sottovaso con semini di girasole, anch'essi ricchi di grassi che sono indispensabili ai nostri pennuti amici per avere le energie per combattere il freddo! Già lo scorso anno vi avevo dato qualche utile consiglio su come preparare in casa "tortini" per uccellini, vi ripropongo queste istruzioni: andate a leggere qui.

Queste palle sono dette anche "canederli", come il piatto tipico trentino!

Chissà se riuscirò anche a scattare qualche foto di uccellini "in rifornimento", mi piacerebbe molto. Paciocca stamattina era tutta felice della neve e non ha mancato di giocarci! Quasi mi pareva un cane, scalpitava per uscire insieme a me e fare le corse sul manto bianco...



Ovviamente, mentre io stavo ancora posizionando i canederli per gli uccellini, le sue zampe si erano infreddolite e ha iniziato a smiagolare, in modo assolutamente drammaturgico, perchè rientrassimo il prima possibile.


E indovinate poi dove ha deciso di passare il resto della giornata?


Buonissimo fine settimana nevoso e natalizio!

Direttamente dal freddo nordico... il Kringle!

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Chissà se mi deciderò mai ad aprire un blog interamente dedicato ai miei dolci! Per oggi in ogni caso, al posto dei gatti, vi propongo questo tipico dolce nordico, croccantino fuori, morbido dentro: il kringle. Già il nome mi piace! In norvegese significa "chiocciola" ed è un dolce morbido, profumato, una sorta di treccia farcita, arrotolata a forma di ghirlanda.



La ricetta originale proviene dal numero di dicembre di Sale&Pepe, ma l'ho leggermente modificata, aggiungendo un paio di ingredienti e togliendo la farina integrale (non perchè non mi piaccia, ma perchè non l'avevo in casa!)... l'aggiunta dei canditi ha reso questo kringle ancora più natalizio.
Ingredienti:
- 150 g di farina 00;
- 250 g di farina manitoba;
- 120 ml latte tiepido;
- 1 cucchiaino di cacao amaro;
- 4 cucchiai di miele;
- 1 uovo;
- 30 g (per la pasta) + 30 g (per la farcia) di burro morbido;
- 12 g di lievito di birra;
- 1 pizzico di sale;
- 50 g uvetta;
- 50 g cedro candito;
- 50 g arancia candita;
- 1 mela (io ho usato una fuji);
- 1 cucchiaio di succo di limone;
- 1 bicchierino di liquore all'arancia;
- zucchero di canna;
- zucchero a velo.



Procedimento: ammollate l'uvetta nel liquore all'arancia. Setacciate le due farine con il cacao e create una fontana. Sciogliete il lievito in qualche cucchiaio di latte tiepido, mentre con il latte restante sciogliete il miele. Versate il lievito al centro della fontana, mescolate, poi unite latte e miele ed infine l'uovo sbattuto con un pizzico di sale: impastate il tutto finchè non avrete una pasta omogenea. Trasferite l'impasto su una spianatoia e iniziate a incorporarvi i primi 30 g di burro ammorbidito; eventualmente aggiungete un altro po' di farina in questa fase. Una volta che la pasta sarà omogenea e non più appiccicosa, trasferitela in una ciotola al caldo a lievitare fino al raddoppio del volume.

Un'idea è aggiungere un bel nastro di raso rosso e regalarlo per Natale!
Intanto tagliate a cubetti la mela e irrorateli con il succo di limone. Tagliate a cubetti anche cedro e arancia canditi. Riprendete l'impasto (dopo la lievitazione)  e stendetelo fino a formare un rettangolo. a questo punto spalmatelo con un pennellino con gli altri 30 g di burro, questa volta fuso e intiepidito, spolverizzate con un po' di zucchero di canna, cospargete con i cubetti di mela, cedro, arancia e l'uvetta.
Arrotolate il rettangolo da lato lungo, fino a formare un rotolo. A questo punto arriva il difficile! Dovete tagliare, con un coltello affilato, il rotolo in due parti uguali DAL LATO LUNGO! Attenzione a non sbagliarvi in questo passaggio, che è fondamentale perchè il kringle vi riesca. Dopo che avete tagliato il rotolo, attorcigliate tra loro le due parti, poi chiudete il rotolo dando la forma di una ghirlanda. Trasferite il dolce su una teglia da forno imburrata e infarinata. Coprite tutto con una pellicola unta e lasciate lievitare al caldo per ancora un'ora. Trascorsa l'ora di lievitazione, eliminate la pellicola e infornate il vostro kringle a 180°C per circa 30 minuti. Una volta sfornato e raffreddato, potete decorarlo con una lieve spolverata di zucchero a velo, molto natalizia.

Ecco il mio kringle di domenica mattina scorsa!

C'è un motivo per cui oggi ho virato improvvisamente su un dolce, anzichè su un argomento gattoso: ci tenevo davvero a partecipare al contest "Dolci sotto il vischio" della bravissima Imma di "Dolci a go go", pertanto con questa ricetta vorrei inserirmi nella lista "dolci dal mondo"!


Della volta che ho incontrato un'ailurofobica

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Domenica scorsa stavo facendo il mio dovere di volontaria di "A Coda Alta", proponendo il calendario 2013 a un gruppo di conoscenti, quando la reazione di una delle donne presenti mi ha lasciata stupitissima. Preso in mano il calendario e, resasi conto che si trattava di gatti, me l'ha immediatamente restituito dicendo in tono alterato: "Gatti?! Per carità!! Tienimelo lontano, mi dà fastidio!!".
Nella mia beata ingenuità, inizialmente ho creduto che semplicemente non le piacessero i gatti, ma dopo un paio di domande mi è stato chiaro che la questione andava ben oltre: si trattava di ailurofobia, vera e propria fobia dei gatti!

Foto da web, QUI

Ammetto che, da gattofila, faccio fatica a mettermi nei panni di chi non riesce a star vicino a un gatto e lo considera un animale spaventoso. Addirittura la mia conoscente mi raccontava che nel momento in cui vede su un giornale la foto di un gatto, non riesce a continuare la lettura; oppure se, mentre sta guardando la tv, compare in pubblicità o in un film un gatto, l'istinto primario è quello di spegnere lo schermo. Alla domanda: "Ma da dove deriva questa paura? Hai avuto una brutta esperienza da piccola con un gatto?"... la risposta è stata che non aveva mai avuto gatti nè cattive esperienze con questi, semplicemente è una fobia che ha da sempre.

Tullio in una posa - lo ammetto - un pò inquietante!

Facendo ricerche in internet, si legge che chi soffre di ailurofobia (dal greco "ailuros", ossia "gatto") talvolta lo è diventato a seguito di esperienze negative con i gatti nella prima infanzia, oppure è stato condizionato in modo più o meno volontario dai genitori, o ancora ha un'inconscia concezione del gatto come "animale demoniaco". La mia conoscente, neanche farlo apposta, infatti ha aggiunto poco dopo: "Se poi il gatto è nero, è anche peggio!", segno che sulla sua fobia incidono sicuramente concezioni popolari di vecchia data, del tutto slegate dal gatto in se stesso.

Robin in tutta la sua dolcezza: strano pensare che possa spaventare!
Esiste una cura? Sì, ma solo per chi sia molto paziente e voglia lavorare sulla propria paura irrazionale: se la fobia è scattata a causa di un evento traumatico, bisognerebbe cercare di ricordarlo e analizzarlo, dando così il giusto peso alla paura e alle motivazioni che portano a fuggire davanti a un micio. Per chi invece "è nato ailurofobico", senza quindi che siano mai accaduti eventi traumatici, dovrebbe cercare di avvicinarsi gradualmente al gatto, magari prima leggendo libri su di esso, fino a provare l' "approccio frontale": questo dovrebbe mirare a riconoscere l'effettiva innocuità del micio, cogliendone piuttosto i lati positivi (la morbidezza, la mitezza, la poca invadenza). 

Freddy si gode qualche coccola!

Per parte mia non posso che consigliare ad ogni ailurofobico di cercare di vincere la sua paura, perchè sicuramente si perde una delle cose più belle della vita: accarezzare un micio, sentire le sue fusa, affezionarsi e instaurare una bella amicizia con lui!

P.s. Tanto di cappello però alla mia conoscente, che alla fine ha comunque comprato il calendario di "A Coda Alta" per regalarlo alla figlia, per nulla spaventata dai felini: in questo caso il suo gesto vale doppio!

Fare jogging con il gatto... il ritorno!

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Ricordate il post dove vi raccontavo quanto alla mia micia piaccia accompagnarmi in modo giocoso con brevi corsette, se faccio un pò di jogging tra giardino e campagna? Ebbene, questo incredibile video di Youtube allora non dovrebbe stupirvi troppo!


Ancora una volta abbiamo la dimostrazione di come i gatti siano creature sorprendenti, ma soprattutto di come riescano a condividere con noi praticamente ogni lato della vita! Da notare la coda di questo sportivissimo gatto (forse gatta, si chiama Misha), che è sempre alzata: è un segno di fiducia verso la sua amica umana e significa che l'attività che sta svolgendo non lo mette per nulla a disagio.
Ci tengo a sottolineare comunque, qualora navigatori "occasionali" poco esperti di gatti vedessero questo video, di NON sottoporre un gatto qualsiasi a un'attività analoga: è evidente la complicità tra questo micio e la sua "padrona" (cosa che rende il video assolutamente apprezzabile), ma soprattutto non tutti i gatti possono essere interessati a questo tipo di esercizio! 
Detto questo, vi auguro di cuore una buona settimana... le ultime corse (per restare in tema) prima delle feste natalizie!

"Memorie feline": un racconto di Laura e Toffee

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Oggi non sarò io a raccontarvi di gatti, bensì una gattofila come me: Laura, che ho conosciuto grazie a "Un Natale da Gatti" e ci siamo intese subito! Assieme a lei vivono tre meraviglie pelose: Toffee, Mr. Gianfry e Clandy. Il suo micio Toffee è lo speciale narratore di questa bella storia miciosa, un racconto in cui tutti noi possiamo riconoscerci, riflessi negli occhi del micio che amiamo... buonissima lettura a tutti voi e grazie di cuore a Laura per aver condiviso con me "Memorie feline"!

Ecco Toffee: il narratore e protagonista della storia
"Fuori piove, ma tra le basse, minacciose nuvole un raggio di sole squarcia il cielo plumbeo che da giorni mi accompagna e un meraviglioso arcobaleno si materializza come per magia e mi incanta.
Osservo il mondo da dietro la finestra, come sempre, da sempre.
Resto stregato dalla bellezza della natura e la vedo arrivare.
Ormai sono quasi sette anni che le sto accanto; l’ho vista cambiare, piangere, ridere, l’ho vista arrabbiata, triste, felice, ma sapevo sempre di essere nei suoi pensieri.
Non c’è mattina, pomeriggio, sera, non c’è nessun momento in cui lei si dimentica di me, che a volte l’ho fatta disperare, preoccupare, ma so che, me lo ha confessato, mi ama da morire.
Con me ha sempre condiviso tutto, senza pudore. Sono con lei mentre fa il bagno, la guardo spogliarsi, le sto accanto durante il sonno.

Ecco Clandy, altro splendido micio di Laura!
Lo so, magari sono un po’ di parte, ma so che lei ha per me un amore particolare, una passione che prova a distribuire, ma io…. resto il primo!
Qualche tempo fa sono stato molto male, non volevo che se ne accorgesse, cercavo di evitarla, ma ha capito e ha smosso il mare e la terra per me.
Per un mese non ha fatto altro che farmi punture, darmi pasticche, era per il mio bene, diceva, ma io pensavo che fosse soprattutto per lei, dicevano che se io non mi fossi ripreso chi la consolava?
Certo, tutto passa, anche io passerò e lei se ne farà una ragione. Resterò nel suo cuore, nei suoi ricordi e chissà che non torni a trovarla…. dicono o no che abbiamo sette vite?
Comunque, dato che ci ha messo tanta passione nel curarmi, adesso sono ancora di questo mondo e posso raccontare.
Del resto sto tutto il giorno a casa, sette anni sono tanti, sono lunghi, per me invece forse sono un po’ troppo veloci, ogni anno trascorso per me è come se fosse doppio, triplo, quindi se devo dire qualcosa è meglio che lo faccia presto.

Mr. Gianfry, il terzo del trio, in uno sbadiglio soddisfatto
Adesso sto beato sul divano e la guardo. E’ pronta per uscire, ma come fa sempre prima di lasciarmi ad orari non consueti, come se si sentisse in colpa, mi trastulla, mi fa ballare….ballare, capite? A volte penso non sia tanto normale!
Lei pensa troppo a me, se invece sapesse quanto sto  bene da solo: penso, gironzolo, dormo, non credete, sono molto impegnato. Sono io a gestire le dinamiche di casa. Non sono il solo, ma sono il più anziano, quindi, indubbiamente, il capo.
Si, sono un po’ presuntuoso, ma che volete, ad essere così amati ci si monta la testa.
Amo questa mia vita beata, accudito in tutto e per tutto, senza un pensiero….ogni tanto sento Laura sospirare…il piacere dell’ozio..come un pio desiderio, io invece ne godo.
Ma conservo il mio lato avventuroso, amo, quando posso gironzolare all’aperto e quando mi metto in testa di farlo so che ci riesco, alla fine le faccio fare quello che voglio io…dovrei sentirmi un po’ in colpa? Ma no! E poi Laura dice sempre che mi ama perché “ho personalità”.
Comunque, ci vuole un po’ di tattica per ottenere ciò che voglio, ahimè, anche io sono figlio di questa corrotta società: la tecnica migliore è farla innervosire, così, per non sentirmi, dice – fa un po’ quello che vuoi – e io lo faccio! Vado in giro, mica lontano, così, per controllare un po’, in fondo dovrei avere il senso del territorio, no?

Toffee in un momento di esplorazione!
Poi torno, del resto, detto tra noi, perché fare la vita del vagabondo quando sono abituato a fare il principino?
Laura me lo dice sempre che sono nobile, altezzoso, ogni tanto mi guarda fisso negli occhi, chissà perché lo fa è come se si aspettasse qualcosa da me, ma tutto ciò che può avere da me è che io ci sia.
Esistere ed averla scelta è già un grande messaggio. Chissà se lo capisce.
All’inizio, quando ero ancora l’unico mi portava con se ovunque, manco fossi stato un cane!
Parliamo di viaggi, chilometri imposti al mio fragile sistema nervoso!
A pochi mesi ero sul treno. Un viaggio lungo: coincidenza, traghetto, ma quella volta ero ancora troppo piccolo e non avevo realizzato che io ero nato per la terraferma, possibilmente con un bel cuscino e una ciotola a portata di mano, ops, zampa…mi sto umanizzando!
Quindi ne serbo un ricordo piacevole: il sonno conciliato dal ritmico sobbalzare del treno. Ho visto il mare, passione e sgomento, immensità e paura, libertà .…penso a quanto sono fortunato, non credo siano in molti a poter vantare una vita così avventurosa. Ma questo è nulla, in fondo solo pochi giorni. Il ricordo più incredibile e, ahimè, sconcertante è stato il viaggio per le ferie estive.

 

Lì ho scoperto che odio la macchina.
Ma andiamo con ordine, la preparazione: valigie, valigie, valigie, ho pensato ci trasferissimo.
Laura non faceva altro che stilare liste: lista dei vestiti, lista delle scarpe, lista della spesa, lista degli accessori. In casa c’era fermento. Anche io ero eccitato. Correvo qua e la. Pensavo che le valigie fossero nuovi rifugi in cui nascondermi.
E poi c’era la preparazione del mio corredo per il viaggio e per il soggiorno. Ok, si parte.
Al momento non ho realizzato bene, ma poi capisco e inizio a ribellarmi, non voglio star chiuso qui dentro, io odio l’auto e, mi rendo conto, divento uno strazio, praticamente non ho fatto altro che borbottare, ribellarmi, piangere per circa ottocento chilometri. Meno male che sono il cocchino di casa, altrimenti penso che adesso facevo parte dell’arredo dell’autostrada del sole!
A Bordighera le forze mi abbandonano e divento un ottimo compagno di viaggio!
Poi faccio qualcosa che, sfido qualunque mio altro simile a contraddirmi, solo io posso dire di aver fatto! Ho visto la meraviglia di Montecarlo dall’Hotel Vista, perfettamente a mio agio, con il collarino rosso ero a casa!
Bè, mi son detto che alla fine non era così male.
Il viaggio prosegue.
C’è allegria, eccitazione, musica, vedo sfilare davanti a me luoghi e città bellissime. A volte restavo in auto, altre uscivo per sgranchirmi un po’.
Ascoltavo i commenti, i desideri di vedere questo o quel posto, la scelta di fare la provinciale per godere del territorio.
E’ proprio vero, il bello di un viaggio è il viaggio non la meta.
Arriviamo in una splendida terra tra il mare e il fiume, suggestiva e ricca di leggende, popolata da meravigliosi cavalli e incredibili fenicotteri….ho visto cose che voi felini non potete neanche immaginate…..chilometri sconfinati di spiaggia, che io osservavo al riparo tra quattro ben solide mura.

Toffee, il gatto di mondo, sull'albero di caki!
Nell’appartamento mi sono immediatamente ambientato, sono un gatto di mondo, io, e la cosa veramente divertente erano i nostri pittoreschi vicini, un’anziana coppia teutonica con lui canuto e spilungone che riportava alla memoria equivoci personaggi di un passato non glorioso e lei un donnone giocondo e nera, nera, nera con denti bianchissimi sempre esposti in un solare e affettuoso sorriso.
Spesso giocavo con loro (loro pensavano di giocare con me!), non capivo una parola, ma erano divertenti.
Mi offrivano cibo, che puntualmente rifiutavo, sono estremamente schizzinoso in tema alimentare e loro prendevano il mio rifiuto come motivo di divertimento….. che strani….. mi facevano versi bizzarri con le mani e con gli occhi, come si fa con i bambini ….. la gente pensa che i bambini e noi quadrupedi siamo deficienti!
Comunque, nonostante non me li filassi più di tanto loro erano felici e quindi ero felice anche io.
Spesso facevo la passeggiata pomeridiana, lo so, lo so, era più per esibirmi che per la voglia di farmi prendere aria. Con il mio bel guinzaglietto rosso, sulle spalle del mio “impresario” sfilavo altezzoso per le vie. Uh, uh, uh……ah, ah, ah…..c'est tres jolie…..comment s'appelle?..... Toffee. Je suis Toffee.
Ah, che noia tutta questa gente. Voglio tornare a casa!

Clandy rilassato!
Sarò un po’ burbero, ma preferisco stare per conto mio. Comunque, bella esperienza, cosa che non posso dire del mio viaggio successivo e che, per fortuna, è stato l’ultimo!
Era in occasione del matrimonio siciliano di Laura e Mario. Laura ha avuto la brillante idea di somministrarmi qualcosa con l’intento di placare le mie ansie. E’ stato terribile!
Mi sentivo drogato, intorpidito, ma non potevo tollerare di cedere ai farmaci, quindi credo di essere stato più insopportabile del solito; biascicavo lamenti, brontolavo, gemevo. Me tapino, me meschino!
Voglio rimanere a casa. E se voi partite per le vacanze fate venire la mia adorata “badante”, che mi ama così tanto, che a lei, si, faccio fare tutto ciò che voglio ….. del resto devo vendicarmi perché dopo tanti anni ancora non sa prendermi in braccio per bene! Però anche con lei il tempo vola, tra i giochi, le coccole, la mia vita scorre via veloce.
A volte mi ritrovo a pensare di quando, avevo circa  un anno, Laura mi porta a casa “compagnia”, come dice lei - il “fratelliiiiiino” - l’incubo, pensavo io, l’invasore, l’occupante abusivo … il nemico!

Ecco a voi Mr. Gianfry, "il fratelliiiiino", uno splendido gattone!!
Piccolo rospetto invadente: avevo deciso che MAI avrei condiviso i miei possedimenti con lui, quindi decisi che la tecnica da adottare nel caso specifico fosse di fare l’offeso ad oltranza, di isolarmi, di non dimostrare più affetto e attenzione, senza comunque abbandonare il territorio, quindi controllavo sempre tutto a debita distanza, soprattutto le mosse del nemico! Passavano i giorni, ma nulla cambiava, lui era sempre lì e pian piano ho incominciato ad osservarlo con occhi diversi: carattere molto calmo, pauroso, mi faceva un po’ tenerezza, aveva bisogno di una guida e quindi, facendomi un po’ pregare e desiderare, ho concesso al nuovo arrivato la mia protezione e amicizia.
Amicizia, sentimento eterno, per noi!
Un po’ mi ero sbagliato, le mie aspettative sul nuovo arrivato erano troppo ottimistiche: compagno di giochi e scorribande, di incursioni e perlustrazioni… macchè! Mangia, dorme e rifugge qualsiasi attività motoria e per quanto concerne il detto “curioso come un gatto”, bè, lui è di certo qualcos’altro travestito da gatto.
Ma ormai ho fatto la mia scelta: amico per sempre.

Toffee e Mr. Gianfry, amici per sempre
Quindi, anche se ancora non ho rinunciato a stuzzicarlo per stimolarlo un po’, puntualmente senza successo, ho scoperto che è eccezionale d’inverno, quando fuori è freddo freddo, lui mi si mette vicino e mi avvolge, mi scalda e mi coccola.
Siamo proprio teneeeeeeeeri insieme!!!!!!
Ma io non demordo, la mia voglia di gioco spesso la condivido con Laura, quando la costringo a giocare a nascondino; le ho fatto capire quando  ho voglia di giocare e come si deve svolgere il gioco, lei ha capito e quindi vai con gli inseguimenti pazzi per tutta casa per poi cercare di scoprire dove si è nascosta e poi ricominciare a correre….. dopo un po’, per darle soddisfazione mi arrendo buttandomi giù a terra, lei è contenta e così facciamo un altro round.
Ma a volte è lei ad avere in mano la situazione e allora mi tormenta, mi strapazza, mi bacia, mi stringe, mi sfinisce la vita ...un gatto normale tirerebbe fuori le unghie, ma io non l’ho mai fatto ….. noi ci vogliamo bene e giochiamo così. Oppure ci fa le foto: io mi trovo a mio agio davanti all’obbiettivo, Mr. Gianfry, il mio fido amico, invece non è a suo agio ….lui del resto non lo è quasi mai a proprio agio, è  sempre come se dovesse succedere chissà che da un momento all’altro. Quant’è noioso!!!! 

Mr. Gianfry in posa davanti alla macchina fotografica!
Adesso siamo a letto.
Laura scrive, ultimamente ha questo vizio. Mi guarda, mi sorride e scrive. Io mi avvicino, le strofino il muso sulla mano, ho voglia di coccole….. lascia stare tutto, Laura, pensa solo a me. Chiudo gli occhi, beato e penso che sono felice, perché sentirsi amati è la più grande ricchezza. Tra un po’ anche lei si addormenterà e verrò cullato dal suo respiro…… voliamo via!


Accarezzo l’improbabile autore di questo mio racconto che con i suoi magnifici occhi verdi più e più volte mi ha “parlato”. Non mi dice cose profonde e non mi svela verità assolute, mi fa cogliere la semplicità, il piacere della calma, mi strappa sempre un sorriso e mi dà quiete, serenità. E’ di certo molto di più quello che lui ha dato a me che viceversa e spero che la sensazione che lui sia felice corrisponda al vero".

Un bellissimo primo piano di Toffee
Che altro dire? Una bellissima storia, bella come solo i gattofili sanno scriverle, perchè ispirati dai loro mici e soprattutto dal legame profondo che si crea tra cuore umano e cuore felino. Grazie Laura, Toffee, Mr. Gianfry e Clandy per averci regalato questo bel racconto... e hai proprio ragione: sentirsi amati è la più grande ricchezza, una verità che i nostri mici ci ricordano ogni giorno.

Feste natalizie: auguri a tutti!

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"Rumore di Fusa" va in pausa natalizia! Ma non prima di aver augurato di cuore, a ciascuno di voi, di trascorrere meravigliose festività, ricche di calore, buon cibo, coccole ai vostri animali, amici e relax! Grazie per l'affetto con cui mi seguite! Per questo vi dedico queste due cartoline natalizie... fatte ormai diversi anni fa, ad acquarello.



E mi raccomando: approfittatene delle feste per scattare qualche foto ai vostri mici per partecipare alla mia iniziativa "Un Natale da gatti"! Speditemi la foto del vostro micio in atmosfera natalizia a nataledagatti@gmail.com ! Il concorso resta aperto fino al 31 dicembre 2012!
Che altro dire? Davvero auguri a tutti... noi ci rileggiamo l'anno prossimo, con tante sorprese e novità! ;-)

Buon anno nuovo... gattofili!

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Buon 2013 a tutti!!!
Avete passato buone feste e fatto un buon cenone, (senza botti ovviamente)? Ma soprattutto: avete coccolato i vostri mici? Mi avete spedito tante belle foto natalizie dei vostri gatti, gattoni e gattini: mi avete fatto sorridere e riflettere su quanto l'amicizia per un gatto ci renda tutti simili!
A questo proposito ho avuto la fortuna di vedere un video bellissimo e strepitoso... quasi un manifesto per i gattofili. Il video mi è stato segnalato dalla cara Dany, che ringrazio ancora di cuore, ma voglio condividerlo con voi che mi seguite, per iniziare al meglio questo 2013! Eccolo:


Ed ecco una liberissima traduzione dei sottotitoli inglesi:
"Sono un gattofilo
Non un mangiatore di gelato, non una gattara pazza in camicia da notte
Un gattofilo
Sono un gattofilo
Perchè amo quella testatina che mi dà quando è felice
Perché io le appartengo davvero
Per via del modo in cui mi ricorda che è ora di cena
Perché sono sempre stato un gattofilo
Perché lei mi fa ridere
Lei mi fa ridere, perfino quando vorrei piangere
Perché non gli importa se sto avendo una brutta giornata
Perché è bello avere attorno qualcuno che sia più intelligente di me
Per il modo in cui lui dorme sulla mia testa
Perché non ero gattofilo finché non ne ho sposato una e lo sono diventato io stesso
Perché lei corre per farmi le fusa, ogni volta che torno a casa
Perché lui è stato qui per me quando non c’era nessun altro
Perché la vita senza gatti è vuota
Perché lei dice così e lei è il capo
Perché per qualsiasi cosa, noi siamo sempre qui l’uno per l’altro
Non siamo gattare pazze
Siamo gattofili
Giovani nel cuore
Siamo intelligenti
Siamo belli, dentro e fuori
E ok, alcuni di noi sono perfino bizzarri
Noi siamo persone
Proprio come te
Persone che pensano che i gatti siano i migliori animali domestici nel mondo
Noi siamo gattofili
E tu?"


Brenda di "A Coda Alta"
Non è un video meraviglioso? L'ho trovato adattissimo per aprire un nuovo anno qui su "Rumore di Fusa"! Augurandovi davvero il meglio per questo anno appena iniziato, vi do appuntamento al giorno della Befana per vedere tutti insieme le foto del vostro "Natale da gatti" e per l'estrazione del fortunato vincitore! Ancora buone feste a tutti e coccole a tutti i vostri quattrozampe!!!

P.s. Siete tutti invitati anche a venire a curiosare nella mia nuovissima pasticceria virtuale: oggi aprono i battenti di "Pasticceria portami via!", vi aspetto!

La frase del giorno: Dick Shawn

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Se fosse possibile dotare i gatti di ali, essi non siaccontenterebbero di essere uccelli, sarebbero angeli.(Dick Shawn)

Pallino, il micio di Monica M.
Ultimamente ho un pò trascurato questa rubrica del mio blog, ma questa foto è perfetta per riprendere a pubblicare la frase del giorno! Vi auguro di trascorrere un bellissimo fine settimana, a conclusione delle festività natalizie... e vi aspetto domenica mattina per guardare tutti insieme le foto di "Un Natale da Gatti" e scoprire il vincitore!

E' stato davvero... "Un Natale da Gatti"!!!

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Buongiorno a tutti e buona Epifania che, ahimè, "tutte le feste si porta via!". Ma oggi bando alla tristezza e alla malinconia da "fine feste", perchè possiamo salutare queste giornate appena trascorse con un sorriso, grazie alle vostre foto di "Un Natale da Gatti!".
Voglio dire grazie a ciascuno voi per avermi mandato le vostre foto, sono state per me dei graditissimi regali di Natale! Ma ringrazio anche chi ha provato intensamente a partecipare, senza però riuscirci: chi ama un gatto lo sa, senza la collaborazione felina scattare foto è impossibile. E i gatti sanno essere molto decisi a non farsi fotografare quando vogliono!
Detto questo, vi lascio gustare le foto che immortalano i momenti magici di queste feste, resi ancora più speciali dai vostri inseparabili mici! GRAZIE DI CUORE PER AVER PARTECIPATO!

N.1 - Valentino di Silvia
N. 2 - Neru di Maria Grazia
N. 3 Maya di Dany
N. 4 - Pallino di Monica
N. 5 - Teo di Ely
N. 6 - Joy e Kira di Lucia
N. 7 - Toffee di Laura
N.8 - Penelope di Elisa
N. 9 - Birba di Laura
N. 10 - Federico di Mariana e Paula
N. 11 - Perla di Gianna
N. 12 - Ciccina di Letizia
N. 13 - Blancò di Dario
N. 14 - Stella di Cristina
N. 15 - Hiro di Valeria
N. 16 - Rufa e Gia di Lela
N. 17 - Igor di Alessandra
N. 18 - Freud, vicino di casa di Martina
N. 19 - Camillo di Club Cinque
Vi sono piaciute? Io le ho trovate fantastiche, una per una! E mentre si avvicina il momento della premiazione vi mostro la mia foto di "Un Natale da Gatti" (che ovviamente non partecipa all'estrazione). Anche per me è stato difficile fotografare "Paciocca natalizia", perchè il suo daffare in queste feste è stato essenzialmente.... dormire, dormire, dormire, mangiare. In ogni caso, eccola qui, a vagliare l'abete di terracotta che ho dipinto per queste vacanze:


Inoltre vi mostro queste deliziose foto natalizie che, per via del loro soggetto canino, non posso purtroppo includere nell'estrazione del premio. Ma ringrazio ancora molto Fausto per avermi mandato questi scatti di Diana, pieni d'affetto e amore. Inoltre ho intenzione di riproporre quest'iniziativa il prossimo anno, magari aprendo le iscrizioni anche ai cani o ad altri animali da compagnia, che ne dite?



Ed eccoci al momento tanto atteso! L'estrazione e la premiazione del vincitore. Sinceramente, sono contenta che a decidere sia la sorte, perchè personalmente non avrei potuto preferire un gatto all'altro, una storia all'altra, tutti i vostri "Natali miciosi" sono unici e speciali. Ecco il video dell'estrazione del vincitore:




A vincere è il n. 5: TEO DI ELY, complimenti!
Ely, contattami via mail a rumoredifusa@gmail.com con il tuo indirizzo e la tua preferenza libresca tra: "Gatti molto speciali" di Doris Lessing, "Storie di gatti" di James Herriot e "1001 cose da sapere e da fare con il tuo gatto" di Roberto Allegri.
Tutti gli altri però non restano a bocca asciutta: ecco a voi l'album fotografico da scaricare, completo di piccoli aneddoti o descrizioni dei vostri mici... Spero vi piaccia, è tutto per voi!
Ancora grazie di cuore a tutti... da domani riprende il tran tran quotidiano, ma possiamo dire davvero che questo è stato per noi... Un Natale da Gatti!

Sepulveda, il tigrillo e la magia dell'Amazzonia

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"Il vecchio che leggeva romanzi d'amore" è il titolo di un meraviglioso romanzo di Luis Sepulveda, che trasporta il lettore direttamente nella fittissima, rigogliosa e incantata foresta amazzonica. Qui una femmina di "tigrillo" impazzita dal dolore, dopo che un bracconiere le ha ucciso assurdamente e inutilmente i piccoli, sta attaccando mortalmente gli uomini del villaggio di El Idilio. Mentre l'uomo bianco devasta sempre più la foresta incontaminata, calpestando ogni forma di vita che risiede in essa, il vecchio e saggio cacciatore Antonio Josè Bolìvar viene obbligato a partecipare alla caccia per uccidere il felino selvatico.

La copertina
Il romanzo scorre via veloce, mentre nelle sue pagine si intrecciano ricordi della vita del vecchio, episodi che mettono in ridicolo i "gringos" bianchi, descrizioni mirabili e poetiche della foresta e dei suoi abitanti. Si capta tutta la magia dell'Amazzonia e la sua straordinaria ricchezza saccheggiata dalla civiltà occidentale, che dimostra ancora una volta una prepotenza miope e meschina. Il tigrillo impazzito dal dolore, che inizialmente sembra solo il simbolo di una natura violentata, deturpata, distrutta senza alcun rispetto, prende sempre più consistenza, diventando negli ultimi capitoli un vero e proprio personaggio dotato di estrema intelligenza, sensibilità, scopo.
I fatti narrati da Sepulveda non sono affatto campati in aria: il tigrillo (Leopardus tigrinus) esiste davvero, ed è questo bel felino selvatico, detto "gatto tigre", diffuso nelle foreste pluviali del Centro e Sud America.


Il tigrillo, fonte Wikipedia
Dietro la narrazione di Sepulveda scopriamo una realtà tristemente fedele alla storia, che esclude però ogni tipo di poesia: “L'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) ha classificato il Leopardus tigrinus come specie vulnerabile. La minaccia principale per questo felino è costituita dalla deforestazione e dal bracconaggio. I gatti tigre vengono uccisi per le loro pelli, che sono altamente remunerative e spesso vendute o trasformate in capi di abbigliamento. Reportage effettuati nel 1972 e nel 1982 in Sud America hanno mostrato che Leopardus tigrinus è una delle 4 specie di gatti selvatici più cacciata. Un altro fattore che contribuisce alla mortalità del gatto tigre è costituito dall'espansione umana, colonizzando quello che una volta era spazio aperto per i gatti selvatici” (da Wikipedia).
La fine di "Il vecchio che leggeva romanzi d'amore" non ve la svelo, ma vi consiglio davvero di leggere questo romanzo, che saprà incantarvi con una delicatezza poetica non comune e vi lascerà qualcosa di importante, anche nell'amara consapevolezza di un'Amazzonia sempre più derubata della sua irripetibile ricchezza.

"Vita di Pi", film di Ang Lee

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Tratto dall'omonimo romanzo di Yann Martel, questo film è un capolavoro. Giuro che fatico a trovare la parole per descriverne la straordinarietà, la ricchezza intellettuale e filosofica, la perfezione estetica, le emozioni che scatena con una forza inaudita.
E' la storia di Pi, diminutivo di Piscine, ragazzo indiano che si trova ad attraversare il Pacifico assieme alla famiglia e agli animali dello zoo che i genitori gestivano in India. La nave, nel corso di una tremenda burrasca - quasi castigo divino - fa naufragio: Pi è l'unico sopravvissuto su una scialuppa, in compagnia di una zebra, un orango, una iena e la tigre del Bengala chiamata Richard Parker. 
Detta così sembra quasi una favola, una versione modernizzata dell' "arca di Noè", ma ben presto lo spettatore, mentre resta senza fiato per le immagini spettacolari e magnifiche, prende un pugno nello stomaco di fronte a quella che chiamiamo "crudeltà" della natura. 

Locandina, immagine da web
Tutto il film è, formalmente, la storia di Pi e della tigre, di come devono imparare a sopravvivere in mare aperto, di come il pericolo possa scatenare una maggior voglia di vivere, di come si diventi preda o predatore a seconda dei casi della vita. Il film è un inno alla magnificenza della Natura, al suo efferato equilibrio, ma anche alla sua ricchezza eccezionale e ineguagliabile bellezza: vedrete tramonti da mozzare il fiato, l'universo stellato specchiarsi sull'oceano, creature marine che, dagli abissi, riescono ad emulare il firmamento, pesci volanti e iridescenti, suricati curiosi, tempeste apocalittiche. 
Ma è anche un inno alla Speranza, alla forza titanica che può scatenarsi nel cuore umano di fronte alle situazioni più disperate... questo film capolavoro è sicuramente un inno alla Fede e alla sua ricerca nella vita di ciascuno, anche per chi decide di negarla e di abbracciare la visione del mondo più razionale. 

Immagine da web
Immagine da web

Guardatelo, se possibile in 3D: due ore impagabili. Al più presto leggerò anche il libro da cui è tratto, spero che sarà un'esperienza altrettanto bella e arricchente. Vi lascio il trailer, se le mie parole fin qui non fossero state abbastanza convincenti da spingervi ad andare al cinema:


Si tratta di un film fortemente metaforico, che si presta a più letture e interpretazioni: al termine, lascia lo spettatore libero di scegliere se fare “atto di fede” o decidere per la via più razionalmente credibile.
Per chi decide di scegliere “la storia che piace di più anche a Dio” aggiungo quanto segue. Ho trovato straordinaria (come tutto il resto) la brusca uscita di scena della tigre e l'umana disperazione di Pi per non essere riuscito a darle il “giusto addio”... Metafora possente di quei legami che ti salvano la vita ma che a un tratto debbono finire, lasciando un dolore che può gareggiare solo con la gratitudine.
Quando la tigre, salva, non si volta indietro prima di sparire nella foresta, capisci che per certi incontri in fondo non sono previsti “giusti addi”: forse perché le esperienze che ti cambiano la vita hanno un inizio, ma mai una fine.

"Se una notte d'inverno un gatto" di Denis O'Connor

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Oggi vi parlo di un bel libro, da leggersi nei lunghi pomeriggi o nelle fredde sere d'inverno, possibilmente con il proprio gatto accoccolato sulle ginocchia... "Se una notte d'inverno un gatto" è un titolo che è tutto un programma e i gattofili saranno già conquistati da questa storia solo a sentirla nominare. Dubito, infatti, che l'autore abbia voluto parafrasare Calvino: piuttosto ha voluto presentare fin dal titolo cosa racchiude questo libro: la storia di un gatto, ovviamente, ma anche di notti innevate, avventure nella natura, cottage circondati da alberi e piante da frutto, nella splendida cornice del Northumberland, contea inglese ai confini con la Scozia. E' la storia vera di Denis O'Connor e del gattino che si ritrova a salvare da morte certa, in una gelida notte d'inverno: il micino crescerà e diventerà un gatto speciale, chiamato Toby Jug.


Il libro si concentra sul primo anno di vita di Toby Jug, dodici mesi che cambiano del tutto la routine del protagonista umano, dandogli modo di innamorarsi follemente sia del micino, sia del nuovo tipo di vita che condurrà assieme al suo amico peloso. Questo primo anno è costellato di sorprese, speranze, ma anche difficoltà e momenti di panico: già al loro primo incontro la vita del micino è appesa ad un filo, e solo grazie alle cure di Denis il micio riuscirà a sopravvivere. Ma questo è solo l'inizio della loro storia vera e bellissima, che porterà uomo e gatto a cementare il loro rapporto grazie ad abitudini quotidiane condivise, alcune esperienze certamente straordinarie (alcuni giorni in campeggio, in tenda per i boschi, solo Denis, Toby e una cavalla, sulla quale il gatto viene piazzato in una cesta), le gioie e le preoccupazioni che ogni "padrone" di  gatto prima o poi prova. Toby vivrà ben 12 anni, ma il libro non si sofferma su questi: tutti noi possiamo immaginare che siano stati anni intensi, pieni di felicità, fusa, sorprese ed esperienze uniche, come quelle narrate in questo libro.

Un maine coon come Toby Jug. Foto da web, QUI
Toby Jug viene descritto come un micio a pelo lungo, bianco e nero, con la punta delle zampine bianche. Nel corso della storia si scoprirà anche l'identità dei genitori del micio: una gatta di razza maine coon, purtroppo morta nel corso di quella durissima "notte d'inverno", e un gattone di fattoria fiero ed imponente.
Il libro è meritevole di essere letto per molteplici ragioni: per la storia in sè, naturalmente, che essendo vera è ancora più interessante e coinvolgente, ma anche per le belle descrizioni della natura in tutte le sue stagioni, per le comparse degli altri animali. In generale, è una di quelle storie vere che tolgono ogni dubbio sul fatto che i gatti (come i cani) diventino veri e propri compagni di vita, componenti della famiglia proprio come figli, fratelli, amici con cui condividere ogni cosa. Se solo pensiamo a cinquantanni fa, un'evoluzione del rapporto con gli animali domestici in questo senso non era scontata.
Il libro si chiude con la narrazione della morte di Toby, momento nel quale Denis fa la promessa di scrivere la loro storia e pubblicarla per farla conoscere al mondo... sembrerebbe una fine triste, in realtà l'ultimissima pagina narra un evento insolito e inspiegabile, pieno di speranza, che ci apre uno spiraglio sul "dopo" anche per i nostri amici a quattrozampe.

Il titolo in inglese di questo romanzo è "Tracce di zampe al chiaro di luna"
Devo tuttavia fare un appunto a questo libro, che narrativamente resta un gran bel romanzo. Il punto è che contiene alcune imprecisioni per la salute dei mici, in particolare in riferimento alla cura del raffreddore del micino. Toby Jug viene infatti curato somministrandogli succo d'arancia e un quarto d'aspirina: questo non fatelo mai, l'aspirina (come i vari FANS, farmaci antinfiammatori non steoridei) è tossica per i gatti! Ho pensato fosse importante precisarlo, perchè magari chi legge il libro potrebbe tentare a sua volta di somministrare aspirina a un gatto raffreddato... Non metto in dubbio che l'autore abbia davvero sperimentato tutto ciò senza conseguenze negative per Toby Jug, ma personalmente io vi consiglio caldamente di non farlo e di affidarvi a un veterinario per la cura del raffreddore al vostro micio!
Detto questo, sappiate che "Se una notte d'inverno un gatto" è il romanzo ideale da leggere in queste giornate invernali, per scaldarci con una storia vera che testimonia, ancora una volta, quanto i nostri compagni a quattrozampe siano speciali.

Da Bellante con amore

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Lo scorso anno vi avevo già parlato dei loro musetti e sguardi fiduciosi, delle loro code pronte ad agitarsi al primo gesto affettuoso, ma soprattutto dei loro cuori pieni d'amore. Ve li avevo raccontati qui, quando partecipai (vincendolo!) ad un contest organizzato dal blog delle volontarie che si occupano di loro a Bellante, una sezione locale della Lega Nazionale per la Difesa del Cane. Anche quest'anno la fortuna è stata dalla mia parte e ho vinto un altro contest, organizzato da Serena di Verdepomodoro, che mi ha regalato il loro Calendario 2013! E l'occasione vuole che io torni a raccontarvi di quanto sia bello vedere tanti musetti adottati, anche in segno di speranza per quelli che adesso aspettano una famiglia.

Ecco il bellissimo calendario, già appeso in casa mia!
Il calendario raccoglie tante foto di cagnoloni dolcissimi... e scalda il cuore sapere che ognuno di loro è già stato adottato e adesso sta vivendo in una casa, amato, coccolato e curato come ogni cane si meriterebbe! Il retro del calendario racconta la storia di questa sezione abruzzese della Lega del Cane, ve lo riporto qui perchè è una storia toccante nella sua semplicità e meraviglia quotidiana: "La delegazione della Lega per la difesa del Cane di Bellante ha iniziato il suo percorso circa tre anni fa. Tante cose sono cambiate dal giorno in cui trovammo i primi 9 cuccioli sotto ad un capannone abbandonato. Era inverno e noi eravamo solo due, senza alcuna esperienza se non un grande amore per gli animali. Amore che accompagna la nostra vita e che ci fa andare avanti anche quando i cuccioli abbandonati sono diventati più di cento.


Ma siamo riuscite a farli adottare tutti e questo è il nostro orgoglio e ci ha fatto capire che tanta gente ama gli animali e vuole aiutarli. I gatti ed i cani abbanonati non finiscono mai, perchè di irresponsabili che considerano l'animale un giocattolo da gettare via al primo problema, ce ne sono tanti. Ma noi volontarie (ora siamo tre) andiamo avanti perchè i cani devono mangiare con la neve come con il sole e non è possibile rimandare a domani.


Qualche numero: dal 2009 i cani adottati sono circa 100, le sterilizzazioni più di 50 fra cani e gatti. Ovviamente ci sono anche i farmaci con le relative terapie, i mangimi, le spese veterinarie, il pagamento dell'affitto per un luogo dove far vivere i cani in attesa di adozione e quindi tanti soldi e tanto tempo. Le nostre fatiche vengono ripagate dall'affetto che i cani ci dimostrano costantemente, ma per continuare ad aiutarli abbiamo bisogno anche del Vostro aiuto ed è per questo che abbiamo realizzato il calendario 2013, per farvi conoscere alcuni dei nostri amici felicemente adottati ed avere così la consapevolezza di quello che ogni giorno facciamo".


Questa sezione di Bellante della Lega Nazionale per la Difesa del Cane è coetanea di "A Coda Alta" e trovo davvero ammirevole che in tre anni e solo in tre persone abbiano raggiunto questi ottimi risultati! Chiudo il post facendo un appello a tutti voi: anzitutto unitevi al blog delle volontarie "Farsi adottare da un cane e vivere felice", in modo da essere sempre al corrente delle loro iniziative... ed inoltre, scoprite qui cosa fare per aiutare le volontarie: una mano in più significa vita per i cani abbandonati. Grazie mille Serena per il calendario, ma soprattutto per quello che fate voi volontarie per queste meraviglie con la coda!

Osservando le cince!

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In questi giorni sono piuttosto assente dal web perchè tra gli impegni di lavoro e di studio (i quali vanno addensandosi come nuvoloni grigi all'orizzonte) e imprevisti vari, ho avuto il mio daffare. MA, nei rari momenti di relax, ho cercato di dedicarmi all'osservazione delle cince e dei pettirossi nel mio giardino! E' un'attività magnifica: rallegra spirito e mente vedere questi piccoli, indaffaratissimi e fulminei uccellini, mentre volano con grazia e sicurezza tra i cespugli... ma è anche un'attività piuttosto frustrante se si vuole fotografarli e non si dispone della macchina fotografica "giusta"!





Le cince sono una famiglia di uccelli passeriformi molto diffusi anche in Italia, soprattutto il genere "parus". Si nutrono di insettini, ragnetti, larve e altri piccoli invertebrati che si trovano tra le piante, ma la loro voracità è tale che mangiano anche semini, granaglie e frutta. Sono uccellini estremamente intelligenti, vivaci e intraprendenti; il fatto di poterli osservare con facilità anche nei nostri giardini o nei frutteti è prova della loro grande capacità di adattamento.


Da quando ho posizionato un piatto con i semi di girasole e le palle di grasso sugli alberi e tra i cespugli, devo dire che c'è stato un gran via vai di cince: ne vedo anche 3 o 4 contemporaneamente, ma ho potuto osservare che non vanno d'accordo con i pettirossi. D'inverno devono dividersi il grande cespuglio di alloro, ma una cosa è certa: quando arrivano le cince, i pettorossi fuggono, mentre se c'è una sola cincia, è lei a "levare le tende" all'arrivo dei pettirossi.

Un pettirosso se ne sta tra le ombre e il sole nel cespuglio
Nella mia ignoranza ornitologica, ero convinta che "la cincia" fosse un solo e ben specifico uccellino, azzurro e giallo (che poi si è rivelato essere la "Cinciarella")... osservando meglio, mi sono accorta che le cince del mio giardino non sono tutte uguali! Come avrei dovuto immaginare (i gatti sono forse tutti tigrati a pelo corto?) esistono diverse specie di cince e nel mio giardino ho potuto ammirare: la cosidetta "Cinciallegra" (Parus major), più grande e con il capo nero e il corpo giallo, e la "Cinciarella" (Cyanistes caeruleus), più piccola e tipicamente colorata di azzurro e giallo. Notate la differenza, nonostante le mie foto di scarsa qualità?

Una cinciallegra osserva semini di girasole e farro...
... e decide di rimpinzarsi!
Ecco, pochi istanti dopo, che arriva una graziosa cinciarella

La mia povera e fedele Olympus compatta ha fatto quel che ha potuto per immortalare questi incantevoli uccellini... a sua discolpa devo dire che io non ho mica potuto scegliere i momenti ideali in termini di meteo e luce: mi sono appostata davanti alla finestra solo quando ero a casa e sufficientemente tranquilla per prendermi mezz'oretta di osservazione. 
Che poi secondo me le cince lo sanno: finchè sei lì davanti alla finestra, ad ammirarle con un sorriso scemo squittendo come uno scoiattolo, danno il meglio di loro in evoluzioni aeree e deliziosi suoni... ma appena ti azzardi a prendere la macchina fotografica: puf! Le cince spariscono.

La frase del giorno: detto popolare inglese

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"Se un gatto dorme con tutte le quattro zampe accovacciate significa che sta per arrivare il freddo". Detto popolare inglese.


Mmm... a vedere la posa di Paciocca forse c'è da preoccuparsi allora, se diamo credito a questo detto inglese! Sperando che non arrivi ulteriore freddo (l'umido e la nebbia ferrarese imperanti stanno facendo ammattire anche me, Miss "Io amo l'inverno"), oggi voglio proprio ringraziare Elena di "Mo-stracci", che mi ha assegnato questo bel premio, dal suo nuovo blog su wordpress


La ringrazio di cuore e mi accingo a partecipare secondo le regole... dire sette cose di me e passare il premio ad altri sette blog. Questa volta racconto sette cose di me tutte rigorosamente "gattose":
1. Quando ero piccola, avevo un gruppetto di amiche con le quali avevamo fondato "la squadra dei gatti". Non ricordo più cosa facessimo, ma era importante che fossimo "gatti"!
2. Trovo irresistibili i musetti dei gatti quando hanno le pupille dilatate, sono così dolci!
3. Sulla mano sinistra ho una leggera cicatrice che mi ha procurato, in uno spiacevole incidente, Mica la gatta della mia infanzia. Sono affezionata a questo segno, mi ricorda quasi un "patto di sangue" con i gatti.
4. Io e Paciocca parliamo un sacco, lei risponde a tono ed è una chiacchierona. A volte sospetto che lei capisca ogni singola parola che le dico in italiano, solo che non vuole rispondermi nella mia lingua unicamente per un fatto di snobismo.
5. Per un carnevale alle elementari mi sono vestita da gatto, avevo un cerchietto con le orecchie di cartone dipinte da me, il naso e i baffi dipinti con la matita da occhi di mia mamma e un bellissimo vestito di lana grigia, al quale mia nonna aveva attaccato temporaneamente una bella codona di lana grigia imbottita.
6. Due mie gatte si chiamavano "Mina" e "Lucy", come due personaggi di Dracula di Bram Stoker.
7. Ho avuto un gatto che mangiava avidamente il "guscio" delle arachidi, se magari cadeva da un piatto! E' un comportamento che non sono mai riuscita a spiegarmi!

Giro il premio (naturalmente senz'obbligo di partecipazione!) a: Dany di Love for food and photography, Serena di Verdepomodoro, Amy di Amy's pics, Giada di L'orto di Giada, Ilaria di Il mondo in un giardino, Vale di La ricetta che Vale, Carmen di Le idee di Bilibina.

Buonissimo weekend a tutti voi che passate di qui!

Una stagione: l'inverno (2013 - 1)

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Ho aspettato invano che la nebbia, la pioggia, l'umidità e le nuvole sparissero, lasciando il posto a un sole splendente, un cielo limpidamente gelido, oppure una nevicata "con i fiocchi". Invece nulla di tutto questo è accaduto, da quando è iniziato l'inverno si sono susseguiti solo giorni e giorni e giorni avvolti da una fitta coltre di foschia, umidità, gocciolamenti dal cielo o dagli alberi. Un lungo, interminabile novembre freddo, sembra essere quest'inverno.

 

Avendo tempo e disposizione d'animo giusta, si può certo cogliere il meglio anche da questa atmosfera. Un alito freddo e umido ti accoglie appena esci di casa, ricordandoti qualche vecchio film dell'orrore. I frutteti, nella loro statica nodisità, sono potati e curati dai contadini in attesa della primavera... e così in campagna si sente vociare, si sente il suono delle cesoie, ma non si vede nessuno.



Gli alberi nudi attendono pazienti che trascorra la stagione, mentre sono silenziosi testimoni della vita che comunque scorre: gli uomini corrono fuori casa, imbacuccati e armati di ombrello, incalzati dai ritmi lavorativi, gli uccellini indaffarati cercano cibo, mentre di notte qualche volpe o qualche lepre, qualche animale selvatico passa furtivo accanto ai giganti addormentati.



L'umidità la fa da padrone, quanto bisogno ci sarebbe di vento, di sole, di aria pulita! Ma "qualcuno" trae giovamento da questa condizione: il muschio sviluppa un colore e una consistenza quasi lanuginosa, vero tappeto vegetale.




E proprio mentre si inizia a cogliere il fascino anche di quest'atmosfera incombente, questo grigiore diffuso, ecco che diventa chiaro che nulla è immobile come sembra. E si scopre che, a differenza dell'impressione iniziale, la campagna non si riduce affatto a una tavolozza di grigi.




Piccoli segni di prossima rinascita: narcisi, germogli e fiori, ancora imbevuti d'inverno.
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